giovedì, gennaio 22, 2009

Giocare sporco



Quando un Primo Ministro fa smaccatamente campagna elettorale contro quello che potrebbe diventare il vero leader dell'opposizione di centrosinistra, qualcosa si è definitivamente rotto nell'equilibrio dei poteri di un Paese.

Franco Bechis per "Italia Oggi"

A meno di un mese dalle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale sardo e la scelta del nuovo presidente, Silvio Berlusconi si è inventato un nuovo aiutino per la popolazione locale. Dopo avere intimato all'Eni di richiamare al lavoro dal primo febbraio i dipendenti del polo chimico di Porto Torres e dintorni, ieri sera in senato è approdato a firma del governo un emendamento al decreto milleproroghe destinato a fare tirare un sospiro di sollievo ad allevatori e agricoltori dell'isola. Saranno sospesi infatti anche con effetto retroattivo fino al 31 luglio prossimo i pignoramenti e le riscossioni nei loro confronti promossi dalle banche creditrici che avevano fornito credito agevolato.

Certo la pausa per i pignoramenti non è una gran novità. Da anni leggi finanziarie e decreti milleproroghe hanno graziato pastori e contadini sardi per un problema che è nato più di venti anni fa. Nel 1988 si concesse (chissà se a qualche vigilia elettorale) con legge regionale del credito agevolato per le loro attività. Solo che con l'andare degli anni l'agevolazione non è stata più tale, grazie alle oscillazioni dei tassi di interesse.

Le rate si sono fatte più pesanti, fino a rendere impossibile il pagamento per molti di loro. I governi di volta in volta si sono fatti carico delle difficoltà di chi pagava mutui, ma non di quelli come allevatori e agricoltori sardi che dovevano restituire il cosiddetto credito agevolato alle banche. Nell'attesa di sciogliere la questione con un intervento normativo che mai si è fatto, nessuno ha trovato qualcosa di meglio del rinvio per legge del loro pagamento, impedendo riscossione forzata e pignoramenti.

Rinvia oggi, rinvia domani, si è arrivati alla legge finanziaria 2008, firmata da Romano Prodi. Lì' si è concesso l'ultimo rinvio, al 31 luglio 2008. Poi fine del periodo di grazia. Qualcuno avrà pure bussato alla porta del governo Berlusconi per ricordare il problemino. D'altra parte ci sono parlamentari sardi nell'uno e nell'altro schieramento. Ma nessuno ha sentito. Sulle prime le banche, che avevano altri guai, ed erano convinte dell'imminente varo della consueta proroga, non se ne sono curate.

Poi a qualcuna sono venuti in mente quei crediti tornati esigibili. E sono scattati i primi pignoramenti. Così, in piena campagna elettorale e con il premier che fa della Sardegna il suo personale Ohio contro il pericolo Renato Soru, ecco spuntare la proroga attesa da 6 mila sardi. La proroga di Silvio, il buon pastore...

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