SEUL (ats/ansa) Gruppi di cittadini hanno protestato apertamente
in tre città della Corea del Nord per chiedere cibo ed elettricità.
Un evento più unico che raro a conferma delle severe difficoltà
economiche e alimentari cui è sottoposta la popolazione del regime
comunista.
Secondo le ricostruzioni del quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo,
che cita una fonte nordcoreana, le dimostrazioni hanno avuto luogo
il 14 febbraio, due giorni prima del compleanno del leader Kim Jong-
il, nelle città di Jongju, Yongchon e Sonchon, nella provincia di
Pyongan del Nord, non lontane dal confine occidentale con la Cina.
Le proteste hanno visto all'inizio la partecipazione di una o due
persone, cui col passare del tempo se ne sono aggiunte numerose
altre attraverso un'adesione definita «spontanea». Lo dimostra,
rileva il Chosun Ilbo, l'uso di megafoni improvvisati ricavati dai
giornali da cui sono stati scanditi slogan del tipo «Dateci
elettricità e riso!» oppure «Non possiamo più vivere! Vogliamo
elettricità e riso!».
Il famigerato dipartimento per la sicurezza di stato avrebbe
cercato di individuare i responsabili delle manifestazioni di
protesta, arenandosi tuttavia di fronte all'inusuale riluttanza dei
cittadini a fornire informazioni, che hanno dato vita a un autentico
muro di silenzio.
«Quando eventi del genere si sono verificati nel passato -
racconta la fonte nordcoreana -, la gente non esitava a denunciare i
propri vicini alle autorità, mentre adesso le persone si coprono a
vicenda».
Alla base delle dimostrazioni popolari, scrive il quotidiano, vi
sarebbe la decisione del regime di interrompere la già scarsa
fornitura di energia elettrica, in gran parte generata dalle vecchie
centrali costruite dai giapponesi nel periodo di occupazione
coloniale, nelle aree di Jongju e Yongchon, per destinare tutte le
risorse disponibili a Pyongyang e permettere di illuminare la
capitale «come fosse giorno» proprio durante i festeggiamenti per il
compleanno del 'caro leader'.
«La fornitura - continua la fonte - è stata limitata a sole poche
ore al giorno, in aggiunta alle croniche difficoltà a portare il
cibo in tavola con il rialzo dei prezzi del riso». Il disagio,
almeno nella provincia, è arrivato al punto critico da interessare
allo stesso modo soldati e civili.
Secondo un nordcoreano rifugiatosi anni fa in Corea del Sud, le
aree di Jongju e Yongchon hanno creato più di un grattacapo alla
famiglia Kim. Nel 2004, infatti, una forte esplosione si registrò
alla stazione ferroviaria di Yongchon, proprio poco dopo il
passaggio del treno superblindato di Kim Jong-il. Un episodio che
fece subito pensare a un tentativo di attentato.
Nessun commento:
Posta un commento