Alessandro Profumo (born February 17, 1957) is an Italian banker, the CEO of the Gruppo Unicredito, Italy's major banking group.
In Italy exists a website called Dagospia, is focused on Gossip, but from time to time speaks about economy or politics. See what happened when they wrote something about Unicredit Banca!
Why that? Because the website writes the truth, does what newspapers very often don't do in this country: journalism
DAGO-ESCLUSIVO
Nel cuore della notte, riunione tempestosa a piazza Cordusio: avrebbero deciso l'aumento di capitale che dovrebbe essere intorno a 5 miliardi di euro. Domani riunione straordinaria del Consiglio di Amministrazione Unicredit per ratificare la decisione (che nei giorni scorsi era sempre stata negata da Alessandro Profumo).
Ma il vero problema che ha tenuto banco la notte scorsa è questo: chi sottoscriverà l'aumento di capitale? I soci Unicredit, con il berluscone Palenzona in testa, scalpitano, e il mercato dire depresso o scettico è scrivere un eufemismo. Cercasi quindi investitori istituzionali pronti ad aprire il borsellino. Se non saranno sufficienti, sarà la banca stessa a sottoscrivere la parte che rimarrà inoptata.
Dopo aver attivato una task force di Vigilanza Bankitalia, Mario Draghi ha chiesto all'ex Mister Arrogance di tranquillizzare i mercati. Ormai è chiaro - vedi l'articolo che segue - che l'attacco alla banca italiana è partito da Londra, come Dagospia ha sempre scritto, dove la credibilità di Profumo ha perso molti punti. Lo avrebbero accusato - dicono i boatos della City - di non sapere l'entità dei "prodotti tossici" nascosti nella banche dell'Est, in primis Bank of Austria, che appartiene al 96% a Unicredit.
Intanto, da ieri ore 16 in punto, la più grande banca italiana ha riaperto i cancelli a quella bestia di Dagospia, oscurato perché (non ridete) non rispondente alle "polciy aziendali": ora il sito è tornato di nuovo visibile ai 180 mila dipendenti Unicredit. Deo gratias.
www.dagospia.com
LA CONSOB STANA LO SPECULATORE - LONDRA, EPICENTRO DEL TERREMOTO
Andrea Greco per La Repubblica
Il titolo Unicredit recupera un altro 10% a Piazza Affari e si riporta a 3,08 euro, quasi azzerando le perdite tragiche della prima parte della settimana. Il sereno sembra tornare tra gli investitori, e anche nei rapporti tra gli azionisti di peso e il management guidato da Alessandro Profumo. Che fino a tarda sera si sono confrontati per accelerare sulla manovra di rafforzamento patrimoniale del gruppo scosso dalla crisi della finanza.
Anche se ieri sera non risultavano cda convocati, gli annunci arriveranno presto, forse prima della riapertura di lunedì. L´obiettivo, definito «il più importante di tutti adesso», è far salire l´indice patrimoniale Core Tier 1 all´obiettivo già espresso del 6,2% a fine anno. A metà 2008 il coefficiente era al 5,55%, troppo basso per tempi così tumultuosi. Lo pensa anche il governatore della Banca d´Italia Mario Draghi, e se ne sta convincendo il management di Piazza Cordusio.
L´intervento, che potrebbe spingersi fino a 5 miliardi di euro, dovrebbe avere forma composita. Difficile l´aumento di capitale, che più volte Profumo e le prime linee hanno negato di volere, sarebbero allo studio una serie di misure sul dividendo e la cessione di partecipazioni. A queste quotazioni una cedola da 24 centesimi (quasi un 10% di rendimento) ha poco senso, e sarà probabilmente ridotta per risparmiare parte dei 3 miliardi di euro distribuiti l´anno scorso.
Se poi fosse distribuita una cedola in azioni, sarebbe rafforzato anche il capitale. Altra misura in rampa di lancio è la cessione del 3,5% di Generali, al servizio di un bond e già "coperta da derivati" - vale circa 1,1 miliardi - poi Atlantia (che vale circa 300 milioni), poi immobili per 1,5 miliardi. È poi in emissione un bond da 2,3 miliardi. Interventi da fare in fretta e che trovano il consenso delle Fondazioni grandi socie. Come Cariverona, che ha oltre il 5%, o Caritorino che ha il 4%.
Intanto la Consob ha trovato le prime anomalie sulle vendite allo scoperto su Unicredit di questi giorni: 60 milioni di azioni, pari a circa 180 milioni di euro, non sarebbero stati consegnati entro i tre giorni previsti dalla normativa. L´irregolarità è della filiale italiana di un grande nome della finanza internazionale. Nelle prossime ore la Commissione appurerà se è stato un errore tecnico o la violazione della misura del 22 settembre (quando la Consob ha vietato la vendita di titoli senza averne la disponibilità, proprio per limitare le oscillazioni dei titoli di banche e assicurazioni).
Sempre a ore la vigilanza di Lamberto Cardia riceverà i dati dalla simile autorità britannica riguardo intermediari stranieri che hanno operato su Unicredit con base Londra. Proprio le speculazioni degli operatori, inserite sulle "code" di ordini di vendita di grandi fondi investitori Usa come Fidelity, hanno provocato il terremoto lunedì e martedì. Ma tra i venditori di Unicredit, contrariamente alle voci, non risulta il fondo Amber Capital.
3 commenti:
imparato molto
imparato molto
leggere l'intero blog, pretty good
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