Essendo io giornalista mi chiedo se questi comportamenti siano normali. Se io scrivo qualcosa di falso mi querelano. Perché dunque non debbono essere riconoscibili agenti che solo perché protetti dall'anonimato possono bastonare perché sicuri di farla franca? In un paese civilizzato a ogni casco dovrebbe corrispondere un numero di matricola, certo non pubblico, ma che dovrebbe poter essere usato dalla magistratura in caso qualcuno voglia querelare o denunciare per abuso di potere. Mi sembra che il reato, persino in Italia esista ancora. Se qualcuno perde il controllo vada a dirigere il traffico. Perché, naturalmente non lo dico io, riporto solo da cronista quanto sentito: "un vigliacco che si nasconde dietro un casco , una visiera e, fatto ancora più grave, una divisa, sempre vigliacco resta". Altra cosa triste, pasoliniana in qualche modo, il fatto che a Bergamo mandino i "terroni" a fare le cariche (io sono di Taranto), si sentono accenti nelle grida dei poliziotti, che certo non sono di Belluno. È tutto molto triste. Ma è l'Italia di oggi e ci vorranno molte generazioni per riparare i guasti di questi ultimi, devastanti, 30 anni di storia d'Italia.
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