Pentma vuol dire pietra, ma questo blog è solo un sassolino, come ce ne sono tanti. Forse solo un po' più striato.
venerdì, novembre 07, 2008
Il cazzaro di Arcore (by Corsera)
Se persino il Corriere della Sera accetta un titolo così. È perché la gravità delle affermazioni del Berlusconi è tale da farci vergognare in giro per il mondo. Stella ha la schiena dritta. Qualcuno, anche presente ieri sera ad Anno Zero non era invece così....ed io dovrei anche considerarli colleghi...
IL CAZZARO DI ARCORE
Gian Antonio Stella per Corriere della Sera
Convinto che grazie a lui l'Italia sia «il Paese più simpatico del mondo», Silvio Berlusconi si è lanciato ieri in una delle battute che lo fanno ridere assai. E nella scia dell'astuta diplomazia internazionale di due ministri come Umberto Bossi e Roberto Calderoli che da anni chiamano i neri «bingo bongo», ha ieri salutato Barack Obama come uno «che è anche bello, giovane e abbronzato».
Come prenderà la cosa il prossimo presidente americano, al quale il nostro premier si era già offerto di «dare consigli» come usavano i barbieri col «ragazzo spazzola» non si sa. È da quando era piccolo che come tutti i neri sente spiritosaggini del genere: «cioccolato», «carboncino», «palla di neve»... Non ci avesse fatto il callo non sarebbe arrivato alla Casa Bianca. Certo, se il Cavaliere voleva «sdrammatizzare» il primo commento del «suo» capogruppo al Senato Maurizio Gasparri dopo l'elezione («Al Qaeda sarà contenta») non poteva scegliere parole più eccentriche.
Fatti i conti col contesto internazionale, è probabile che Obama farà spallucce: boh, stupidaggini all'italiana. Da prendere così, come le barzellette da rappresentanti di aspirapolvere sui lager, i malati di Aids, i froci... L'importante è non prendere sul serio chi le racconta. Esattamente quello che hanno fatto, in questi anni, molti dei protagonisti della scena mondiale. Spesso spiazzati dalle sortite di un uomo che secondo Giuliano Ferrara è «un'opera pop».
Obama e Berlusconi
Nessuno è mai stato stato così contento di se stesso e così spesso «incompreso» sulla scena mondiale. Basti ricordare quando disse al parlamento europeo che avrebbe proposto a un amico che girava un film sui lager nazisti di dare al socialista Martin Schulz la parte del kapò. Gelo in aula. Interrotto dopo lo stupore da urla d'indignazione. E lui: «Era solo una battuta per cui è scoppiato a ridere l'intero Parlamento. Un'osservazione di venti secondi poiché volevo allentare l'atmosfera... La vicenda è stata enormemente gonfiata dalla sinistra». In realtà, spiegò, «in Italia tengono banco da decenni storielle sull'Olocausto. Gli italiani sanno scherzare sulle tragedie per superarle...».
E a quel punto si incazzarono ancora di più gli ebrei. Che difficile, farsi capire... Non lo capirono i ministri degli Esteri europei quando a una riunione a Caceres fece le corna a un collega durante la foto ufficiale: «Volevo far ridere un simpatico gruppo di giovani boy-scout». Non lo capirono i giornalisti russi il giorno che, già ustionati dal numero di cronisti assassinati a Mosca, restarono basiti per il modo in cui reagì alla domanda di una giovane reporter che aveva osato chiedere a Putin se avesse una relazione con una gentile signorina: fece finta di imbracciare un mitra e di dare una sventagliata. Non lo capì il danese Rasmussen quando spiegò che «è anche il primo ministro più bello d'Europa... Penso di presentarlo a mia moglie, perché è molto più bello di Cacciari... Secondo quello che si dice in giro... Povera donna».
E poi non lo capì il giornalista del Times: «Nel bel mezzo del discorso di Chirac in Canada, Berlusconi si è alzato e ha cominciato a distribuire orologi agli altri leader, con un delizioso sprezzo politico». Non lo capirono i palestinesi quando ammiccò: «Arafat mi ha chiesto di dargli una tivù per la striscia di Gaza, gli manderò "Striscia la notizia"». E non lo capì il cronista del giornale russo Kommersant durante la visita di Berlusconi e Putin allo stabilimento Merloni di Lipetsk: «Il premier italiano era particolarmente attivo ed era chiaro che aveva un obiettivo: non sarebbe stato contento se non fosse riuscito ad avvicinarsi ad un gruppo di operaie.
Poi rivolto a Putin: "Voglio baciare la lavoratrice più brava e più bella". Aveva già individuato la sua vittima. Si è avvicinato a una donna grande come la Sardegna e con tutto il corpo ha fatto il gesto tipico dei teppisti negli androni bui dei cortili, quando importunano una ragazza che rincasa. Lei s'è scansata ma il signor Berlusconi in passato deve aver fatto esperienza con donne anche più rapide di questa: con due salti ha raggiunto la ragazza e ha iniziato spudoratamente a baciarla in faccia».
Che male c'è? È estroso. Macché: non lo capiscono. Come quella volta che spiegò: «Mi accusano di aver detto che i comunisti mangiano i bambini: leggetevi il libro nero del comunismo e scoprirete che nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i campi». Non l'avesse mai fatto! Immediato comunicato del ministero degli Esteri cinese: «Siamo contrariati da queste affermazioni infondate. Le parole e le azioni dei leader italiani dovrebbero favorire la stabilità e lo sviluppo di relazioni amichevoli tra la Cina e l'Italia». Uffa, era una battuta... Sul cibo, poi... «Rimpasto? No, grazie, non mi occupo di paste alimentari... Poi, dopo la visita in Arabia Saudita, mangio solo riso in bianco...». E si indispettirono i sauditi. Uffa, che permalosi... Il massimo lo diede sulla sede dell'agenzia alimentare europea che rischiava di finire a Helsinki: «Parma sì che è sinonimo di buona cucina, mentre i finlandesi non sanno nemmeno cos'è il prosciutto. Come si può pensare di collocare questa agenzia in un Paese che forse va molto fiero della renna marinata o del pesce baltico con polenta? Per portare l'Agenzia a Parma ho rispolverato le mie doti di playboy con la presidente finlandese Tarja Halonen». Ed ecco l'incidente diplomatico. Con tanto di protesta ufficiale e convocazione dell'ambasciatore italiano: come si permetteva? Immediata rappresaglia delle associazioni dei produttori finlandesi: «Non compreremo più vini e oli italiani». E lui: «Ho fatto solo una battuta di galanteria. C'è una mancanza di sense of humour...». In fondo si tratta di strategia internazionale. «Cazzeggio strategy», diciamo. Mica le capisce, certe reazioni. Lui, quando a un vertice è saltata fuori la storia che è bassotto mica se l'è presa. Si è tolto una scarpa, l'ha messa sul tavolo e l'ha mostrata a tutti: «Visto? Non ce li ho i tacchi alti. È che mi dipingono così».
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OBAMA:BERLUSCONI CONTRO PD,VOGLIONO LAUREA DEL COGLIONE/ANSA MI SONO ROTTO E DICO QUELLO CHE PENSO;OK COLLABORAZIONE CON USA (ANSA) - MOSCA, 7 NOV - A fare marcia indietro non ci pensa proprio Silvio Berlusconi che anzi, di fronte alle critiche piovute per le sue parole su Barack Obama, contrattacca assegnando la “laurea del coglione” a chi, come il Pd, ha sparato a zero su quel suo “abbronzato” rivolto al presidente eletto degli Stati Uniti d’America.
Il presidente eletto, aveva detto Berlusconi nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente russo Dmitri Medvedev al Cremlino, “è giovane, bello e anche abbronzato”.
Tutte qualità, aveva aggiunto il premier, che gli consentiranno di migliorare i rapporti fra Usa e Russia, riallaciando buone relazioni con il leader russo, anch’egli rappresentante di una “nuova generazione” politica. Una frase che aveva scatenato un’ondata polemica, in Italia, da parte dell’opposizione ed in particolare del partito democratico di Walter Veltroni.
In serata, dopo una cena con il premier russo Vladimir Putin e una “passeggiata” per le vie di Mosca, il presidente del Consiglio è rientrato in albergo. Qui, davanti ai giornalisti che lo attendevano, non si è sottratto alle domande ed anzi ha rincarato la dose. “Perchè? C’è qualcuno che ha obiettato? Uno può sempre prendere la laurea del coglione quando vuole. Se uno vuole prendersi una laurea pubblica, ogni occasione è buona”, ha detto nella hall del grande albergo del centro che lo ospita.
Quella che segue è una conversazione informale con i cronisti. Il premier appare disteso e rilassato, per nulla impensierito dal putiferio esploso in Italia. Anzi, il suo è un contrattacco in piena regola. “Mi sono veramente rotto e dico tutto quello che penso”, ha aggiunto. E poi ancora sull’atteggiamento del centrosinistra: “L’opposizione italiana non mi sorprende più. E’ contro il Paese, contro il bene e l’interesse del Paese. Sembra siano sempre in campagna elettorale. Che devo dire di più? Noi andiamo avanti, governiamo e cercheremo di realizzare il nostro programma indipendentemente dall’ opposizione”. Quanto alle critiche, ha detto, “ormai ci abbiamo fatto l’abitudine”.
Le polemiche, insomma, non sembrano toccarlo: “Quello che so - ha sottolineato - è che quando veniamo qui siamo in una sintonia totale con il presidente e con il primo ministro”.
In merito ai rapporti con gli Usa ha aggiunto: “avete visto come sono stato accolto dal presidente Bush? La stessa cosa avverrà con la nuova amministrazione”.
E a proposito del rapporto con il prossimo inquilino della Casa Bianca, Berlusconi ha detto: “Sono sicuro che avremo modo di collaborare, così come abbiamo fatto con Clinton, grazie all’amicizia che abbiamo con il partito democratico e con Nancy Pelosi”. Insomma, il premier è convinto che con Obama “lavorerà benissimo”, a partire dall’incontro che avrà il prossimo 15 novembre a Waschington in occasione del G20 sulla crisi finanziaria internazionale.
C’è spazio per tornare su un altro tema caldo: l’uso della fiducia sulla legge finanziaria. Soluzione che, nonostante lo stop di Gianfranco Fini, il Cavaliere non esclude affatto: “Vediamo, ci sono ancora molti ritorni dal passato di chi vuole profittare della finanziaria per fare assalti alla diligenza”.
L’ultima battuta scherzosa è rivolta ai cronisti: “Non fatevi tentare dalle tentazioni della notte di Mosca che sono infinite. Fate i bravi e se invece non fate i bravi, tenete almeno alta… la bandiera dell’Italia”.
(ANSA).
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