martedì, febbraio 28, 2006

Un libro



"Chi rientri a Taranto, dopo un periodo di assenza, da Nord, sull’Appia, passata la stazioncina di Bellavista, prima ancora di vedere il mare oltre la piana, o le ciminiere della zona industriale, viene colpito da un odore caldo, acre, dapprima sottile, poi sempre più intenso, e familiare. Il cuore accelera i battiti, le mani si decontraggono sul volante. Paradossale che sia, per più di duecentomila persone, più i numerosi fuori sede espatriati in cerca di occupazione, quel tanfo di acciaieria vuol dire “casa”.

Un libro su Taranto. La copertina fa schifo (un po' d'impegno, no?), ma il testo ha momenti davvero notevoli. Io ve lo consiglio.

lunedì, febbraio 27, 2006

Estratto da Maxim




L'ho scritto per il numero di Maxim di gennaio. Enjoy if You can...

Vi mostro i mercanti del sesso

In Spagna, il racconto dei 12 mesi da incubo nelle vesti di un trafficante di esseri umani è il caso editoriale dell’anno.
Molti parlano di te come di un eroe. Ma quale eroe? Io faccio il mio mestiere, il giornalista investigativo.
Qual è la maggiore difficoltà del tuo lavoro? Il pericolo? Le indagini? No. Controllare il mio ego. Posso fare questo mestiere solo perché nessuno mi conosce. Perché non appaio in tv.Accettando di vivere in un altro mondo dove, soprattutto le donne, sono solo pezzi di carne da sfruttare al limite, prima di gettarle via quando sono dei rottami. Un mondo con un unico valore: il denaro.
Quali sono le conseguenze psicologiche di questo lavoro? Hanno cercato di vendermi ragazzine vergini del Chiapas, da sfruttare nei bordelli spagnoli. Comprate dai genitori per 200 dollari e un barile di birra. Io ho delle nipoti di quella età. Per mesi non sono riuscito neppure a guardarle negli occhi. Figurati a far loro una carezza. Dopo un anno passato in questa merda mi sto facendo seguire da uno psicologo.
Chi ti ha provocato i maggiori problemi oltre ai trafficanti? Soprattutto i poliziotti. Molti bordelli in Spagna sono proprietà di poliziotti. Non li giustifico, ma li capisco. Guadagnano poco. Fanno la ronda e vedono i trafficanti che girano con i loro macchinoni, con ragazze giovanissime al fianco. È dura non cadere in tentazione.
Che ne pensi della prostituzione? Sono abolizionista. La storia della prostituta “per passione” è una balla.
Le tue inchieste hanno molto successo: come te lo spieghi? Non lo so. Credo perché le inchieste fatte sul campo, rischiando il culo, non le fa più nessuno. Invece le persone sono interessate, vogliono sapere. E forse piace anche il fatto che non sono obbiettivo, che racconto quello che mi succede, i miei dubbi. Li scrivo “con la pancia” e questo il lettore lo avverte e lo apprezza. Certo è che non hai ricevuto soltanto apprezzamenti. Da chi si sente in pericolo per le mie inchieste. Quando ho scritto Diario di uno skin, sono venuto in contatto con una realtà molto ramificata, complessa, anche misteriosa. Investigando sulla tratta delle bianche in occasione de L’anno che trafficai con donne alcuni nomi sono ricomparsi. Alcuni politici di estrema destra tutti casa e famiglia sono proprietari dei bordelli. Si tratta di persone che in campagna elettorale parlano di buttare fuori gli stranieri. Non hanno le stesse remore a lucrare sulle pelle delle straniere. Insomma non credi alla storia della “prostituta per scelta”. Quelle che ho conosciuto io, perfino le escort di lusso, avevano alle spalle un trauma che le ha spinte a fare questo lavoro. Ai “pappa” che difendono il loro lavoro dico di mandare le loro madri e le loro sorelle, a battere. Sulla tua storia hanno girato anche dei film. Che ne pensi? Un giornalista infiltrato deve essere un po’ un attore. La differenza è che se commetti un errore non sentirai qualcuno che grida “stop!”. Nel mio mestiere una scena sbagliata non si ripete. Mai più.

Simiglianze



Noto una inverosimile simiglianza. Vi lascio con una domanda: voi a chi lo dareste il premio Nobel?

Concorrenza



Abbiamo Buttiglione in Commissione. Ciò è meraviglioso. Forse non è la persona più indicata dati i suoi trascorsi, ma ha fede e sembra che questo sia abbastanza. Allego un'intervista a Prodi da Repubblica che trovo molto interessante e che dice un paio di cose condivisibili sul filosofo dell'UDC.

L´INTERVISTA

Il leader del centrosinistra, Prodi: il premier ha sempre combattuto quelle regole che tutelavano anche l´Italia

"Economia a sovranità limitata per le scelte di Berlusconi"

Andrea bonanni da Repubblica
«Certo se questo governo, invece di spingere per la nomina di Buttiglione a commissario, avesse difeso la poltrona di Mario Monti dalla concorrenza europea contro i veti interessati di Francia e Germania, probabilmente oggi non saremmo ridotti così». E´ durissimo Romano Prodi nell´esaminare gli effetti del grande Risiko che i nazionalismi economici stanno giocando sul tavolo europeo e il cui ultimo episodio è lo stop del governo francese alla scalata di Suez da parte di Enel. «La situazione è drammatica – dice – siamo ancora una volta il ventre molle dell´Europa. Questo governo ci ha regalato un sistema economico nazionale a sovranità limitata».

Va bene, professore, ma che c´entra Monti?

«C´entra, c´entra. Perché la mia Commissione, con Monti alla concorrenza, è stata l´unico argine alla rinazionalizzazione strisciante dell´economia europea, fatta da francesi e tedeschi in nome dei loro campioni nazionali. Non è un caso se per cinque anni a Bruxelles fummo il bersaglio fisso dei media di Parigi e Berlino. Siamo stati noi a smantellare il sistema tedesco delle Landesbank, a porre limiti severi all´espansione asimmetrica all´estero di Electricité de France, a bloccare gli aiuti di stato a France Telecom, a imporre regole per il salvataggio della francese Alstom. Intanto Buttiglione faceva lobbying a favore dei tedeschi per indebolire la nostra direttiva sull´Opa europea e consentire ai governi di organizzare le difese nazionali. Che però il nostro governo si è ben guardato dall´organizzare».

E allora?

«Allora, quando si è trattato di nominare l´italiano nella nuova Commissione, questo governo ha indicato Buttiglione e ha sacrificato Monti, che avrebbe potuto conservare la poltrona della Concorrenza. Con il bel risultato che abbiamo visto. Certo, non a caso contro la conferma di Monti si erano espresse Parigi e Berlino, che avevano già una precisa strategia di conquista dell´Europa e sapevano che su questa strada Monti sarebbe stato un ostacolo insormontabile in nome della libera concorrenza. Ma Berlusconi ha sempre preferito una logica intergovernativa e bilaterale alla logica europea. Così sacrificò Monti. E adesso tutti noi ne paghiamo le conseguenze».

Ma la Commissione di Barroso non può fare nulla?

«La Commissione Barroso può e deve intervenire duramente per spezzare questa corsa alla rinazionalizzazione delle economie. La progettata fusione tra Suez e Gas de France, unita allo strapotere di Edf, crea situazioni di posizione dominante che Bruxelles non può accettare. Ma dobbiamo anche dire che la Commissione di Barroso è indebolita dalla più generale debolezza europea che questo governo ha voluto e perseguito tenacemente. A Berlusconi ha sempre dato fastidio che l´Europa fissasse e difendesse regole comuni. Ora può rendersi conto che quelle regole tutelavano anche noi».
Già, ma adesso che si può fare?
«Intanto la battaglia europea non è ancora persa. Mi aspetto che la Commissione intervenga duramente per difendere il diritto comunitario in questa come in altre vicende. E, se non lo farà, dovrà risponderne di fronte al nuovo governo italiano.
L´apertura dei mercati europei non ha alternative. Non ci si può chiudere a riccio. Non è questa la soluzione e non ci riuscirebbe neppure un governo Bossi-Tremonti. Tuttavia la condizione per un mercato aperto è il rispetto delle regole formali e sostanziali da parte di tutti».

Però nel frattempo la situazione sta degenerando. La partita di Enel sembra compromessa e i francesi stanno dando l´assalto all´economia italiana. Già controllano larghe fette della nostra industria alimentare, del settore della distribuzione e dei prodotti di lusso. Prendono Bnl e bloccano la scalata del San Paolo su Dexia. Stoppano Autostrade che voleva la concessione di alcune tratte francesi. Allungano le mani su Edison ma fermano Enel. Air France gioca al gatto e al topo con Alitalia. Si può andare avanti così?

«Certo che no. E´ chiaro che bisogna reagire subito. Per prima cosa bilanciando fino in fondo la presenza francese in Edison. E, più in generale, occorre usare tutti gli strumenti normativi a disposizione. Ma diciamolo chiaramente: questi sono palliativi di breve periodo. Quello che è mancato in Italia, e che ci ha resi così vulnerabili, è una visione di strategia industriale a lungo termine».

Per esempio?

«Per restare nel settore dell´energia, quando Gazprom ha cercato di entrare direttamente nel settore della distribuzione del gas in Italia, chiudendo la morsa in cui i paesi produttori vorrebbero stritolare i paesi consumatori, il ministro Scajola ha dichiarato che era una buona cosa e che avrebbe fatto bene alla concorrenza. Per fortuna alla fine qualche persona di buon senso ha bloccato l´operazione che avrebbe definitivamente ucciso il nostro sistema energetico. Ma non è stato il governo italiano, che invece ha lasciato solo il management delle grandi imprese italiane che pure aveva nominato».

Lei accusa il governo Berlusconi, ma la liberalizzazione dell´energia l´ha fatta il centro-sinistra.

«E ci mancherebbe altro che non l´avesse fatta. La liberalizzazione che è stata avviata nel 2000 era necessaria. Ma poi occorreva seguirla. Bisognava garantirsi condizioni di simmetria con gli altri Paesi. Invece, mentre il centrosinistra aveva congelato, anche se temporaneamente, la partecipazione di Edf in Edison proprio per impedire che l´energia passasse da un monopolio pubblico italiano ad un monopolio pubblico francese, il centro destra lasciava il sistema economico italiano privo di difese e si batteva in Europa contro la nostra direttiva sulle Opa che avrebbe davvero aperto a tutti il mercato europeo. E questo è il risultato».

Quale?

«La situazione, specialmente in campo energetico, è drammatica. L´Enel produce ormai poco più di un terzo dell´energia italiana, il resto del nostro mercato sta andando in mano ai francesi e agli spagnoli. E non c´è nulla di simile negli altri grandi paesi europei. Nel campo del gas va anche peggio. L´import è raddoppiato. La produzione interna copre una percentuale sempre più trascurabile del fabbisogno nazionale. Siamo metanocentrici: il 50% della produzione elettrica si fa in centrali a gas e la situazione peggiorerà quando entreranno in funzione i nuovi impianti. L´Eni sta perdendo quote del mercato nazionale e, se fosse passato il progetto di Gazprom voluto da Putin e Berlusconi, sarebbe stata la fine. C´è un´intesa di fatto tra Russia e Algeria per dominare il mercato europeo. E l´Italia è il paese più esposto».

E allora, in breve, che si può fare?

«Noi ci muoveremo su quattro direttrici. Primo: attivare gli strumenti normativi per ostacolare scalate straniere quando avvengono in condizioni asimmetriche. Secondo: creare una strategia industriale di lungo periodo per il sistema Italia, che finora è mancata completamente. Terzo: rompere la morsa tra produttori e concorrenti stranieri che sta strangolando il mercato italiano e diversificare la natura delle fonti energetiche. Quarto: pretendere che l´Europa, in tema di politica industriale, faccia il proprio dovere e torni a rivestire quel ruolo che Berlusconi per primo ha cercato di toglierle»

martedì, febbraio 21, 2006

un, due, tre, tutti (proprio tutti) in Parlamento

ELEZIONI: 'LEGA SUD AUSONIA' CANDIDA ADEL SMITH
La Lega Sud Ausonia candidera' alle prossime elezioni politiche del 9 aprile, in diverse circoscrizioni elettorali, il leader dell'Unione dei Musulmani Italiani, Adel Smith, che fu gia' candidato presidente per il movimento meridionalista alle elezioni provinciali di Napoli. "La candidatura di Adel Smith, che segue quella della principessa Katrin von Hohenstaufen, discendente diretta di Federico II di Svevia - ha dichiarato il segretario federale della Lega Sud Ausonia Gianfranco Vestuto - vuole essere la risposta concreta alla imbecillita' politica ed al razzismo antislamico della cricca nordista capeggiata dall'ex ministro Calderoli, e rappresenta la precisa volonta' del nostro movimento di continuare a battersi per uno stato federale e laico, che imposti il proprio modello di sviluppo sui rapporti di civile convivenza con tutti i paesi del Mediterraneo in coerenza con lo spirito federiciano che rese il Sud centro culturale e commerciale dell'intera Europa".

- Il simpatico Adel Smith, ennesimo personaggio lanciato da una tv che regala notorietà proprio a tutti. Il mio augurio che non lo voti nemmeno la moglie -

lunedì, febbraio 20, 2006

FintoCuffaro

Chi di voi è meridionale la capirà. Per me è geniale...

C'entro


















Solo da noi....

Adesso, voi immaginate una dichiarazione del genere dell'avvocato Mills a Londra? Immaginate la reazione della stampa di quel paese se un tizio, dopo aver rilasciato (e firmato) delle deposizioni, si svegliasse la mattina e se ne uscisse con queste dichiarazioni? Ma non finirà proprio mai....?





da Repubblica
Mills: "Su Berlusconi dichiarazioni estorte
Sono stato un completo idiota a firmarle"
LONDRA - Due giorni fa erano state pubblicate sue dichiarazioni scritte con le quali affermava di aver protetto il suo cliente, il premier Silvio Berlusconi, non parlando ai giudici di diverse questioni legate al processo Mediaset. Ma oggi l'avvocato David Mills, marito del ministro della Cultura britannico Tessa Jowell, ritratta, sostenendo, in un'intervista al Sunday Telegraph, di essere stato "un completo idiota" per aver firmato una dichiarazione in cui diceva di aver "protetto Berlusconi in vari processi e indagini".

Mills ha detto al domenicale del Daily Telegraph che i magistrati giocavano a "poliziotto buono e poliziotto cattivo". "L'interrogatorio - dice l'avvocato al giornale - andò avanti per 10 ore. Erano molto, molto ostili. Alla fine delle 10 ore, mi hanno interpellato nuovamente e io ho semplicemente detto, 'Scrivete qualcosa e io lo firmerò".

Mills ha raccontato che i due magistrati, Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo, gli mostrarono una lettera che scrisse ai suoi commercialisti in cui ammetteva di aver ricevuto soldi "dalla gente di B.", che gli fu detto di trattare come "un prestito a lungo termine o un dono". "Mi guardo allo specchio e dico, 'sei un completo idiota, ma non un malfattore'", afferma Mills..

domenica, febbraio 19, 2006

WWLSBDC

Ovvero "l'organizzazione mondiale per la difesa degli avvocati che vanno a caccia con Dick Cheney e finiscono impallinati". Mi permetto di allegare l'immagine di una maglietta reperibile al sito: www.whitehouse.org

venerdì, febbraio 17, 2006

Un individuo gioviale



L'individuo della foto è una persona gioviale. Non sa bene come sia arrivato a occupare il posto che ha, ma in fondo non è cattivo. Lui gioca. Le sue vergognose dichiarazioni potrebbero (dico potrebbero) aver provocato gli scontri di Bengasi. Questo individuo potrebbe, dico potrebbe, avere sulla coscienza i morti della cittadina libica. Questo almeno quanto afferma la stampa araba. Io vorrei solo che gli elettori, anche quei due, tre che magari leggono questo blog, si ricordassero di questo individuo alle prossime elezioni. Si ricordassero del partito di questo individuo e lo ricordassero anche ad altri. È ignobile (non questo individuo, lui è gioviale) che vengano messi (ovviamente parlo in generale, questo individuo non c'entra) in posizioni importanti dei personaggi che al massimo potrebbero stare in un bar a consumare, da soli, un'ombra di vino...


Mi permetto di allegare l'articolo di Repubblica:

A far esplodere la contestazione il comportamento del ministro Calderoli
che ha indossato in tv una maglietta con una vignetta su Maometto
Vignette, vittime durante protesta
davanti al consolato italiano di Bengasi
Secondo fonti ufficiali, tra i libici ci sono 11 morti e 25 feriti


Calderoli mostra la vignetta su Maometto sulla propria maglietta

BENGASI - Undici libici morti e 25 feriti a Bengasi, cittadina sul mare Mediterraneo nel golfo della Sirte, 1000 chilometri da Tripoli, durante una manifestazione di protesta davanti al consolato italiano. Una protesta contro l'iniziativa del ministro italiano per le Riforme, Roberto Calderoli, di indossare nei giorni scorsi una maglietta anti Islam sulla quale era stampata una delle vignette satiriche su Maometto. Il presidente del Consiglio Berlusconi si è detto totalmente in disaccordo con l'iniziativa di Calderoli, e ha chiesto le dimissioni del ministro leghista. Berlusconi è riunito a Palazzo Chigi con il il vicepresidente del consiglio e ministro degli Esteri Gianfranco Fini e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, per seguire l'evolversi della situazione a Bengasi.

Ad assaltare il consolato, secondo quanto ha detto il console generale Giovanni Pirrello, raggiunto telefonicamente nell'edificio dove è stato portato dalla polizia assieme alla moglie e agli altri dipendenti, sono state "un migliaio" di persone: le forze dell'ordine, una sessantina di agenti, sono state praticamente travolte e non sono riuscite a contenere la protesta.

"Hanno cercato di sfondare il portone del consolato con una specie di ariete e di appiccargli il fuoco, gridavano slogan contro gli italiani", ha raccontato Pirrello. "Hanno demolito la garitta della polizia libica, poi hanno incendiato quattro automobili nel parcheggio del consolato, tra cui la mia. Noi ce ne siamo andati quando è stato chiaro che c'era il pericolo che facessero irruzione nell'edificio", ha detto ancora.

Circostanza che si è puntualmente verificata: dopo il primo assalto, una folla si è nuovamente radunata attorno al Consolato Generale. L'edificio è comunque presidiato dalle forze di sicurezza libiche. Si ha notizia di un incendio che si sarebbe sviluppato al primo piano.

La manifestazione. I dimostranti a Bengasi sono arrivati a centinaia poco prima delle 17 davanti al consolato e hanno rotto il cordone di polizia che lo proteggeva, hanno dato fuoco a quattro automobili tra cui quella del console generale Giovanni Pirrello.

Hanno poi spaccato i vetri di molte stanze del piano terra, tentando di gettarvi dentro latte di benzina; hanno anche tentato di forzare la porta d'ingresso senza riuscirci. La polizia libica ha messo in salvo in un albergo il console e tutto il personale che si trovava all'interno: tra gli italiani non ci sono vittime, ma tra i manifestanti sì.

All'interno del consolato è rimasto solo un addetto, l'italo-portoghese Antonio Simoeshgon Calves: "Stanno cercando di sfondare la porta. Potrebbero entrare da un momento all'altro. Arrivano da tutte le parti, come i funghi", ha raccontato Calves, contattato telefonicamente da Sky Tv. "Sono dovuto rimanere - ha spiegato Calves - per cercare di evitare che i dimostranti entrino. Se me ne fossi andato anch'io, nessuno avrebbe sbarrato le porte da dentro, sarebbero già entrati e avrebbero fatto a pezzi tutto".

La condanna delle autorità libiche. Un comunicato delle autorità della città di Bengasi, ripreso dall'agenzia libica Jana, "denuncia energicamente gli atti irresponsabili di quelle persone, che non esprime la moralità del popolo libico ed il suo comportamento civile e la sua fermezza nei confronti delle offese cui sono sottoposti l'Islam ed i musulmani, sia che si tratti di ciò che è stato pubblicato dalla stampa danese, o di ciò che è stato dichiarato dal ministro italiano per le Riforme".

Proteste anche a Herat e a Nassiriya. Sermoni di protesta per l'iniziativa del ministro Roberto Calderoli si sono tenuti oggi in diverse moschee, durante le preghiere del venerdì in Iraq e in Afghanistan, a Nassiriya e ad Herat, due città dove sono presenti i militari italiani. Ai sermoni, dai toni genericamente minacciosi, non è seguito alcun atto ostile nei confronti dei contingenti.

La protesta non scatenata da Calderoli? Tuttavia, l'ambasciatore italiano a Tripoli, Francesco Paolo Trupiano, ha escluso che la protesta scoppiata a Bengasi sia stata innescata dall'iniziativa di Calderoli. Secondo il diplomatico, la manifestazione è partita da un sermone del venerdì "contro la pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto". Per Trupiano il fatto che sia stato preso di mira il consolato generale italiano è spiegato dal fatto che si tratta dell'"unica rappresentanza occidentale" presente a Bengasi.

La versione dell'ambasciatore è confermata da Al Jazera: secondo quanto riferisce l'inviato della Tv araba, infatti, la manifestazione è iniziata lontano dal luogo nel quale si trova il consolato italiano e riguardava solo la protesta contro le vignette pubblicate dalla stampa danese. Alla fine del corteo, alcuni manifestanti avrebbero saputo delle dichiarazioni del ministro per le Riforme italiano, Roberto Calderoli, ed avrebbero deciso di dirigersi verso gli uffici della nostra rappresentanza diplomatica.

Nuove misure di sicurezza. Dopo le violenze a Bengasi, è stato disposto da intelligence e antiterrorismo l'immediato potenziamento della vigilanza nelle sedi istituzionali in Italia, comprese quelle di partiti politici, e nei consolati italiani all'estero.

giovedì, febbraio 16, 2006

Neofascismo


Quello di cui scrive Crosetti è un evento neofascista. Per queste cose viene voglia di chiedere il boicottaggio persino delle Olimpiadi. Ma stiamo scherzando? Se quelli del CIO avessero un minimo di pudore non continuerebbero a raccontare a tutti di quanto sono stati bravi a organizzare questo evento. Vergogna!!

Le rigide regole del Cio prevedono solo prodotti degli sponsor ufficiali. Ecco quello che può succedere

Non portate panini, bevande, scritte lo spettatore dei Giochi è "no logo"

Ma agli snack-point il cibo è scadente e i prezzi sono alti A cominciare dal vino
Dalle giacche a vento ai computer: marchi subito coperti da funzionari e volontari

Maurizio Crosetti
Vietato mangiare il panino, se non è dello sponsor: ve lo sequestrano. Vietato portare una certa giacca a vento o un certo berretto, se non sono dello sponsor: vi copriranno i marchi con il nastro isolante. Vietato bere una bibita che non sia quella scura e gassata: vi toglieranno la bottiglia dal tavolo. Un divieto che vale per gli atleti, ovviamente, ma anche per giornalisti e tifosi. Ecco i Giochi "no logo per forza".

Dove il vero nemico da smascherare ai controlli non è il terrorista, ma il marchietto sbagliato. Secondo le rigide regole del Cio.
E non è uno scherzo: abbiamo provato. Vietato introdurre cibi nei luoghi di gara, o bevande. Proibito avere uno zainetto: lì dentro, un sandwich portato da casa o, peggio, una merendina concorrente dello sponsor ufficiale possono costare carissimi ed essere sequestrati. Persino ai bambini delle scuole che in questi giorni vengono trasportati in fretta e furia nei palazzetti, perché sembrino un po´ meno vuoti, viene consegnato prima della gita un foglietto fotocopiato con i divieti scritti in grosso. Dunque: non si possono portare ombrelli rigidi, strumenti chimici o incendiari (in ogni classe delle elementari se ne fa un uso smodato), coltelli, thermos (niente caffè caldo preparato dalle amorevoli mani della Pina), aerosol (nel caso la maestra avesse deciso di metterlo in funzione prima della seconda manche dello slittino). E guai a chi prova a masticare qualcosa di sospetto.
«Snack-point saranno a disposizione del pubblico in ogni sito di gara» è specificato nel famigerato libretto delle istruzioni scritto dal Cio per l´uso olimpico. Un uso francamente demenziale.
E qui vanno pure a farsi benedire tutte le preoccupazioni su quello che mangiano i nostri figli. Le polpette della famosa multinazionale fanno male? Preferireste dare ai ragazzi pane e prosciutto? A casa vostra, magari. Su una tribuna olimpica, impossibile. E pazienza se i cibi "troppo logo" fossero almeno convenienti, oltre che insidiosi per lo stomaco. Premesso che quasi tutte le cose a disposizione negli "snack point" fanno schifo (chi scrive ha provato per ben due volte la pasta da 7 euro scaldata al microonde nella sala stampa di Cesana Pariol, roba da vomito, ma non ce n´era altra), bisogna avere il portafoglio a fisarmonica. Insalata, 6 euro (però la chiamano insalatona per dare l´impressione che sia tanta, che convenga), tramezzino 3 euro, bottiglie di vino 20 euro, cioè quarantamila vecchie lire, ed è robaccia industriale che in un qualunque supermercato non paghereste più di 7 euro. Come indicazione c´è scritto "vino bianco" o "vino rosso". Anche i volontari col cappello da alpino la giudicano una tristezza.
Siccome gli sponsor pagano 17 milioni di euro per avere garantito tutto lo spazio da riempire con i propri nomi, nulla di questo spazio dev´essere sporcato. La conseguenza diventa grottesca, irreale, e purtroppo non siamo su Scherzi a parte ma alle Olimpiadi, la patria del nobile e antico ideale dello sport, "passion lives here" e altre stupidaggini simili. Sponsor lives here, semmai. E se uno spettatore ha la bella idea di presentarsi sulle tribune dello sci o del bob con una giacca a vento "sbagliata", vedrà venirgli incontro un solerte addetto con un rotolo di scotch in mano: servirà per coprire il marchio colpevole. In questo modo, lo spettatore "no logo" potrà continuare a rimanere sulle tribune, grazie al suo costosissimo biglietto, ed essere tranquillamente inquadrato dalla regia internazionale.
Non ci credete? Un giornalista canadese che stava seguendo il torneo di hockey si è visto coprire il marchietto del suo computer: l´azienda produttrice non fa parte di quelli che pagano per avere tutto il bianco dentro i cinque cerchi e poterlo riempire come vogliono. Alcuni turisti con berretti sbagliati, nel centro di Torino, in Medals Plaza, sono stati cortesemente invitati a levarli: sarebbe stato un guaio, il loro turpe marchietto in mondovisione. Mani meticolose hanno persino oscurato i distributori del sapone, dentro i bagni olimpici: non sia mai che qualcuno leggesse la marca, non presente nel gruppone di quelli che pagano.
Si creano situazioni di autentica comicità. C´è un collega straniero che ha messo gli occhi su una graziosa volontaria all´Oval, dove si svolgono le gare di pattinaggio veloce. Si sono conosciuti così: lui aveva posato una bottiglietta di aranciata proibita sul tavolo della tribuna stampa, e lei era accorsa per chiedergli - con uno smagliante sorriso - di appoggiare la bevanda sotto il tavolo, lontano da occhi umani o elettronici. Il collega l´ha fatto, ma poi ha provato a rimettere la bottiglia in vista per verificare se la ragazza sarebbe tornata. Lei, impeccabile, l´ha fatto. La scenetta si è ripetuta tre o quattro volte, ed è probabile che da qui alla fine dei Giochi lui la inviti a cena, lontano da sguardi indiscreti, dove entrambi potranno mangiare e bere quello che gli pare, lasciando persino la bottiglia sul tavolo.
Fonte la Repubblica

Bari?

Ma la domanda non riguarda il capoluogo pugliese.


Un pezzo da Repubblica sulla PSB

La società Usa che ha sancito il sorpasso del Polo ha sbagliato spesso previsioni. Ma ha clienti illustri. Psb, quanti sondaggi discussi
Per chi partecipa, anche gadget


ROMA - Clienti prestigiosi e potenti, previsioni non sempre azzeccate e grande disinvoltura nella presentazione dei risultati. E' in breve il profilo della Penn, Schoen & Berland Associates, la società americana che, secondo Berlusconi, sancisce con i suoi sondaggi il sorpasso della Casa delle libertà sull'Unione.

Navigando su internet, non è difficile trovare pareri sui metodi di ricerca della Psb. L'episodio più controverso riguarda il referendum anti Chavez tenuto in Venezuela nell'agosto del 2004: in quell'occasione, la Psb se ne uscì con un exit poll (illegale perché diffuso a urne ancora aperte) che sanciva la vittoria del "sì", e la conseguente sconfitta del presidente venezuelano. I risultati reali rivelarono una situazione diametralmente opposta: a favore di Chavez si erano espressi il 58 per cento degli elettori.

Una cantonata notevole, che non sembra però aver diminuito la popolarità della Psb presso i potenti. Ai tempi della presidenza Clinton, Mark Penn, fondatore della società, veniva indicato come a Washington come "l'uomo più potente del quale nessuno ha mai sentito parlare". Dopo la guerra in Serbia, la stampa americana indicò la Psb come capofila degli spin doctor americani inviati a Belgrado per istruire l'opposizione al dittatore. Pare ci sia il suo intervento anche nella "rivoluzione arancione" che ha rovesciato il regime ucraino. Ai suoi servizi si sono affidati nel tempo Michael Bloomberg, ma anche i supporter del nucleare e ultimamente, secondo alcuni articoli della stampa britannica, anche Tony Blair.

Subito dopo l'annuncio di Berlusconi, nella redazione di Repubblica. it sono arrivate numerose le e-mail di lettori contenenti segnalazioni sulla Psb. Molti hanno sottolineato anche il discutibile metodo usato dalla società per reclutare la sua popolazione campione: i volontari che accettano di sottoporsi ai questionari possono ricevere premi e gadget.

Perché allora i potenti del mondo si affidano in massa alla Psb? Forse perché l'accuratezza dei sondaggi non è la cosa più importante, quando si vuole vincere un'elezione. Sono importanti i mezzi a disposizione (e gli americani ne hanno in abbondanza) e soprattutto la percezione che si riesce a creare nell'elettorato: "La missione principale della Psb", si legge in uno dei documenti sulla società americana che si trovano su internet, "è formare la percezione che il gruppo al potere in un Paese goda di ampia popolarità".

Fonte la Repubblica

- Il logo della PSB -

elnxyvn

martedì, febbraio 14, 2006

Eutanasia

Una discussione in corso, ma in una società aperta e avanzata come la nostra come ci viene in mente che possa rappresentare un grave problema?

Allego una vignetta.

Le donne oltre i 30 anni

Ho una carissima amica "perfida" in Colombia. Liliana mi ha spedito questo.

Enjoy

LAS MUJERES DESPUÉS DE LOS 30....

Para las que ya llegaron, para las que están por llegar y para que los hombres se enteren.

Este es un artículo escrito por Andy Rooney, corresponsal de 60 Minutes CBS
Andy Rooney dice:

Mientras maduro en edad, valoro a las mujeres que pasan de los 30, más que a todas. Aquí hay unas pocas razones:
Una mujer de más de 30 nunca te despertará en medio de la noche para preguntarte: ¿En qué piensas?... No le importa lo que piensas.




Si una mujer de más de 30 no quiere ver un juego de pelota, no se sienta a quejarse. Hace algo que le entretenga. Y, usualmente es más interesante que el partido.

Una mujer de más de 30 se conoce a sí misma lo suficiente para saber quién es, lo que es, lo que quiere y de quien.

A pocas mujeres de más de 30 les importa un bledo lo que tú puedas pensar sobre ellas o lo que hacen.

Una mujer de más de 30 es digna. Dificilmente se pondría a gritarte en el teatro o en el medio de un restaurante caro. Pero por supuesto, si lo mereces, no dudará en matarte, si cree que puedes salirte con la tuya.

Las mujeres adultas son generosas con los piropos, muchas veces inmerecidos. Ellas saben lo que es no ser apreciadas.

Una mujer de más de 30 tiene la confianza de presentarte sus amigas.

Una mujer joven con un hombre, muchas veces ignorará hasta a su mejor amiga, porque no confía en el tipo.
Una mujer de más de 30 no le importa si te atraen sus amigas, porque ella sabe que sus amigas no la traicionarán.

Las mujeres de más de 30 ¡son brujas! Nunca tendrás que confesarles tus pecados, ellas siempre los saben.

Una mujer de más de 30 se ve bien con pintura de labios color rojo brillante. No pasa igual con las más jóvenes y los trasvestis.

Una vez superadas una arruga o dos, una mujer de más de 30 es mucho más sexy que sus contrapartes más jóvenes.

Las mujeres mayores son directas y honestas Te dirán de inmediato si eres un idiota, o si estás actuando como tal.! Siempre sabrás donde estás parado con ellas.

Sí, adoro a las mujeres de más de 30 por múltiples razones.

Desafortunadamente no es recíproco. Por cada deslumbrante, inteligente y bien puesta mujer de más de 30 hay un calvo barrigón con pantalones curtidos viéndose como un idiota con una muchachita de 22 años.

Damas, mis disculpas.
Andy Rooney.
COMENTARIO FINAL:
Para todos esos hombres que dicen:"Por qué comprar la vaca entera si puedo comérmela por pedazos?
Actualícense!!!!! Hoy día el 80% de las mujeres está en contra del matrimonio.
Y por qué? Porque las mujeres se dieron cuenta de que no vale la pena comprar el puerco entero para sólo comerse una salchichita !!!!

Chip sottopelle

L'iniziativa è di una società che offre sistemi di sicurezza
E scoppia la polemica: "E' violazione della privacy"
Cincinnati, dipendenti "marchiati"
Inserito un chip sotto la pelle
La difesa: "Non è un sistema per seguire le persone"

WASHINGTON - C'è chi parla di un vero e proprio marchio sulla pelle dei cittadini.Suscita polemiche l'iniziativa di una compagnia dell'Ohio che offre sistemi di sicurezza che ha inserito un rivelatore elettronico d'identità sotto la pelle dei suoi dipendenti. Un modo, spiegano dalla 'CityWatcher' per agevolare l' identificazione dei dipendenti.

La targhetta elettronica consente alla compagnia di controllare l'accesso ad una stanza del suo quartier generale a Cincinnati dove sono conservate immagini inviate dalle telecamere di sorveglianza vendute ai clienti. L'iniziativa, rivelata oggi dal quotidiano Financial Times, ha suscitato immediate reazioni negative da parte dei gruppi che difendono la privacy dei cittadini. "Marchiare in modo permanente le persone solleva importanti interrogativi legati alla privacy e ai diritti civili", ha osservato Liz McIntyre.

"Non c'è niente nei microchip che emetta pulsazioni o segnali radio di alcun genere - ha affermato il responsabile della società Sean Darks - Non è un sistema per seguire gli spostamenti delle persone. Mia moglie non può sapere dove sono".

I microchip sono stati creati soprattutto per scopi medici: nella targhetta possono essere inserite le informazioni vitali sul curriculum sanitario di una persona. Ma i critici di questa nuova tecnologia sono preoccupati soprattutto dalla possibilità che i microchip possano essere usati per seguire gli spostamenti delle persone che accettano la installazione dei dispositivi elettronici.

Questa tecnologia è da tempo usata in altri campi, come la identificazione degli animali domestici o quella dei pacchi postali in transito. Milioni di animali domestici hanno ricevuto negli Stati Uniti la targhetta elettronica d'identità che si è rivelata efficace per il ritrovamento dei cani e dei gatti smarriti.

Per questo motivo mi permetto di consigliare un libro che si chiama "il Circolo Bilderberg". Forse sarà una boiata. Forse no.

Chi la fa....

...forse dovrebbe aspettarsela... ma in Italia non succederà nulla.

lunedì, febbraio 13, 2006

Perdonatemi....



Non fatemi del male se parlo di lui, del potentissimo Dick Cheney, vicepresidente USA nonché ex amministratore delegato di Hulliburton. Nella sua foga è andato a caccia di quaglie e ha ferito un compagno di battuta con una raffica di pallini al viso. L'incidente è avvenuto sabato 11 gennaio, ma è rimasto nascosto 24 ore. Il primo a darne notizia è stato un giornale locale texano: il Caller -Times di Corpus Christi. Il ferito e Harry Whittington, 78 anni, avvocato milionario e repubblicano di Austin. L'incidente è avvenuto in Texas. Dalle ricostruzioni Cheney aveva preso di mira un uccello (gulp!) e il povero (povero???) Whittington si è trovato sula linea di tiro. "Il ferito si lamentava e Cheney continuava a scusarsi", ha riferito un testimone. Lascio le perfidie e le battute ai lettori del blog.
(fonte - Ansa)
Ecco io volevo darvi questa notizia. Però, vi prego, non fatemi del male...

sabato, febbraio 11, 2006

Dolore



L'Iraq è un casino? Sì. La strategia delle tensione che spinge dei poveri derelitti a farsi esplodere in mezzo alla folla è una vergogna? Sì. Questo non deve però far dimenticare le responsabilità delle truppe angloamericane occupanti.

In quest'immagine, giustamente premiata, Chris Hondros (Getty Images) ha ripreso la disperazione di una bambina a cui le truppe USA hanno ammazzato i genitori.

mercoledì, febbraio 08, 2006

Statura internazionale


Tre grandi statisti che tengono alto il nome dell'Italia nel mondo. Il premier Berlusconi, Calderoli della Lega (che sogna la secessione, ma prende lo stipendio da Roma), e Lombardo (nomen omen) leader autonomista siciliano. Sullo sfondo l'eroico Paolo Bonaiuti.

Caratterista


Inteso, ovviamente, come uomo di carattere.

da Repubblica

PRESIDENTE DA LICENZIARE
CORRADO SANNUCCI
Quando ci si interroga sui mali del calcio italiano ci si dimentica che poi l´ambiente è fatto di personaggi come Aldo Spinelli, figure che hanno fatto delle società un campo dove possono scorrazzare a loro piacimento, obbedendo ai propri azzardi e alle proprie paturnie. In pochi giorni, il presidente del Livorno ha collezionato una rara doppietta, che testimonia del suo equilibrio politico e della sua lungimiranza tecnica: prima ha ‘tradito´ campo nella battaglia per i diritti sportivi, peraltro dopo una serie di comportamenti ondivaghi, e poi ieri ha spinto alle dimissioni il suo allenatore, responsabile di un grave delitto, quello di aver portato a lungo il Livorno dei Pfertzel al quinto, ora sesto, posto in classifica.
Quali sono state le colpe di Donadoni? Aveva già firmato per il Milan l´anno prossimo, aveva insultato la memoria del Che davanti alla curva, pretendeva che gli si acquistasse Ronaldinho? Naturalmente nulla di tutto questo ed è incredibile che un presidente possa distruggere in poche ore un lavoro tecnico, una credibilità, una simpatia costruiti lungo tutto un campionato. Ed è stata inoltre la volgarità del gesto a stupire, una dichiarazione fatta al Processo di Biscardi, la tribuna più sguaiata e caciarona, mettendo alla berlina un professionista impeccabile, anche se la reazione comune da parte di tutti, lunedì sera, ma anche nell´intera giornata di ieri, è che Spinelli fosse stato preso da un attacco di pazzia. Pare che il presidente volesse cacciare Donadoni già prima di Natale dopo la sconfitta con il Milan, che rimproverasse al tecnico di non raccontare balle dicendo di voler puntare alla Champions League, che fosse insoddisfatto del gioco della squadra: evidentemente, dopo la soluzione-ponte di Mazzone, conta di ingaggiare Mourinho. Ed è ridicolo che l´acme di questa manovra di mobbing sull´allenatore sia arrivato dopo lo strano pareggio con il Messina, provocato da una delle più stupefacenti topiche di un arbitro degli ultimi anni, evidentemente Spinelli si è voluto mantenere al livello comico di quell´arbitraggio. Ha buttato via un patrimonio, un tecnico apprezzato per la gestione degli uomini e per quello che ne aveva ricavato, tanto da diventare un candidato per il futuro del Milan, ha pensato di poter condurre il teatrino del «ti caccio, non ti caccio» ma è incappato in una persona che ha dignità da vendere e che l´ha subito stoppato. Un teatrino che è comune in serie A, dove quasi un terzo delle panchine è già cambiato, del quale è un maestro Zamparini, il numero due della Lega, evidentemente è un cancro endemico, un´abitudine connaturata al sistema. Ma all´assurdo di Livorno neanche Zamparini c'era arrivato.

martedì, febbraio 07, 2006

Giovane imbecille



Questo signore nella foto è Omar Khayam. In una dimostrazione a Londra aveva sfilato "per protesta" con una finta cintura esplosiva. Non era stato arrestato, ma poi il Sun ha scoperto che aveva avuto una condanna a sei anni per spaccio di droga. Ovviamente il giornale oggi si chiedeva: è questo un musulmano?

Una piccola storia di squallore in un qualcosa di assurdo e molto più grande.... e intanto, quando posto, sono morte almeno 6 persone. Tutto per delle vignette e per un caso montato ad arte.

domenica, febbraio 05, 2006

Pubblicita pregressio

Un blog assurdo dedicato a una figura che vive e lotta assieme a noi: Chewbacca.

Ecco il vero volto di Peter Mayhew, l'attore che lo impersonava



Ed ecco l'indirizzo del blog di questa figura della mia infanzia: http://rrrrrrrrrrrrrnnnnnnnnnnhhhh.blogspot.com/

È il non-sense totale.

Politica aliena



Questo è un blog di esteri. Posto le dichiarazioni di X-234, premier del pianeta Sprùzz, nella galassia di Ark O2re. Mi sono arrivate anonime col titolo "puttanate dallo spazio".

Ovviamente ogni riferimento a fatti o persone è da ritenersi puramente casuale. Non può infatti esistere un politico così sul pianeta terra.

enjoy:

X21 all'Iri favorì le coop rosse.
X-234 ha accusato X21 di aver favorito le cooperative rosse quando era presidente dell'Iri. Nel corso del suo intervento al comizio di Saturno3, il presidente del Consiglio ha riferito di una interpellanza fatta da Fernandel all'allora presidente dell'Iri in cui chiedeva informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori della variante di valico. Secondo quanto riferito dal premier, X21 avrebbe risposto: "I lavori non inizieranno fino a quando non ci sarà un accordo sulle quote di lavoro a favore della della Lega Coop". "La normale attività di X21 all' Iri - ha quindi osservato il premier - era svendere le aziende al suo amico Repubblica".

Truffa all'Inps.
X-234 ha anche accusato il centrosinistra in un'intervista alla Tv di Mercurio E' Tv di aver messo a punto una truffa all'Inps: "Ci sono state anche delle truffe. Un amministratore pubblico non poteva avere raddoppiato lo stipendio se era dipendente di un partito. Per aggirare questo ostacolo il partito dei Ds, Pci, Pds è lo stesso, ha deciso di licenziare questi uomini e farli assumere dalle cooperative: questo da un lato ha dato la possibilità di raddoppiare lo stipendio, dall'altro ha permesso di veder pagati dall'Inps i contributi, perchè si sono messi in aspettativa. Si tratta di una truffa piena".


Gardini pagò i Ds. (strana omonimia con fatti di un paese europeo)
"Gardini entrò, e questo è nelle carte, con una borsa di un miliardo di lire nella sede del Pci delle Botteghe Oscure - ha accusato nella stessa intervista X-234 - Non si procedette a trovare i responsabili di quella dazione illecita perchè non si volle sapere a chi Gardini consegnò quella borsa. Se fosse successo ad una mia azienda, i giudici avrebbero arrestato dieci tra dirigenti e impiegati e avrebbero buttato la chiave della cella".

Attacco alle coop
In precedenza, nel tour su Saturno X-234 era tornato ad attaccare le coop. "E' uno sconcio. C'è del marcio oltre che nella magistratura anche nelle coop, i cittadini di Sprùzz devono aprire gli occhi e la grande stampa è connivente. C'è del marcio e anche tanto..". Secondo X-234 nel Nord di Marte ci sarebbe stata "una truffa palese che ha portato alla condanna solo di chi non era iscritto al Partito comunista".

Attacco alla magistratura.
I magistrati "rossi" a Cuba per osservare da vicino un regime comunista? Lo ha proposto, con una battuta, durante il comizio di X-234 un militante di Forza Sprùzz. "Ahimè, sono sicuro che hanno idee radicate nel passato, nella scuola di Mosca e se andassero a Cuba sono sicuro che tornerebbero solo dopo aver fatto turismo sessuale e senza avere imparato niente...", ha risposto il premier.

Cdl in testa.
"Secondo i dati in nostro possesso noi siamo in testa", ha affermato ancora X-234 parlando al Palazzetto dello Sport. "C'è una disparità tra X21 e il sottoscritto, X21 è sotto di diversi punti". "Sono tutti uguali i sondaggisti. Sono schierati a sinistra - ha poi spiegato - Tra di loro c'è una sorta di accordo, di sindacato. Abbiamo commissionato a questa agenzia americana un sondaggio. I risultati saranno pronti tra quindici giorni. Ma ci dicono già ora che siamo in testa".

Giunte "rosse"
Il premier parla anche di presunti "appalti" truccati. "Per esempio in Umbria - denuncia il premier - tutte le assicurazioni delle giunte rosse vanno all'Unipol, fino a sei-sette anni fa andavano a trattative private poi si è introdotta la trattativa pubblica e sono sempre loro a vincere, perchè i privati sanno di perdere e non partecipano alla gara. Mi raccontano di casi di ospedali che hanno assunto la manutenzione per venti anni...".

A sinistra sempre arrabbiati.
"Noi sappiamo ridere e anche prenderci in giro, mentre loro sono sempre incazzati...". Lo ha detto il premier X-234 nel suo intervento al comizio di Marte. Forse, ha aggiunto sorridendo, sono arrabbiati perchè "la mattina, per farsi la barba, si guardano allo specchio".

Programma Unione scritto sull'acqua.
Il programma del centrosinistra? ''Non esiste, è scritto sull'acqua'', ha detto ancora il presidente del Consiglio su Marte. X-234 ha aggiunto che, in seguito all'approdo dei radicali nell'Unione, ora il centrosinistra intende ''abolire'' il Concordato e l'8 per mille. ''Non credo - ha detto il leader della Casa delle Libertà - che sia una cosa buona perchè offende le nostre radici cristiane''.

sabato, febbraio 04, 2006

Doppiatore sdoppiato



dal sito www.centrodiascolto.it

Woody Allen: «Sono ateo». E il doppiatore si dissocia

di Roberta Jannuzzi (RadioRadicale)


Non è un film di Woody Allen. Di questi tempi, infatti, accade nella realtà.

Lo storico doppiatore, terminata l'intervista al grande regista americano, sente il bisogno di dissociarsi da quanto quest'ultimo ha appena affermato circa la vita, la morte, la religione e di sottolineare, a scanso di ogni dubbio, la sua fede cattolica. Per di più pronuncia quelle parole appropriandosi letteralmente dell'immagine dell'intervistato, in sincrono con le sue labbra, mettendo in atto, volontariamente o meno, un vero e propio inganno per lo spettatore che abbia cambiato canale proprio in quel momento.

E' accaduto nell'ultima puntata de Il senso della vita, la trasmissione condotta da Paolo Bonolis e trasmessa giovedì sera da Canale 5. I giornali, a quanto pare, non se ne sono accorti. Mentre Allen, doppiato dalla sua voce italiana, quella famosissima di Oreste Lionello, sta rispondendo all'ultima domanda di Bonolis, un messaggio in sovraimpressione avverte che «Lionello ha deciso di prendere le distanze da tutto ciò che ha detto Woody Allen».

Poco dopo, dunque, il doppiatore si sdoppia e parlando con il volto del regista di Manhattan e Un'altra donna (e di Match Point che uscirà a giorni in Italia), afferma: «Io non sono ateo, sono cattolico, accetto la fortuna, ma è il lavoro che dà il diritto di ospitalità sulla terra. E poi non credo che con la morte finisca tutto. Noi siamo dei veicoli di creatività per i nuovi esseri umani. Noi siamo un infinitesimo lampo della gran luce di Dio».

Certo, la frustrazione dell'attore con una lunga carriera alle spalle, che tuttavia è approdato al successo soprattutto per la voce prestata ai film di qualcun'altro, è comprensibile. E' lo stesso Lionello a suggerirla: «Vorrei impadronirmi del corpo di Woody Allen, visto che - almeno in Italia - mi identificano con lui. Perché in Italia qualcuno è qualcuno solo quando assomiglia a un altro».

- il doppiatore sdoppiato-



Proprio lui che, nel 1973, facendo il verso ad Allen, aveva girato il lungometraggio Provaci ancora Lionel e che, quando venne alla ribalta la relazione del regista con la figlia adottiva, giurò di non prestare mai più la sua voce a un pedofilo.

E tuttavia, considerate le dichiarazione rese da Allen nell'intervista, e in particolare le opinioni molto dure espresse sulle organizzazioni religiose, prevale la sensazione che questo episodio sia soltanto lo specchio dei tempi. (Roberta Jannuzzi)

Le dichiarazioni di Woody Allen

«Devo dire di avere una scarsissima considerazione della morte. E' tra le cose che preferisco di meno. Credo che essere umani significhi essere ossessionati dalla propria mortalità. Ognuno di noi la affronta in modo diverso. Siamo tutti consapevoli del nostro essere finiti. Alcuni preferiscono dire: «Non mi importa, la vita è meravigliosa». Altri preferiscono dire: «Io sono religioso, ci sarà un'altra vita nell'aldilà, non mi preoccupo». Altri si distraggono con il sesso, la sessualità. Altri con la politica, o il lavoro. Altri costruendo grandi piramidi e opere d'arte. Alla fine, però, ci ritroviamo tutti nella stessa posizione. E' una prospettiva molto triste: inafferabile, ineluttabile, spaventosa, su cui non c'è niente di buono che si possa dire». «Che cosa desidererebbe rimanesse di lei, dopo, per il mondo, per i suoi cari?»,

chiede allora Bonolis. «Per me non importa, perché quando sei morto sei morto. Spero che i miei figli e la mia vedova avranno una bella vita, ma quando non ci sarò più non mi importa di quello che farete di me. Io ho firmato uno di quei moduli in cui ho accettato di donare gli organi, non so... gli occhi, il cuore, i reni. Potrete dimenticarvi di me, dimenticare i miei film, buttarli in mare».

E Bonolis: «Lei è ebreo e questo è un argomento centrale nel suo lavoro. Ecco, che differenza c'è tra un ebreo e un cristiano? E che rapporto ha lei oggi con Dio?».

«Primaditutto io non credo in Dio. Sono ateo, non sono religioso. E non credo che esistano differenze tra ebrei e cristiani, sono solo nomi attribuiti ad alcuni gruppi che sono molto inutili al mondo. Non credo che tra le persone debbano esistere queste differenze, non credo in nessuna di queste religioni. Credo che le religioni siano soltanto organizzazioni, gruppi politici composti da ciarlatani. Ebrei, cristiani, musulmani... sono tutti uguali. Tutti a dirci di sapere quello che vuole Dio, come dobbiamo vivere la nostra vita. Vogliono la nostra fedeltà, i nostri soldi... Io, questi gruppi, li considero uno spreco di tempo. Sono soltanto l'opportunità di aderire a un circolo che esclude gli altri. Che ci dice: «Non sposare una persona dell'altro circolo, sii fedele alle persone del tuo circolo».
E' puro sciovinismo, senza alcun tipo di sentimento religioso. Io non ho niente in contrario ai sentimenti religiosi personali. Tutti gli esseri umani al mondo possono provare sentimenti religiosi personali e un senso di trascendenza, nel senso che esista qualcos'altro, che esista un profondo senso della vita. Sono sentimenti legittimi. Io personalmente non ci credo. Molti, invece, sì e io li rispetto, ma questo non ha nulla a che fare con i gruppi organizzati, con le loro regole, con i soldi che ti fanno pagare, le usanze che ti fanno seguire, i vestiti che ti fanno indossare, le gerarchie cui ti fanno obbedire, e che ti docono poi di avere le risposte alla vita. Tutto questo io lo trovo veramente assurdo».

«Fino a che punto la fortuna conta nella vita?», domanda ancora Bonolis. «Alla domanda se preferisci essere bravo o fortunato, la risposta è: fortunato. Perché se sei fortunato le cose ti vanno bene, hai una vita felice e il successo. Se sei bravo, sarai anche bravo, ma potresti avere una vita meschina, piena di insuccessi e insoddisfazioni. Guarda che non conta se sei bravo. Devi essere fortunato». «Questa trasmissione si chiama Il senso della vita. Qual è il suo senso della vita?», chiede infine Bonolis. «Io trovo che la vita non abbia alcun senso. Il trucco, nella vita di un artista, di un intellettuale - cosa che io non sono -, di un pensatore, consiste nel capire come potere tirare avanti consapevoli di questa terribile realtà, di quanto priva di senso sia la vita e, alla fine, di quanto siamo schiacciati dall'enormità dell'universo, cercando di trovare un piacere, una gioia, una ragione per continuare. Questo è il grande conseguimento di una vita».

Un intervento di Franco Corleone




È una legge tossica

Equiparare l'hashish all'eroina moltiplica lo spaccio e il consumo di sostanze pesanti. E crea una nuova generazione di drogati. colloquio con Franco Corleone

di Roberto Di Caro (Fonte l'Espresso)

Le nuove regole e la giustizia fai-da-te

Sono dei pazzi! Nella loro foga pseudo umanitaria contro la cannabis finiscono per criminalizzare un'intera generazione: questa non è una legge, è un manifesto ideologico che avrà effetti nefandi proprio sulle persone cui pretende di salvare il corpo e l'anima... Franco Corleone è un tipo più abituato alle cifre e alle tabelle che alle invettive: inusuale dunque, nonostante la sua decennale militanza antiproibizionista, un tono del genere. Ma le nuove norme antidroga, che il governo ha fatto approvare giovedì 26 gennaio al Senato e si appresta a votare martedì 7 febbraio alla Camera con l'indecoroso doppio escamotage del voto di fiducia e di un maxiemendamento inserito nelle norme per finanziare le Olimpiadi invernali di Torino, sono davvero al di là del bene e del male. Nel merito come nei meccanismi istituzionali utilizzati, nell'impianto concettuale strutturato dal vicepremier Gianfranco Fini come nella bassa cucina del loro apparente addolcimento a opera del ministro per i rapporti con il Parlamento, l'Udc Carlo Giovanardi. Un pateracchio del genere, nonostante tre anni di annunci e ballon d'essai, non se l'aspettava neanche Corleone, che pure presiede l'associazione Forum droghe, pubblica da dieci anni il mensile 'Fuoriluogo', è stato per l'intera passata legislatura sottosegretario alla Giustizia con i ministri Flick, Diliberto e Fassino, ed è tuttora Garante dei diritti dei detenuti nelle tre carceri del Comune di Firenze: Sollicciano, il minorile Meucci e il Gozzini a custodia attenuata per tossicodipendenti.

Lei parla di un'intera generazione, ma i dati della presidenza del Consiglio, relazione annuale sulle tossicodipendenze, sostengono che appena il 13 per cento della popolazione fra 15 e 44 anni ha fatto uso di droghe negli ultimi 12 mesi. Sono credibili?
"Francamente non mi pare. Gli unici dati certi e significativi sono quelli penali. Le segnalazioni al prefetto, intanto: 87.894 solo nel 2004".

Sono tanti o pochi?
"Sono tantissimi! Prima erano circa 20 mila l'anno, ma l'effetto di annuncio della nuova legge ha intensificato l'attività di polizia. Già la vecchia legge comportava dapprima un'ammonizione, poi il ritiro della patente e del passaporto...".

E la nuova?
"L'obbligo di rientrare a casa entro una certa ora, di presentarsi due volte la settimana a un posto di polizia, o tutti i giorni prima e dopo la scuola, il sequestro del motorino, il divieto di frequentare locali... Un inferno. Tutto perché ti hanno beccato con uno spinello. L'88 per cento dei segnalati alle prefetture erano infatti in possesso di sola marijuana o hashish, e appena il 5 per cento di cocaina, il 3 di eroina, l'1 di anfetamine. Siamo alla criminalizzazione di massa della cannabis, vista come il di scrimine nella lotta tra il bene e il male: in una legge che è un manifesto di intolleranza e un condensato di pregiudizi moralisteggianti".

La droga è droga, è il punto chiave della nuova legge. Che cancella le distinzioni tra leggere e pesanti.
"È una stupidaggine: nel Regno Unito la cannabis è stata di fatto depenalizzata due anni fa. Ed è un'infamia per gli effetti che tale indistinzione genererà".

A quali prevedibili effetti si riferisce?
"Lei pensa che uno spacciatore continuerà a vendere canapa quando, rischiando le stesse pene, può spingere coca, acido o pillole, che occupano meno spazio e rendono di più?".

Lo stesso vale per il consumatore?
"Certo. Se al ragazzo la legge dice che una droga vale l'altra, comincerà ad assumere un giorno una sostanza e il giorno dopo un'altra. Un messaggio devastante dal punto di vista educativo, laddove bisognerebbe invece distinguere l'uso occasionale da quello dissennato".

Sta parlando di politiche di riduzione del danno?
"Anche. Non è mica una parolaccia".

Senta, lei è da sempre un battagliero antiproibizionista. Ma il problema esiste: il consumo di coca dilaga, non c'era bisogno di Lapo Elkann per scoprirlo. E i ragazzi nelle discoteche s'impasticcano come matti di roba sintetica che gli brucia il cervello. Soluzioni?
"Ai ragazzi che amano i rave party che cosa vai a dire, che è meglio starsene a casa a godersi Mozart? Lo so anch'io, ma loro preferiscono i rave. Meglio allora consentire e incentivare in loco il 'pill testing': che scartino almeno le più nocive".

Legalizzerebbe o punirebbe la vendita?
"Legalizzerei la cannabis e continuerei a perseguire lo spaccio di altre sostanze, ma con pene congrue. Unificare le pene al massimo, innalzandole come fa questa legge, anche per la cannabis, da 1-4 anni a 6-20 anni, è criminale. Oltretutto decidendo per decreto chi è spacciatore, in base alla quantità di principio attivo contenuto nella sostanza sequestrata!".

Questa era la proposta Fini: se ti trovano con 0,25 grammi di principio attivo sei automaticamente uno spacciatore.
"Cioè tre, quattro spinelli. O uno, dipende dalla qualità della sostanza. Assurdo".

Giovanardi, nel testo finale, ha però rinviato la stesura della tabella agli uffici del ministero.
"Peggio! Così si attribuisce a un organo amministrativo il potere di decidere chi è uno spacciatore da mandare in galera e chi un consumatore da recuperare, in spregio al principio del giusto processo e all'esito del referendum che nel '93 abrogò la punizione del consumo: 'Una visione farmaceutica del diritto', l'ha liquidata Alfredo Biondi, che pure fa parte del Polo".

Sta dicendo che queste norme sono incostituzionali?
"Tali mi paiono, sotto vari aspetti. Anche l'attribuire il diritto di certificare lo stato di tossicodipendenza del soggetto a enti privati, gli stessi che poi dovranno prenderlo in cura nella condizione di arresti domiciliari, determina un conflitto di interessi che considero incostituzionale. Promuoveremo varie eccezioni. Sempre che non la si risolva diversamente".

Intende dire se vince il centro-sinistra?
"Se facessi io il ministro e stabilissi in tabella che il minimo consentito di principio attivo è di un chilo? Scherzo. Ma il centrodestra ha creato il precedente di legiferare su una materia del genere con decreto e sotto il ricatto del voto di fiducia, come se fossimo in regime totalitario. E se facessimo così anche noi?".

E poi basta




Mi sto sempre più convincendo che quello delle vignette è un caso montato ad arte, esploso adesso dopo che i disegni erano stati pubblicati (in settembre dell'anno scorso). I poveracci sfruttati e organizzati (ripeto a Giacarta erano appena 300) magari non lo sanno. Quegli altri imbecilli (pericolosi, ma imbecilli) che armati hanno assaltato la sede dell'Unione Europea in Palestina forse preferirebbero che l'UE chiudesse i rubinetti del denaro? Il desiderio di auspicarlo è grande se non fosse per il fatto che tanta povera gente fra i Palestinesi dipende da quel denaro. Tanta gente oltre ai mafiosi che fanno finta di lottare per la causa del loro popolo.

Posto il pezzo di Michele Serra da l'Espresso. Almeno ci facciamo due risate.

Macché atomica: è un prataiolo

Emirati Arabi Assortiti, Popezia, Iran ma anche Stati Uniti. Pregi e difetti degli attuali Stati teocratici, tutti uniti nell''idea fissa di dichiarare guerra ai blasfemi

Con la vittoria di Hamas l'elenco dei partiti religiosi al potere si allunga. Sono sempre più numerosi i paesi nei quali si governa in nome di Dio, il cui cumulo di cariche pubbliche rischia di superare quello della famiglia Gava ai tempi d'oro. Tra i vantaggi della teocrazia, una drastica riduzione del personale statale: un solo prete, allo stesso sportello, può emettere un anatema o uno stato di famiglia, una benedizione o il bollo per la macchina, con grande risparmio di tempo e di denaro per il cittadino. Tra gli svantaggi, l'idea fissa di dichiarare guerra agli Stati blasfemi, con continui raid aerei, atti di terrorismo, crateri che rendono molto faticosi gli spostamenti casa-ufficio.
Ma vediamo di riassumere la situazione.

Palestina Hamas giudica irrealistico l'obiettivo di uno Stato palestinese. Perciò punta a uno Stato Islamico Mondiale, con capitale a Gaza, che sottometta l'intera popolazione terrestre alle leggi coraniche. Intende aprire trattative con i governi di tutto il mondo purché si presentino a Gaza a piedi lasciando l'auto a Ramallah, nel parcheggio a pagamento dello sceicco Baruk, detto il Grande Isterico, nuovo plenipotenziario della diplomazia di Hamas.

Stati Uniti I Padri Fondatori sbarcarono dal Mayflower convinti di essere approdati in Terra Santa, ma il peggio è che avevano passato tutta la vita in Inghilterra convinti che fosse il Belgio. Le prime cartoline inviate ai parenti rimasti a casa, quasi tutte con una veduta delle Montagne Rocciose e la scritta 'Saluti da Alassio e dal suo Muretto', sembrano confermare la grande confusione geografica alla base della nascita del Grande Paese. Confusione che perdura tutt'ora: alla base delle circa 200 guerre scatenate dagli Stati Uniti dalla loro nascita a oggi, gli psicologi hanno individuato il forte desiderio di recuperare con la forza, in ogni angolo del globo, le cartoline sbagliate spedite dai primi pionieri. L'attuale governo, presieduto dal cristiano rinato Bush, tenta di accreditare l'ipotesi che nelle Sacre Scritture fossero previsti anche il numero esatto dei birilli del bowling e l'invasione dell'Iran.

Iran L'invasione degli Stati Uniti è al primo punto nel programma del nuovo governo degli ayatollah, e si aggiunge alla distruzione di Israele e alla conquista di Saturno, ritenuti obblighi di ogni buon musulmano insieme alle abluzioni. Sono previste, però, anche alcune riforme liberali: verrà legalizzato il pettine per capelli e le donne investite dai camion non dovranno più pagare le ammaccature al paraurti. Accusati dalle Nazioni Unite di aver messo in atto esperimenti nucleari, gli esperti militari di Teheran si difendono sostenendo che i funghi mostrati dalle foto satellitari sono enormi prataioli.

Emirati Arabi Assortiti Meno conosciuti degli Emirati Arabi Uniti, quelli assortiti sono un minuscolo gruppo di staterelli desertici che si contendono, da secoli, combattendo all'arma bianca, un'unica oasi con un'unica palma. Si tratta di quattro diversi sceiccati, uno sunnita, uno sciita, uno wahabita e uno juventino, che nella migliore tradizione islamica cercano di sopraffarsi l'un l'altro con ogni mezzo per imporre la vera fede. Ricchissimi di petrolio, non fanno in tempo a estrarlo perché l'unica trivella della zona è ancora imballata per impedire ai nemici di rubarla.

Popezia Piccola repubblica caucasica di rigorosa confessione ortodossa. Il governo viene esercitato da un direttorio di pope, che secondo l'antica regola pregano giorno e notte rinchiusi nel santuario della Vergine Straziata, e dunque, in 1.500 anni di storia, non sono stati in grado di promulgare neanche una legge. L'unica regola in vigore è il divieto di radersi per gli uomini, recentemente esteso anche alle donne dopo una lunga lotta per la parità. Il codice della strada prevede di affidarsi a Dio, considerando blasfemo ogni regolamento imposto dagli uomini. L'economia della Popezia si fonda sul fiorente commercio di rottami d'auto, esportati in tutto il mondo.

Atlantide Opulento impero dell'antichità, Atlantide è ancora considerato un modello inimitabile di Stato teocratico eretto per volere di Dio su un enorme materassino gonfiabile, andò alla deriva per secoli sapendo che prima o poi si sarebbe sgonfiato e sarebbero tutti annegati. Ma gli abitanti erano felici, perché nel Sacro Libro stava scritto: "La vera vita è solo nel fondo del mare". Annegarono con il cuore pieno di gioia, non sapendo che il Sacro Libro era, in realtà, un manuale per l'allevamento delle seppie.

- il Foglio di Giuliano Ferrara ha preso posizione-

venerdì, febbraio 03, 2006

Il Signor Bonaventura



"Qui comincia l'avventura del Signor Bonaventura..." erano i tempi del Corriere dei Piccoli. Il miliardario boccalone alla fine riusciva sempre a guadagnare qualcosa. Quasi come ha fatto il nostro mondo politico.

Un pezzo e un commento dal Corsera del 3 febbraio 2006

In arrivo una sanatoria per i tesorieri dei partiti


Il Governo ottiene la fiducia sul decreto milleproroghe

ROMA — Una pioggia di denaro sui partiti politici, con la possibilità di ottenere contributi anonimi fino a 50 mila euro e soldi dallo Stato anche in caso di interruzione della legislatura. Con tanto di sanatoria, e salvacondotto per il futuro, per i loro amministratori rinviati a giudizio. E, se non bastasse, un fondo di garanzia pagato dallo Stato per far fronte ai loro creditori.
Per il segretario radicale, Daniele Capezzone, è «uno scandalo». Per il senatore di Forza Italia, Lucio Malan, «solo l'introduzione del diritto alla privacy nelle donazioni ai partiti». Fatto sta che le nuove norme sui partiti, inserite a sorpresa nel maxi- emendamento al decreto legge sulla proroga di alcune scadenze di legge, si avviano a diventare rapidissimamente legge dello Stato. Grazie alla fiducia ottenuta ieri a tarda sera dal Governo al Senato (159 favorevoli su 162 votanti, assente in aula l'opposizione) sul provvedimento, e che sarà replicata alla Camera la prossima settimana.
CAOS IN PARLAMENTO — A prescindere dalla sorpresa sul finanziamento dei partiti, il testo del maxi-emendamento, che raccoglie cinque decreti ed altre disposizioni che rischiavano di non essere convertiti in tempo utile, ha comunque scatenato ieri durissime polemiche nel governo e nella maggioranza, e tra la maggioranza e l'opposizione, che ne ha chiesto il ritiro. Con un ministro (Mario Baccini) pronto a dimettersi perché nel maxi-emendamento non è entrata la norma che stabilizzava nella loro nuova posizione tutti i dipendenti pubblici distaccati e comandati. E un altro ministro (Giulio Tremonti) arrabbiatissimo per il pasticcio.
DIMISSIONI ANNUNCIATE — Per il governo, rimproverato dal presidente del Senato Marcello Pera e costretto a scusarsi in Aula per aver presentato un testo pieno di errori, senza relazione tecnica della Ragioneria dello Stato, e con moltissime norme senza copertura finanziaria, poi espunte, è stata una giornata quanto meno difficile. «Abbiamo lavorato fino all'altra notte alle due. Abbiamo dovuto mettere d'accordo la presidenza del Consiglio con l'altra Presidenza, quella un po' più in alto, oltre a tutta una serie di richieste provenienti da più parti» ha spiegato il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento che ha gestito il dossier, Cosimo Ventucci, mentre Tremonti ha parlato di un «vero e proprio assalto all'ultima diligenza». Il problema, però, non è affatto risolto: Baccini ha fatto sapere di aver solo «sospeso» le sue dimissioni. Aspetterà martedì per capire se le proposte sulla pubblica amministrazione potranno essere recuperate in extremis in qualche altro decreto.
Paiono definitivamente tramontate, invece, alcune delle norme cassate per mancanza di copertura. Tra queste ce n'erano alcune importanti, come l'assunzione di 68 persone all'Antitrust, e il rinvio di alcuni termini previsti dalla legge sul risparmio appena approvata. Salta anche l'assunzione di cinque nuovi Consiglieri di Stato, otto avvocati e 6 procuratori dello Stato, duramente contestate dall'Anma, l'Associazione dei magistrati amministrativi.
SOLDI AI PARTITI — Nessun rilievo formale, invece, sulle nuove regole in favore di partiti. Aziende e privati cittadini potranno donare ai partiti fino a 50 mila euro (prima il limite era di 2.500 euro) senza certificazione di ricevuta e relativa denuncia. Si stabilisce poi che i rimborsi dello Stato alle forze politiche non si interrompano in caso di scioglimento delle Camere. Dureranno in ogni caso cinque anni. E queste somme, che diventano veri e propri crediti, potranno anche essere cartolarizzate, ovviamente con l'emissione di obbligazioni, e cedute a terzi.
«I creditori dei partiti — si legge nel testo — non possono pretendere direttamente dagli amministratori dei medesimi l'adempimento delle obbligazioni del partito, se non qualora questi abbiano agito con dolo o colpa grave». Resta inteso che le nuove norme si applicano «anche per i giudizi e i procedimenti in corso».

IL REGALO CHE SI FA LA POLITICA

Proprio nel giorno in cui la Camera dei deputati non ha voluto correggere la norma discriminatoria che ostacola la presentazione della Rosa nel pugno alle prossime elezioni, i partiti si fanno un bel regalo. Un regalo costoso, mimetizzato per non ostentare la munificenza di chi ha elargito un simile dono, ma consistente e cospicuo. Il regalo è l'aumento del finanziamento (mascherato) ai partiti, che adesso riceveranno quattrini pubblici per un intero quinquennio anche in caso di scioglimento anticipato delle Camere.
Inoltre viene incrementato a dismisura il rimborso percepito dai partiti per ogni voto ricevuto. Per finire, e la cosa provocherà certamente il giubilo dei tesorieri, viene istituito un fondo di garanzia per il ripianamento dei debiti accumulati dai partiti.
Ci sarebbe un particolare: gli italiani in passato hanno votato a maggioranza in un referendum per l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Da ieri possono dire con certezza di essere stati presi in giro.

Discreto dissenso

Immagini a Giacarta del discreto dissenso di alcuni devoti fedeli.



Sicuramente la pubblicazione dei danesi non è stata furbissima. Certamente il Vaticano sarebbe intervenuto per criticare eventuali caricature di Gesù, questo però non giustifica il ricorso alla violenza di una infima minoranza di fanatici (perché questo sono), che alza la voce solo perché armata. "Il fascismo (inteso come forma mentis)", mi disse una volta il grande Benedetto Nardacci, "è nel cuore. Se manca il rispetto dell'altro puoi dirti quello che vuoi, ma resterai un fascista".

- Un gruppo di indonesiani propone una discussione franca e aperta (nel senso che vogliono aprirlo proprio) con il premier danese -

mercoledì, febbraio 01, 2006

Danimarca, questa meravigliosa


Boicottaggio dei prodotti danesi. Promesse di morte ai giornalisti di un quotidiano e ai disegnatori per le immagini d Maometto.

Ecco la lettera del Jillands Posten

Honourable Fellow Citizens of the Muslim World
Morgenavisen Jyllands-Posten is a strong proponent of democracy and freedom of religion. The newspaper respects the right of any human being to practise his or her religion. Serious misunderstandings in respect of some drawings of the Prophet Mohammed have led to much anger and, lately, also boycott of Danish goods in Muslim countries.

Please allow me to correct these misunderstandings.
On 30 September last year, Morgenavisen Jyllands-Posten published 12 different cartoonists' idea of what the Prophet Mohammed might have looked like. The initiative was taken as part of an ongoing public debate on freedom of expression, a freedom much cherished in Denmark.

In our opinion, the 12 drawings were sober. They were not intended to be offensive, nor were they at variance with Danish law, but they have indisputably offended many Muslims for which we apologize.

Since then a number of offensive drawings have circulated in The Middle East which have never been published in Morgenavisen Jyllands-Posten and which we would never have published, had they been offered to us. We would have refused to publish them on the grounds that they violated our ethical code.

Morgenavisen Jyllands-Posten attaches importance to upholding the highest ethical standards based upon the respect of our fundamental values. It is so much more deplorable, therefore, that these drawings were presented as if they had anything to do with Morgenavisen Jyllands-Posten.

Maybe because of culturally based misunderstandings, the initiative to publish the 12 drawings has been interpreted as a campaign against Muslims in Denmark and the rest of the world.

I must categorically dismiss such an interpretation. Because of the very fact that we are strong proponents of the freedom of religion and because we respect the right of any human being to practise his or her religion, offending anybody on the grounds of their religious beliefs is unthinkable to us.

That this happened was, consequently, unintentional.

As a result of the debate that has been going on about the drawings, we have met with representatives of Danish Muslims, and these meetings were held in a positive and constructive spirit. We have also sought in other ways to initiate a fruitful dialogue with Danish Muslims.

It is the wish of Morgenavisen Jyllands-Posten that various ethnic groups should live in peace and harmony with each other and that the debates and disagreements which will always exist in a dynamic society should do so in an atmosphere of mutual respect.

For that reason, Morgenavisen Jyllands-Posten has published many articles describing the positive aspects of integration, for example in a special supplement entitled The Contributors. It portrayed a number of Muslims who have had success in Denmark. The supplement was rewarded by the EU Commission.

Morgenavisen Jyllands-Posten takes exception to symbolic acts suited to demonise specific nationalities, religions and ethnic groups.

Sincerely yours

Carsten Juste
Editor-in-Chief

- Questa non mi sembra un'immagine offensiva del profeta. Purtroppo i leader dei paesi islamici sono bravi a pretendere rispetto, ma nei loro territori le cose vanno in modo diverso rispetto alle altre religioni. Forse sarebbe ora che qualcosa di grande come il Corano non restasse più sequestrato in mano a fanatici, o peggio, a dei furbi -