domenica, marzo 29, 2009

Ottimo lancio dell'Ansa

UN PARTITO E DUE LEADER, CON RUOLI (E PROGETTI) DIVERSI
(di Alessio Panizzi)
(ANSA) - ROMA, 29 MAR - Un partito, due leader. Con ruoli e progetti diversi per il futuro. Finisce con questa immagine il primo congresso del Pdl. Silvio Berlusconi punta tutto sul suo governo e sul ''popolo'' che, da 15 anni, seppure tra alti e bassi, sostiene la sua leadership carismatica. La missione e' la stessa del 1994: ''cambiare l'Italia'', vincere la scommessa sulla crisi economica mondiale, ammodernare le istituzioni dando ''piu' potere'' al capo del governo. La sua forza e' una maggioranza parlamentare strabordante, ma dovuta anche all'asse con la Lega.
Per ottenere i suoi obiettivi, il Cavaliere e' pronto anche a ''fare da solo''.
Gianfranco Fini guarda oltre l'orizzonte della legislatura, si candida a guidare un centrodestra europeo, moderno, capace di affrontare le nuove sfide globali: l'inclusione sociale, l'integrazione, la bioetica, le grandi riforme costituzionali.
L'attitudine verso l'opposizione, politica e sociale, e' opposta a quella del premier, forse anche grazie al suo ruolo di presidente della Camera. Il suo invito al dialogo, al confronto, alla coesione sociale e' analogo a quello che piu' volte viene dal Quirinale. Un partito, due leader. Solo i prossimi mesi (e forse anni)
diranno se le diversita' di toni, di approccio, di progetti si potranno comporre in un solo disegno strategico. Per il momento, il Popolo della Liberta' che nasce oggi si appoggia ora alla capacita' istrionica e mediatica dell'uno, ora alla abilita' e
al progetto dell'altro. Nei fatti, pero', il confronto tra i tre discorsi (quelli di venerdi' e di oggi di Berlusconi, quello di ieri di Fini), mette in luce molte questioni irrisolte, richiede risposte che non sono venute. Oggi il presidente della Camera non era alla Fiera di Roma per ascoltare il Cavaliere - non c'era nemmeno il suo collega del Senato e le fonti ufficiali parlano di assenze 'istituzionali' concordate in anticipo - ma, se ci fosse stato, non avrebbe ascoltato risposte al suo intervento di ieri, se non nel rimpallo alla sinistra della responsabilita' della ''stagione costituente'' che manca dall'esordio dell'era berlusconiana. Per il resto, niente sul referendum, sul ddl da ''Stato etico'', sul testamento biologico, niente sulle leggi per la cittadinanza degli immigrati regolari, niente sui tre
''patti'' (generazionale, tra capitale e lavoro, tra Nord e Sud) che il presidente della Camera invitava a stringere con opposizione e forze sociali.
Se il dialogo tra i due co-fondatori del Pdl non e' stato pubblico, potrebbe essere stato privato. Ma la sfida del nuovo partito, se davvero dovra' durare ''decenni'', e' anche quella di mostrare se funziona la comunicazione tra i suoi leader.(ANSA).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Decenni? Ma quanto vuole campare Berlusca. Ma non siate ridicoli che ha oltre 70 anni....