Pentma vuol dire pietra, ma questo blog è solo un sassolino, come ce ne sono tanti. Forse solo un po' più striato.
mercoledì, febbraio 23, 2011
Gramellini da Fabio Fazio a Che tempo che fa. Le notizie della settimana...
Da guardare giusto gli ultimi due minut quando viene smontata la strategia difensiva della PDL
Facciamo come ci pare
Quanti deliri tra i filo Cav.
di Marco Travaglio
Fonte l'espressonline
Dicono che se il concusso nega di esserlo stato, il reato non c'è. Dicono che se Berlusconi ignorava la minore età della ragazza, il reato non sussiste. Tutte balle: urge un corso accelerato di diritto penale
Sentendo parlare Berlusconi, viene il dubbio che i suoi onorevoli avvocati, forse per un eccesso di umana pietà, non l'abbiano bene informato su quel che rischia dal processo Ruby. Infatti dice serafico: "Accuse infondate e risibili: il dirigente della polizia che sarebbe stato concusso nega di esserlo mai stato e la minorenne nega di aver mai avuto avances o rapporti sessuali e afferma di essersi presentata come ventiquattrenne". Non gli hanno spiegato che, per la concussione, non è necessario che il concusso si dichiari tale: trattandosi di un'estorsione commessa da un pubblico ufficiale, essa pone il concusso in uno stato di sudditanza. Di solito, nei processi per estorsione, la vittima del racket nega di aver pagato il pizzo, eppure chi gliel'ha imposto viene condannato lo stesso. Per la prostituzione minorile, basta provare che la prostituta era minorenne, non che l'indagato lo sapesse; se non lo sapeva, peggio per lui (altrimenti non si riuscirebbe mai a condannare nessuno).
È dunque consigliabile un corso accelerato di diritto penale non solo per il premier imputato, ma anche per la legione di commentatori che si esercitano sul caso Ruby. Maurizio Belpietro, giurista per caso, ripete che il Cavaliere è in una botte di ferro: "Se la Procura non incrimina i funzionari della Questura per aver rilasciato Ruby dopo la sua telefonata, è evidente che lui non li ha costretti a fare nulla di illecito". Ma per la concussione non occorre che il concusso faccia qualcosa di illecito: basta che il concussore, "abusando della sua qualità o dei suoi poteri", lo "induca" a "dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità". Ora, il pm minorile aveva raccomandato di trattenere Ruby o di affidarla a una comunità, invece i funzionari la affidarono "indebitamente" alla consigliera regionale Nicole Minetti ed, essendo vittime di concussione, non sono perseguibili. Piero Ostellino, in uno dei venti-trenta articoli pro Berlusconi scritti sul "Corriere", sempre con l'aria di difendere il liberalismo a nome di Locke, Stuart Mill, Tocqueville e gli altri suoi spiriti guida, insinua che "l'inchiesta sul capo del governo, e le relative intercettazioni, sarebbero partite prima della famosa telefonata in Questura, cioè prima di qualsiasi notitia criminis... un abuso di potere tipico dei regimi dittatoriali".
Due giorni dopo, sempre sul "Corriere", Ernesto Galli della Loggia ripete: "Qual era la notitia criminis che prima della famosa notte della Questura ha indotto a mettere sotto controllo la villa di Arcore?". Tutte balle. L'indagine partì a giugno e le intercettazioni a luglio, dunque dopo la notte della Questura (27 maggio); e mai fu controllata la villa di Arcore: lo furono solo i cellulari delle ragazze invitate dal trio Mora-Fede-Minetti, sospettato di organizzare un giro di prostituzione. Per scoprirlo non occorre nemmeno conoscere i codici. Basterebbe che gli opinionisti del "Corriere" leggessero le cronache del "Corriere".
di Marco Travaglio
Fonte l'espressonline
Dicono che se il concusso nega di esserlo stato, il reato non c'è. Dicono che se Berlusconi ignorava la minore età della ragazza, il reato non sussiste. Tutte balle: urge un corso accelerato di diritto penale
Sentendo parlare Berlusconi, viene il dubbio che i suoi onorevoli avvocati, forse per un eccesso di umana pietà, non l'abbiano bene informato su quel che rischia dal processo Ruby. Infatti dice serafico: "Accuse infondate e risibili: il dirigente della polizia che sarebbe stato concusso nega di esserlo mai stato e la minorenne nega di aver mai avuto avances o rapporti sessuali e afferma di essersi presentata come ventiquattrenne". Non gli hanno spiegato che, per la concussione, non è necessario che il concusso si dichiari tale: trattandosi di un'estorsione commessa da un pubblico ufficiale, essa pone il concusso in uno stato di sudditanza. Di solito, nei processi per estorsione, la vittima del racket nega di aver pagato il pizzo, eppure chi gliel'ha imposto viene condannato lo stesso. Per la prostituzione minorile, basta provare che la prostituta era minorenne, non che l'indagato lo sapesse; se non lo sapeva, peggio per lui (altrimenti non si riuscirebbe mai a condannare nessuno).
È dunque consigliabile un corso accelerato di diritto penale non solo per il premier imputato, ma anche per la legione di commentatori che si esercitano sul caso Ruby. Maurizio Belpietro, giurista per caso, ripete che il Cavaliere è in una botte di ferro: "Se la Procura non incrimina i funzionari della Questura per aver rilasciato Ruby dopo la sua telefonata, è evidente che lui non li ha costretti a fare nulla di illecito". Ma per la concussione non occorre che il concusso faccia qualcosa di illecito: basta che il concussore, "abusando della sua qualità o dei suoi poteri", lo "induca" a "dare o promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità". Ora, il pm minorile aveva raccomandato di trattenere Ruby o di affidarla a una comunità, invece i funzionari la affidarono "indebitamente" alla consigliera regionale Nicole Minetti ed, essendo vittime di concussione, non sono perseguibili. Piero Ostellino, in uno dei venti-trenta articoli pro Berlusconi scritti sul "Corriere", sempre con l'aria di difendere il liberalismo a nome di Locke, Stuart Mill, Tocqueville e gli altri suoi spiriti guida, insinua che "l'inchiesta sul capo del governo, e le relative intercettazioni, sarebbero partite prima della famosa telefonata in Questura, cioè prima di qualsiasi notitia criminis... un abuso di potere tipico dei regimi dittatoriali".
Due giorni dopo, sempre sul "Corriere", Ernesto Galli della Loggia ripete: "Qual era la notitia criminis che prima della famosa notte della Questura ha indotto a mettere sotto controllo la villa di Arcore?". Tutte balle. L'indagine partì a giugno e le intercettazioni a luglio, dunque dopo la notte della Questura (27 maggio); e mai fu controllata la villa di Arcore: lo furono solo i cellulari delle ragazze invitate dal trio Mora-Fede-Minetti, sospettato di organizzare un giro di prostituzione. Per scoprirlo non occorre nemmeno conoscere i codici. Basterebbe che gli opinionisti del "Corriere" leggessero le cronache del "Corriere".
Nord Corea
SEUL (ats/ansa) Gruppi di cittadini hanno protestato apertamente
in tre città della Corea del Nord per chiedere cibo ed elettricità.
Un evento più unico che raro a conferma delle severe difficoltà
economiche e alimentari cui è sottoposta la popolazione del regime
comunista.
Secondo le ricostruzioni del quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo,
che cita una fonte nordcoreana, le dimostrazioni hanno avuto luogo
il 14 febbraio, due giorni prima del compleanno del leader Kim Jong-
il, nelle città di Jongju, Yongchon e Sonchon, nella provincia di
Pyongan del Nord, non lontane dal confine occidentale con la Cina.
Le proteste hanno visto all'inizio la partecipazione di una o due
persone, cui col passare del tempo se ne sono aggiunte numerose
altre attraverso un'adesione definita «spontanea». Lo dimostra,
rileva il Chosun Ilbo, l'uso di megafoni improvvisati ricavati dai
giornali da cui sono stati scanditi slogan del tipo «Dateci
elettricità e riso!» oppure «Non possiamo più vivere! Vogliamo
elettricità e riso!».
Il famigerato dipartimento per la sicurezza di stato avrebbe
cercato di individuare i responsabili delle manifestazioni di
protesta, arenandosi tuttavia di fronte all'inusuale riluttanza dei
cittadini a fornire informazioni, che hanno dato vita a un autentico
muro di silenzio.
«Quando eventi del genere si sono verificati nel passato -
racconta la fonte nordcoreana -, la gente non esitava a denunciare i
propri vicini alle autorità, mentre adesso le persone si coprono a
vicenda».
Alla base delle dimostrazioni popolari, scrive il quotidiano, vi
sarebbe la decisione del regime di interrompere la già scarsa
fornitura di energia elettrica, in gran parte generata dalle vecchie
centrali costruite dai giapponesi nel periodo di occupazione
coloniale, nelle aree di Jongju e Yongchon, per destinare tutte le
risorse disponibili a Pyongyang e permettere di illuminare la
capitale «come fosse giorno» proprio durante i festeggiamenti per il
compleanno del 'caro leader'.
«La fornitura - continua la fonte - è stata limitata a sole poche
ore al giorno, in aggiunta alle croniche difficoltà a portare il
cibo in tavola con il rialzo dei prezzi del riso». Il disagio,
almeno nella provincia, è arrivato al punto critico da interessare
allo stesso modo soldati e civili.
Secondo un nordcoreano rifugiatosi anni fa in Corea del Sud, le
aree di Jongju e Yongchon hanno creato più di un grattacapo alla
famiglia Kim. Nel 2004, infatti, una forte esplosione si registrò
alla stazione ferroviaria di Yongchon, proprio poco dopo il
passaggio del treno superblindato di Kim Jong-il. Un episodio che
fece subito pensare a un tentativo di attentato.
in tre città della Corea del Nord per chiedere cibo ed elettricità.
Un evento più unico che raro a conferma delle severe difficoltà
economiche e alimentari cui è sottoposta la popolazione del regime
comunista.
Secondo le ricostruzioni del quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo,
che cita una fonte nordcoreana, le dimostrazioni hanno avuto luogo
il 14 febbraio, due giorni prima del compleanno del leader Kim Jong-
il, nelle città di Jongju, Yongchon e Sonchon, nella provincia di
Pyongan del Nord, non lontane dal confine occidentale con la Cina.
Le proteste hanno visto all'inizio la partecipazione di una o due
persone, cui col passare del tempo se ne sono aggiunte numerose
altre attraverso un'adesione definita «spontanea». Lo dimostra,
rileva il Chosun Ilbo, l'uso di megafoni improvvisati ricavati dai
giornali da cui sono stati scanditi slogan del tipo «Dateci
elettricità e riso!» oppure «Non possiamo più vivere! Vogliamo
elettricità e riso!».
Il famigerato dipartimento per la sicurezza di stato avrebbe
cercato di individuare i responsabili delle manifestazioni di
protesta, arenandosi tuttavia di fronte all'inusuale riluttanza dei
cittadini a fornire informazioni, che hanno dato vita a un autentico
muro di silenzio.
«Quando eventi del genere si sono verificati nel passato -
racconta la fonte nordcoreana -, la gente non esitava a denunciare i
propri vicini alle autorità, mentre adesso le persone si coprono a
vicenda».
Alla base delle dimostrazioni popolari, scrive il quotidiano, vi
sarebbe la decisione del regime di interrompere la già scarsa
fornitura di energia elettrica, in gran parte generata dalle vecchie
centrali costruite dai giapponesi nel periodo di occupazione
coloniale, nelle aree di Jongju e Yongchon, per destinare tutte le
risorse disponibili a Pyongyang e permettere di illuminare la
capitale «come fosse giorno» proprio durante i festeggiamenti per il
compleanno del 'caro leader'.
«La fornitura - continua la fonte - è stata limitata a sole poche
ore al giorno, in aggiunta alle croniche difficoltà a portare il
cibo in tavola con il rialzo dei prezzi del riso». Il disagio,
almeno nella provincia, è arrivato al punto critico da interessare
allo stesso modo soldati e civili.
Secondo un nordcoreano rifugiatosi anni fa in Corea del Sud, le
aree di Jongju e Yongchon hanno creato più di un grattacapo alla
famiglia Kim. Nel 2004, infatti, una forte esplosione si registrò
alla stazione ferroviaria di Yongchon, proprio poco dopo il
passaggio del treno superblindato di Kim Jong-il. Un episodio che
fece subito pensare a un tentativo di attentato.
giovedì, febbraio 10, 2011
Una donna da sposare
Fonte corsera
Sara Tommasi: «Berlusconi mi ha delusa, lui dovrebbe dare il buon esempio»
La showgirl: «Non sono una escort. Sono vittima di persecuzioni e ricatti continui e non mi sento tutelata»
«il mio problema è un impulso insopprimibile a fare sesso»
Sara Tommasi: «Berlusconi mi ha delusa, lui dovrebbe dare il buon esempio»
La showgirl: «Non sono una escort. Sono vittima di persecuzioni e ricatti continui e non mi sento tutelata»
MILANO - «Non sono una escort. Sono vittima di persecuzioni e ricatti continui e non mi sento tutelata»: così Sara Tommasi, la showgirl e attrice che avrebbe avuto rapporti con il premier e anche con esponenti legati alla camorra, attualmente in vacanza a Dubai, parla all'Ansa dello scandalo che l'ha travolta.
BERLUSCONI - «Berlusconi mi ha colpita positivamente la prima volta che l'ho visto - aggiunge - Oggi posso dire di essere delusa. Uno scandalo del genere può coinvolgere una starlette come me ma non un politico, che dovrebbe dare il buon esempio». Sara Tommasi si dice poi «assolutamente tranquilla» e spiega: «Il mio lavoro mi porta a contatto con un certo ambiente e con personaggi del calibro di Berlusconi, Gheddafi, Putin. Non mi pento di niente, cosa avrei dovuto fare? Non lavorare nello spettacolo?».
Le parole della Tommasi arrivano proprio nel giorno in cui le forze dell'ordine hanno perquisito la sua casa milanese nell'ambito dell'inchiesta di Napoli che la vede coinvolta. E del botta e risposta indiretto con la figlia del premier Marina Berlusconi, che ha replicato alla pubblicazione del testo di alcuni sms dell'attrice che la coinvolgevano dicendo: «Scopro dalla lettura dei giornali che una signorina che non ho mai conosciuto, in un messaggino inviato ad una persona che non ho mai conosciuto, sostiene che farei parte di un non meglio precisato giro squallido, come è noto, gli unici "giri" che frequento sono quelli di mio marito e dei miei figli».
IL RAPPORTO CON LA MINETTI - In un'altra intervista, questa volta a Novella 2000 in edicola giovedì la Tommasi precisa alcuni aspetti del suo carattere: «Il mio problema è un impulso insopprimibile a fare sesso. Ma non sono una prostituta. È che mi sciolgono la droga nei bicchieri...» Però ammette: «Certo, se un ministro mi offrisse 15mila euro... ma è solo un'ipotesi». E poi ancora su Ronaldhino: «Frequenta gente che sembrano narcotrafficanti», racconta Sara. E su Sgarbi: «Mi ha portato con Berlusconi in Bulgaria, il giugno scorso». Infine della Minetti, attuale fidanzata del suo ex Giancola, la Tommasi dice che «pensa solo ai soldi ed è malata di shopping».
IL MISTERO DEL CELLULARE - In un'intervista a La7 poi ha dato la sua versione su suoi sms al premier: «Il cellulare l'ho perso un migliaio di volte. Il numero di Berlusconi ce l'ho in rubrica: avendolo perso in taxi, magari qualcuno ha trovato il cellulare e ha mandato dei messaggi. Magari un agente, un agentucolo, gente legata a Corona, a Lele Mora, che poi l'ha usato per far casino, per far le serate». Sull'ambiente in cui si sta sviluppando l'inchiesta ha aggiunto: «Vuol dire che c'è un sistema che mette droga nei bicchieri. Capita con Corona, capita con Lele Mora». Alla domanda se intende andare dai Pm di Napoli ha risposto: «Spero di sì, spero che mi chiamino perchè finora mi hanno chiamato soltanto i giornalisti».
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lunedì, febbraio 07, 2011
Barbareschi: un uomo piccolo piccolo?
Secondo quanto dice Angela Napoli (Fli):
«Così Barbareschi ha cambiato il suo voto»: «Giovedì ha scelto tasto rosso (voto contrario) e ha scattato una foto, poi però ha premuto il tasto bianco»
Barbareschi ha cambiato il suo voto»
«Giovedì ha scelto tasto rosso (voto contrario) e ha scattato una foto, poi però ha premuto il tasto bianco»
Angela Napoli davanti alla Camera dei Deputati a Montecitorio (Ansa)
Angela Napoli davanti alla Camera dei Deputati a Montecitorio (Ansa)
MILANO - «Barbareschi ha premuto il rosso, cioè contrario al deliberato della Giunta, così come era stato concordato da tutto il Fli. Poi ha messo il telefonino sulla lucetta rossa e ha scattato una foto. Che cinema... quindi ha lasciato il telefonino sopra la lucetta rossa. Ho capito che stava per fare qualcosa e ho toccato il braccio di Buonfiglio, facendogli segno di guardare lì. Alla fine, mentre il presidente Fini stava dicendo "votazione chiusa", Barbareschi ha cambiato premendo il bianco, e dunque votando l'astensione, così come è apparso sul quadro generale d'Aula». Angela Napoli, deputata di Futuro e Libertà e capogruppo di Fli in commissione Antimafia racconta così all'Adnkronos il voto di Luca Barbareschi, giovedì a Montecitorio sulla proposta di restituire gli atti sul caso Ruby alla Procura di Milano.
«RESPONSABILITÀ» - «Quando è apparsa la lucetta bianca sul quadro - aggiunge Napoli - in mezzo a tutti i rossi, dagli scranni in alto alle mie spalle ho sentito gridare dai banchi del mio gruppo: "Chi è stato?". Io ho subito detto: Barbareschi. Perché l'avevo visto. Ma lui mi ha mostrato la foto che aveva sul cellulare. A quel punto gli ho risposto che era uno sciocco». «Il voto - rimarca l'esponente di Fli - è quello che appare sul quadro e viene registrato. Quando ha capito che aveva fatto un'eresia, Barbareschi ha detto "ho sbagliato" ed è andato giù a dirlo agli stenografi. Ma il suo voto non è stato cambiato e non sappiamo se si sia realmente avvicinato a loro e abbia detto qualcosa». «Da venerdì - spiega - non l'ho più sentito. Ammesso che effettivamente abbia voluto scherzare - conclude Angela Napoli - ritengo che questo non sia però il momento di farlo, perché credo che in ogni parlamentare, considerata la situazione politica, debba prevalere il senso di responsabilità». (fonte: Adnkronos)
«Così Barbareschi ha cambiato il suo voto»: «Giovedì ha scelto tasto rosso (voto contrario) e ha scattato una foto, poi però ha premuto il tasto bianco»
Barbareschi ha cambiato il suo voto»
«Giovedì ha scelto tasto rosso (voto contrario) e ha scattato una foto, poi però ha premuto il tasto bianco»
Angela Napoli davanti alla Camera dei Deputati a Montecitorio (Ansa)
Angela Napoli davanti alla Camera dei Deputati a Montecitorio (Ansa)
MILANO - «Barbareschi ha premuto il rosso, cioè contrario al deliberato della Giunta, così come era stato concordato da tutto il Fli. Poi ha messo il telefonino sulla lucetta rossa e ha scattato una foto. Che cinema... quindi ha lasciato il telefonino sopra la lucetta rossa. Ho capito che stava per fare qualcosa e ho toccato il braccio di Buonfiglio, facendogli segno di guardare lì. Alla fine, mentre il presidente Fini stava dicendo "votazione chiusa", Barbareschi ha cambiato premendo il bianco, e dunque votando l'astensione, così come è apparso sul quadro generale d'Aula». Angela Napoli, deputata di Futuro e Libertà e capogruppo di Fli in commissione Antimafia racconta così all'Adnkronos il voto di Luca Barbareschi, giovedì a Montecitorio sulla proposta di restituire gli atti sul caso Ruby alla Procura di Milano.
«RESPONSABILITÀ» - «Quando è apparsa la lucetta bianca sul quadro - aggiunge Napoli - in mezzo a tutti i rossi, dagli scranni in alto alle mie spalle ho sentito gridare dai banchi del mio gruppo: "Chi è stato?". Io ho subito detto: Barbareschi. Perché l'avevo visto. Ma lui mi ha mostrato la foto che aveva sul cellulare. A quel punto gli ho risposto che era uno sciocco». «Il voto - rimarca l'esponente di Fli - è quello che appare sul quadro e viene registrato. Quando ha capito che aveva fatto un'eresia, Barbareschi ha detto "ho sbagliato" ed è andato giù a dirlo agli stenografi. Ma il suo voto non è stato cambiato e non sappiamo se si sia realmente avvicinato a loro e abbia detto qualcosa». «Da venerdì - spiega - non l'ho più sentito. Ammesso che effettivamente abbia voluto scherzare - conclude Angela Napoli - ritengo che questo non sia però il momento di farlo, perché credo che in ogni parlamentare, considerata la situazione politica, debba prevalere il senso di responsabilità». (fonte: Adnkronos)
giovedì, febbraio 03, 2011
Banane per cena
Fonte Repubblica
E sul Tg1 va in onda
l'intervista brezneviana
di SEBASTIANO MESSINA
C'ERA una volta il videomessaggio a reti unificate, con librerie di scena e telecamere velate. Oggi anche Berlusconi s'è adeguato ai tempi: gli bastano quattro minuti all'apertura del Tg1. Un Tg1 al cui confronto il mitico telegiornale Vremia dell'era brezneviana brilla ormai per indipendenza, autonomia e spirito critico. Chi ha visto ieri sera l'edizione delle 20 ha assistito a un evento scientificamente rilevante, una mutazione genetica in diretta televisiva: il videomessaggio con intervistatore embedded.
Nel pieno di una tempesta che sta squassando la sua maggioranza, mettendo in pericolo il passaggio del federalismo fiscale e la stessa sopravvivenza del governo, nel bel mezzo di una bufera giudiziaria che vede il presidente del Consiglio indagato per reati infamanti, nel cuore di uno scandalo senza precedenti sugli eccessi imbarazzanti della sua vita privata, il principale telegiornale del servizio pubblico ottiene una "intervista esclusiva" con Berlusconi, la mette in cima al suo menù dell'ora di cena, la annuncia con toni emozionati nei titoli di testa, e poi cosa gli va a domandare l'intervistatore presidenziale? La verità sui cinque milioni promessi a Ruby, già "nipote di Mubarak" prima della rivolta del Cairo? La sua versione sul giro di denaro e di regali alle disponibili signorine del residence Olgettina? La sua linea di difesa al processo che lo aspetta a Milano? Macché. Il telegiornalista Renzulli, evidentemente appena tornato da un lungo viaggio nel pianeta Papalla, gli fa i complimenti per i brillantissimi risultati ottenuti dal governo italiano nel contenimento dei conti pubblici, la cui eco - ci informa con un sussurro zelante - si è ormai diffusa in tutta l'Europa.
Dopodiché indossa la maglia della mezzala di complemento e invece di fargli non diciamo delle contestazioni, ma anche solo delle garbate domande, fa partire verso il premier uno dietro l'altro dei passaggi sotto rete, degli assist imbarazzanti a porta vuota, fino a raggiungere l'apice con un quesito con risposta incorporata: "Dietro il no dell'opposizione, secondo lei, aleggia il partito della patrimoniale, la vecchia ricetta che per risolvere i nodi della nostra economia punta sempre sulla scorciatoia dell'aumento della pressione fiscale?".
A una simile domanda, perfetta nella sua efficacia propagandistica, il presidente del Consiglio avrebbe potuto limitarsi a rispondere, annuendo con soddisfazione: "È proprio così, amico mio, vedo che lei ha capito tutto". E invece, nel generoso intento di corroborare con parole sue la tesi così splendidamente esposta dallo sparring partner speditogli dall'amico Minzolini, Berlusconi ci ha spiegato che lui sta facendo i conti con un debito pubblico che "dal 1980 al 1992", è stato moltiplicato "otto volte" dai governi di allora, "con i comunisti in primo piano". Ed è stato a questo punto che è venuta a galla la classe, l'eleganza, lo stile del buon Renzulli. Un altro gli avrebbe domandato: scusi, sta parlando dei governi dei suoi amici socialisti e democristiani, quando il Pci stava all'opposizione? E invece lui, che è un artista dell'intervista senza domande, non ha voluto inquinare quel momento con un'obiezione, un "ma" o un sopracciglio inarcato. E ha infiocchettato con il suo sorriso rassicurante il pacco regalo del videomessaggio presidenziale, che il "direttorissimo" s'è incaricato di consegnarci giusto in tempo per l'ora di cena.
Nel paese dei viados
Nel paese dei limoni puo' accadere che due criminali, due trans coscienti di essere sieropositivi, si fanno 600 clienti al mese (quanti senza preservativo) e quando vengono presi vengono espulsi. In USA sarebbero condannati per omicidio colposo e prenderebbero 20 anni minimo. Qui li buttano fuori sapendo che fra due settimane questi rientrano. Via, fuori dall'Europa a calci in culo un paese cosi'.
Fonte Corsera
I due viados sieropositivi
Ogni mese 600 clienti
Fermati i brasiliani. Timori per il contagio
MILANO - Due monolocali a Milano, in via Ferrante Aporti, vicino alla stazione Centrale. Il marciapiede, il sesso, la paura di morire da un momento all'altro di Aids. Due viados brasiliani che nei rispettivi 45 metri quadrati vendevano il proprio corpo minato dall'Hiv. Trecento clienti a testa al mese per un giro complessivo di affari di 250 mila euro all'anno. Una sorta di untori, indagati l'altro giorno dagli agenti della polizia locale. Due brasiliani clandestini. Uno di 26 anni, già espulso. L'altro di 38 anni, con un ordine di espulsione della questura di Rimini.
I due sono stati sorpresi a prostituirsi. Ma, di fronte agli agenti che pensavano di arrestarli perché già espulsi, hanno detto di essere sieropositivi e di essere in cura in ospedale. Una malattia grave che gli ha evitato l'arresto, ma che non gli impedisce di continuare a prostituirsi.
«Il pm - dice il vicesindaco Riccardo De Corato - ha negato l'arresto. In questo modo il contrasto alla clandestinità, in particolare di chi è recidivo e non rispetta gli ordini di allontanamento, risulterà sempre più virtuale. E' infatti presumibile che queste persone li ritroveremo ancora in giro, creando problemi di sicurezza e un rischio per la salute pubblica vista la condizione di sieropositività della quale dubito informassero i clienti».
I brasiliani in Italia possono venire senza visto. E rimanere nel nostro Paese per tre mesi dal timbro di ingresso sul passaporto. Così viados e prostitute brasiliani iniziano a battere i marciapiedi. Anche se sanno di avere l' Aids. E quando i tre mesi scadono, si presentano in ospedale per farsi rilasciare un documento che attesti l'infezione: così possono chiedere un permesso di soggiorno «per cure mediche». Un permesso concesso per dare loro la possibilità di curarsi: da noi ci si cura gratis, nei loro Paesi no. E la legge è chiara: «Questo permesso ha una durata pari a quella del trattamento, è rinnovabile finché durano le necessità terapeutiche e deve essere richiesto insieme con un visto specifico per cure mediche della durata massima di un anno». Quindi gli immigrati sieropositivi, anche se irregolari, hanno diritto di restare in Italia se nel loro Paese di origine non hanno la possibilità di ricevere cure adeguate. In casi di sieropositività conclamata non si può procedere con l'espulsione e il malato va assistito qui. Ma il problema non è la malattia, è che molti continuano a prostituirsi.
«I due transessuali sieropositivi indagati - spiega l'assessore alla salute Giampaolo Landi di Chiavenna - non sono le uniche mine vaganti presenti sui nostri marciapiedi. Il fenomeno è ampio: una "lucciola" su due, tra prostitute e trans, è positiva al virus Hiv. L'unica soluzione che potrebbe arginare l'emergenza sanitaria è legalizzare la prostituzione. E il problema non è solo quella su strada, ma anche quella negli apparenti centri estetici, dello scambio di coppie e più in generale della mancanza di educazione sulla buona salute anche nei rapporti sessuali. La legalizzazione comporterebbe miglioramenti igienico sanitari, farebbe emergere il "nero" ed aiuterebbe, tra l'altro, le casse nazionali. Disarmando così la malavita. Basti pensare che ogni giorno delle 11 persone che contraggono il virus dell'Aids in Italia, due vivono a Milano».
Michele Focarete
lunedì, gennaio 31, 2011
sabato, gennaio 29, 2011
giovedì, gennaio 27, 2011
Postribolo parlamentare
Fonte Corsera
La Camera voto no alla sfiducia
Bondi resta ministro
I voti contrari sono stati 314, mentre i sì sono stati 292
e 2 gli astenuti.
Il voto sul ministro dei beni culturali A Montecitorio
MILANO - L'Aula della Camera ha respinto le mozioni di sfiducia nei confronti del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi: 314 no, mentre i sì sono stati 292 e 2 gli astenuti. I presenti al voto erano 608, i votanti 606, la maggioranza richiesta 304. La maggioranza ha espresso lo stesso numero di voti registrato il 14 dicembre sul voto di fiducia al governo.
L'appuntamento era iniziato alle 16 e il programma prevedeva che i deputati di maggioranza e opposizione votassero la mozione di sfiducia contro il ministro dei Beni culturali, presentata dall'opposizione dopo i crolli a Pompei. La bocciatura appariva abbastanza prevedibile, vista anche l'assenza di diversi deputati del Centrosinistra, impegnati a Strasburgo al Consiglio d'Europa. Il ministro, nel suo intervento in Aula, aveva respinto al mittente le accuse e aveva contrattaccato: «La cultura è stata uccisa dalla sinistra».
DIFESA - Prima del dibattito il Pdl aveva fatto quadrato attorno al titolare della Cultura e anche il leader della Lega, Umberto Bossi, guardava con ottimismo al voto. Il Senatùr si era infatti detto convinto che Bondi sarebbe rimasto ministro, anche se aveva ribadito che «non bisognava ridursi così. Hanno lasciato andare tutto in malora perché pensavano che tanto poi il Nord gli avrebbe mandato i soldi. È stato un modo per spillarci soldi - attacca Bossi riferendosi alle condizioni di degrado dei siti archeologici pompeiani costati a Bondi la mozione di sfiducia - perché non è possibile che in tanti anni nessuno si sia accorto che crollava tutto». La maggioranza, d'altra parte, ha continua a premere in queste ore perché venga ridiscusso il ruolo del presidente della Camera Gianfranco Fini. Bossi non usa mezzi termini a riguardo. «Mi pare che si debba dimettere» sottolinea il numero del Carroccio, secondo il quale un passo indietro del leader di Montecitorio sarebbe una «opportuna»
Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato
SFIORATA RISSA - Durante la votazione si è anche sfiorata la rissa nell'aula della Camera tra i finiani Fabio Granata e Nino Lo Presti sulla mozione di sfiducia al ministro Bondi. I deputati segretari avevano chiamato Fabio Granata a votare che però si stava attardando a rispondere alla chiama. Giampaolo Dozzo lo esorta ad andare a votare. Granata gli risponde male. A un certo punto, però, scoppia un alterco tra lui e Lo Presti, sedato poco dopo. Ma non finisce qui: mentre i due vengono divisi dai commessi, Lo Presti ha un altro alterco con il deputato leghista Stefano Allasia che si prende uno schiaffo. Il vicepresidente Maurizio Lupi ha fatto appello alla calma, ma non ha sospeso la seduta, contrariamente a quanto reclamavano dai banchi del Pd. Poco dopo, Lo Presti ed Allasia si sono «chiariti»: il deputato finiano è andato a chiacchierare con il leghista ai banchi del Carroccio. Il sereno, pare, non dovrebbe essere invece tornato tra Granata e Lo Presti: prima di lasciare l'Emiciclo, Lo Presti ha gridato al suo compagno di partito e corregionale (sono entrambi siciliani) «ti aspetto all'uscita».
TERZO POLO - Prima di entrare in aula il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini aveva chiarito che il Terzo Polo avrebbe votato la sfiducia, perché «non condivide l'operato» del ministro. Comunque, aggiunge il leader centrista, «lo sanno anche i bambini dell'asilo che Bondi avrà la maggioranza». Dello stesso avviso Francesco Rutelli, leader di Api.
SIT-IN - Intanto i 100 autori e in generale il movimento "Tutti a casa", che raggruppa varie associazioni e lavoratori dell'audiovisivo, hanno organizzato un un sit-in in Piazza Montecitorio nel pomeriggio. Successivamente è prevista la consegna di una lettera ai capigruppo dell'opposizione per sollecitare i parlamentari a votare la sfiducia a Bondi.
La Camera voto no alla sfiducia
Bondi resta ministro
I voti contrari sono stati 314, mentre i sì sono stati 292
e 2 gli astenuti.
Il voto sul ministro dei beni culturali A Montecitorio
MILANO - L'Aula della Camera ha respinto le mozioni di sfiducia nei confronti del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi: 314 no, mentre i sì sono stati 292 e 2 gli astenuti. I presenti al voto erano 608, i votanti 606, la maggioranza richiesta 304. La maggioranza ha espresso lo stesso numero di voti registrato il 14 dicembre sul voto di fiducia al governo.
L'appuntamento era iniziato alle 16 e il programma prevedeva che i deputati di maggioranza e opposizione votassero la mozione di sfiducia contro il ministro dei Beni culturali, presentata dall'opposizione dopo i crolli a Pompei. La bocciatura appariva abbastanza prevedibile, vista anche l'assenza di diversi deputati del Centrosinistra, impegnati a Strasburgo al Consiglio d'Europa. Il ministro, nel suo intervento in Aula, aveva respinto al mittente le accuse e aveva contrattaccato: «La cultura è stata uccisa dalla sinistra».
DIFESA - Prima del dibattito il Pdl aveva fatto quadrato attorno al titolare della Cultura e anche il leader della Lega, Umberto Bossi, guardava con ottimismo al voto. Il Senatùr si era infatti detto convinto che Bondi sarebbe rimasto ministro, anche se aveva ribadito che «non bisognava ridursi così. Hanno lasciato andare tutto in malora perché pensavano che tanto poi il Nord gli avrebbe mandato i soldi. È stato un modo per spillarci soldi - attacca Bossi riferendosi alle condizioni di degrado dei siti archeologici pompeiani costati a Bondi la mozione di sfiducia - perché non è possibile che in tanti anni nessuno si sia accorto che crollava tutto». La maggioranza, d'altra parte, ha continua a premere in queste ore perché venga ridiscusso il ruolo del presidente della Camera Gianfranco Fini. Bossi non usa mezzi termini a riguardo. «Mi pare che si debba dimettere» sottolinea il numero del Carroccio, secondo il quale un passo indietro del leader di Montecitorio sarebbe una «opportuna»
Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato Fiducia a Bondi, lite al Senato
SFIORATA RISSA - Durante la votazione si è anche sfiorata la rissa nell'aula della Camera tra i finiani Fabio Granata e Nino Lo Presti sulla mozione di sfiducia al ministro Bondi. I deputati segretari avevano chiamato Fabio Granata a votare che però si stava attardando a rispondere alla chiama. Giampaolo Dozzo lo esorta ad andare a votare. Granata gli risponde male. A un certo punto, però, scoppia un alterco tra lui e Lo Presti, sedato poco dopo. Ma non finisce qui: mentre i due vengono divisi dai commessi, Lo Presti ha un altro alterco con il deputato leghista Stefano Allasia che si prende uno schiaffo. Il vicepresidente Maurizio Lupi ha fatto appello alla calma, ma non ha sospeso la seduta, contrariamente a quanto reclamavano dai banchi del Pd. Poco dopo, Lo Presti ed Allasia si sono «chiariti»: il deputato finiano è andato a chiacchierare con il leghista ai banchi del Carroccio. Il sereno, pare, non dovrebbe essere invece tornato tra Granata e Lo Presti: prima di lasciare l'Emiciclo, Lo Presti ha gridato al suo compagno di partito e corregionale (sono entrambi siciliani) «ti aspetto all'uscita».
TERZO POLO - Prima di entrare in aula il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini aveva chiarito che il Terzo Polo avrebbe votato la sfiducia, perché «non condivide l'operato» del ministro. Comunque, aggiunge il leader centrista, «lo sanno anche i bambini dell'asilo che Bondi avrà la maggioranza». Dello stesso avviso Francesco Rutelli, leader di Api.
SIT-IN - Intanto i 100 autori e in generale il movimento "Tutti a casa", che raggruppa varie associazioni e lavoratori dell'audiovisivo, hanno organizzato un un sit-in in Piazza Montecitorio nel pomeriggio. Successivamente è prevista la consegna di una lettera ai capigruppo dell'opposizione per sollecitare i parlamentari a votare la sfiducia a Bondi.
Culo flaccido il "martello" di Arcore?
Signora mia non c'è più religione....
Fonte Repubblica
Ruby, alla Camera appunti scottanti
Minetti intercettata: "Rovinata da Silvio"
Le carte trasmesse alla Giunta. Invito a comparire per la consigliera regionale, mentre spuntano tre chili di cocaina nell'appartamento della Polanco all'Olgettina. Una nuova supertestimone. Una lista con le donazioni alla ragazza marocchina. E nella casa di un'altra ragazza agenda con i regali. Il Cavaliere: "E' tutto scandaloso". "Famiglia Cristiana": "Una parte del mondo cattolico fatica ad aprire gli occhi"
Ruby, alla Camera appunti scottanti Minetti intercettata: "Rovinata da Silvio" Nicole Minetti
ROMA - Arrivano altri documenti sul caso Ruby, carte che indeboliscono la linea difensiva del premier. Sono stati inviati dai pm di Milano alla Camera dei deputati. Si tratta di 227 pagine di "ulteriore documentazione integrativa di quella già inviata il 14 gennaio scorso" a sostegno della richiesta di l'autorizzazione ad eseguire perquisizioni negli uffici del tesoriere di Berlusconi, Giuseppe Spinelli. Documenti che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha trasmesso al presidente della Giunta per le autorizzazioni, Pierluigi Castagnetti. Dentro, tra l'altro, gli sfoghi di Nicole Minetti contro Berlusconi: "E' un pezzo di m... Si sta comportando da pezzo di m... pur di salvare il suo c... flaccido...". E vengono alla luce due episodi inquietanti: nell'abitazione all'Olgettina della Polanco sono stati sequestrati due chili e 800 grammi di droga. Secondo gli inquirenti, gli stupefacenti sarebbero del convivente della giovane, Ramirez Della Rosa.
Ma di particolare importanza sembrano essere gli appunti sequestrati a Ruby, come scrive anche il sito dell'espresso. 1
Il premier, però, ostenta tranquillità: "Non ho nulla da dichiarare, è tutto scandaloso. Ne ho viste tante in vita mia e ne sono sempre uscito benissimo". Lapidario Umbero Bossi: "Solo scartoffie".
Le nuove carte. I nuovi documenti supportano l'invito a comparire per il consigliere
regionale del Pdl Nicole Minetti, già indagata per induzione e favoreggiamento della prostituzione e prostituzione minorile. Minetti, insieme a Spinelli avrebbe provveduto alle spese delle ragazze e all'organizzazione delle feste e dovrà comparire il primo febbraio. Chi ha visto le carte parla di perquisizioni nelle abitazioni delle ragazze, verbali degli interrogatori e altre intercettazioni. Alla Minetti, inoltre, sarebbero state sequestrate fatture riguardanti canoni di Via Olgettina per importi che in un anno arrivano a oltre 50mila euro.
E proprio la Minetti sarebbe la protagonista di una nuova intercettazione nella quale si scaglia contro il Cavaliere. "E un pezzo di m... Se vuole vedermi mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati" avrebbe ancora detto, intercettata, la consigliera regionale. In particolare il colloquio della Minetti avviene con la sua assistente Clotilde Strada: "Non me ne fotte un c... se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di m... pur di salvare il suo culo flaccido". Altre intercettazioni segnalano lo sconforto di altre ragazze finite nell'affare Ruby: "Mi ha rovinato la vita. E' un vecchio..." si leggerebbe nelle carte. Tra le altre ci sono anche le lamentele di Barbara Fagioli che direbbe: "So che mi stanno ascoltando ma queste cose le dico lo stesso. A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perchè dice 'bene me le sono levate dai coglioni, lo stipendio lo paga lo Stato'".
"Lo sapevamo", le risponde Clotilde. "Perchè uno che fa così è un pezzo di m...", insiste Minetti, "perchè lui mi ha tirato nei casini in una maniera che solo Dio lo sa. In cui non sarei finita neanche se ci mettevo tutto l'impegno. Gli ho parato il c... e non si può permettere di fare così". In un'altra telefonata sempre a Clotilde, la Minetti dice: "Tu hai mai sentito dire dalla sua bocca: 'oh, fermi un attimo, guarda che lei e' una brava ragazzà? Lui pur di salvare il suo c... flaccido non se ne frega di niente". Le intercettazioni, ovviamente, precedono la "performance" dell'altra sera nell'intervento telefonico del premier all'"Infedele" di Gad Lerner. Nell'occasione, Berlusconi si è lanciato in lodi sperticate della Minetti: ".. Una che ha due lauree, che si è fatta da sé, che è di madre lingua inglese...". Non sembra assurdo ipotizzare che il Cavaliere sapesse delle invettive telefoniche della consigliera regionale Pdl.
Ma dalle carte emergono alcuni fatti nuovi. Anzitutto un nuovo testimone, Maria Makdoum, che avrebbe confermato i 'festini' a luci rosse ad Arcore. Ed ancora alcuni appunti di Ruby con l'indicazione di cifre considerevoli che avrebbe ricevuto da premier e di altre che avrebbe dovuto ricevere.
Ecco il dettaglio: Diamanti
50 mila per il libro
12.000 campagna intimo
200000 da Luca Risso
70 mila Conservati da Di Maria
170 mila conservati da Spinelli
4 milioni e mezzo da Silvio Berlusconi che ricevo tra due mesi
29/10/2010 rinuncia avvocato giuliante
29/10/2010 nomina avvocato di maria
Inoltre ci sarebbero delle intercettazioni che riguarderebbero una convocazione del premier di tutte le ragazze che hanno subito le perquisizioni da parte degli inquirenti all'Olgettina, per fare il punto della situazione con i legali del presidente del Consiglio. La prima telefonata sarebbe partita da un numero riservato riconducibile a Berlusconi, le altre sarebbero dei passa parola tra le stesse ragazze. Infine un bonifico di 10mila euro ad Alessandra Sorcinelli, una delle ospite delle feste di Arcore.
La nuova testimone. Ma anche dalle vecchie carte emergono alcuni fatti nuovi. Anzitutto un nuovo testimone, Maria Makdoum, che avrebbe confermato i 'festini' a luci rosse ad Arcore. Ed ancora alcuni appunti di Ruby con l'indicazione di cifre considerevoli che avrebbe ricevuto da premier e di altre che avrebbe dovuto ricevere. Inoltre ci sarebbero delle intercettazioni che riguarderebbero una convocazione del premier di tutte le ragazze che hanno subito le perquisizioni da parte degli inquirenti all'Olgettina, per fare il punto della situazione con i legali del presidente del Consiglio. La prima telefonata sarebbe partita da un numero riservato riconducibile a Berlusconi, le altre sarebbero dei passa parola tra le stesse ragazze. Infine un bonifico di 10mila euro ad Alessandra Sorcinelli, una delle ospite delle feste di Arcore. E, ancora, a casa di un'altra delle ospiti delle feste - Iris Berardi - sono stati sequestrati gioielli vari e una agenda dalla quale risulta che la ragazza avrebbe ricevuto nei mesi di gennaio, febbraio e aprile scorsi circa 40mila euro.
La droga. E spunta anche la cocaina. Ne sono stati sequestrati 2,8 chili nell'abitazione di Maria Esther Polanco a via Olgettina 65. Secondo gli inquirenti, gli stupefacenti sarebbero del convivente della giovane, Ramirez Della Rosa, che è stato trovato alla guida di una Mini-Cooper di proprietà di Nicole Minetti. Ramirez Della Rosa avrebbe usato l'auto della Minetti mentre quest'ultima si trovava in vacanza alle Seychelles. Ma sarebbe stato proprio Ramirez, al quale in un altro appartamento a via Portaluppi hanno trovato altri 10 chili di droga, a suggerire "a Nicole", di fare "una denuncia della macchina", presumibilmente di furto.
Domattina la Giunta. Intanto, la Giunta è stata riconvocata per domattina alle 10. I parlamentari nelle prossime potranno visionare la nuova documentazione, che conterrebbe riscontri ottenuti in seguito alle recenti perquisizioni effettuate negli appartamenti dell'Olgettina. La consultazione, assicura il presidente della giunta, avverrà nella massima riservatezza: verrà fatta una copia per gruppo della documentazione della procura e ogni membro potrà prenderne visione nella giunta stessa alla presenza di un funzionario senza la possibilità di duplicarla.
La reazione del Pd. "Le nuove carte sono una pietra tombale sul tentativo dei legali del premier di edulcorare e rappresentare come normali le serate ad Arcore. Da una prima sommaria lettura emerge un quadro ancora più grave" commenta il capogruppo nella giunta Marilena Samperi.
Il Pdl minimizza. "Ai fini della decisione della Giunta non serviranno, è un'integrazione di quello che già c'è" taglia corto Antonio Leone relatore di maggioranza. Mentre Fabrizio Cicchitto punta il dito contro la Procura: 'E' gravissimo e incomprensibile che la notizia del materiale aggiuntivo da parte di Milano sia stata battuta dalle agenzie di stampa in anticipo e che gli organi di informazione ne fossero a conoscenza già mezz'ora prima dei componenti della Giunta".
Carfagna: "Un atto di persecuzione". Rompe il silenzio sulla vicenda Ruby il ministro Mara Carfagna. E parla di "un atto di persecuzione, spionaggio e invadenza senza precedenti nella storia della Repubblica italiana con la casa del presidente del Consiglio tenuta sotto osservazione da più di un anno". Ma, pur schierandosi con il premier, il ministro delle Pari opportunità sembra prendere tempo: "Non spetta a me dare un giudizio morale su comportamenti che per altro non sono stati accertati. Se verrà accertato che i fatti che leggiamo sui giornali corrispondono al vero, il mio giudizio andrà in una direzione, sennò andrà in un'altra", sottolinea il ministro.
Famiglia Cristiana. Torna, però, a farsi sentire la stampa cattolica. In particolare Famiglia Cristiana, già in passato severa con il premier. "La misura era colma. Così come l'indignazione. Al punto che era impossibile tacere di fronte alle squallide vicende del presidente del Consiglio" scrive il direttore, don Antonio Sciortino, in risposta alle lettere di protesta dei lettori. "Il mondo cattolico ha reagito compatto, più che in passato - si legge sul numero oggi in edicola - e se una parte di esso fatica ad aprire gli occhi e, giustamente, chiede prudenza e attesa dell'esito dei procedimenti, a torto tace sul rispetto delle istituzioni e sulla chiarezza da fare nelle sedi competenti. E in tempi rapidi, per fugare anche il minimo sospetto che chi guida il paese e lo rappresenta, lo fa calpestando il decoro che l'alto ruolo richiede. Anche secondo la carta costituzionale". Sono ben quattro le pagine che ospitano le lettere di protesta dei lettori. A loro don Sciotino dice che "la vera gogna mediatica è quella di un Paese sbertucciato nel mondo, non certo per colpa dei media che 'mettono a nudo il re'. I nostri ragazzi all'estero sono apostrofati come 'italiani bunga bunga', e non è una lusinghiera definizione".
Archiviato esposto della Fiorillo. Il Plenum del Csm ha appena deciso di archiviare l'esposto del pm del tribunale dei minori di Milano, Anna Maria Fiorillo, in relazione alla vicenda Ruby. In questo modo è stata accolta l'indicazione della Prima Commissione di Palazzo dei Marescialli che si era già espressa per l'archiviazione. La versione del pm dei minori e quella del ministro, riconosce il csm nella delibera approvata nel pomeriggio, "sono tra loro diverse" ma "non spetta al csm chiarire eventuali contrasti". "Eventualmente sarà la competente autorità giudiziaria, nelle modalità previste dalla legge, a verificare la corretta ricostruzione dei fatti".
domenica, gennaio 23, 2011
Patacche di Signorini?
Fonte Dagospia
Gentile Signore,
sono la Prof. Franca Cantoresi, Medico Dermatologo del Dipartimento di Scienze Mediche e Medicina Interna, dell'Università La Sapienza di Roma.
L'altra sera, mi è capitato di vedere il programma di Signorini in cui come ospite c'era Ruby.
Quando la ragazza ha mostrato i segni dell'ustione sul cuoio capelluto, mi è sembrato in realtà che obiettivamente quel segno non fosse compatibile con tale diagnosi, quanto con la diagnosi di nevo sebaceo, nevo peraltro congenito e per tale motivo presente dall'infanzia.
Cordiali saluti
Prof.Franca Cantoresi
Gentile Signore,
sono la Prof. Franca Cantoresi, Medico Dermatologo del Dipartimento di Scienze Mediche e Medicina Interna, dell'Università La Sapienza di Roma.
L'altra sera, mi è capitato di vedere il programma di Signorini in cui come ospite c'era Ruby.
Quando la ragazza ha mostrato i segni dell'ustione sul cuoio capelluto, mi è sembrato in realtà che obiettivamente quel segno non fosse compatibile con tale diagnosi, quanto con la diagnosi di nevo sebaceo, nevo peraltro congenito e per tale motivo presente dall'infanzia.
Cordiali saluti
Prof.Franca Cantoresi
La Rai secondo il PDL
Il nuovo regolamento per la ‘Par Condicio‘ Rai, presentato mercoledì dal senatore PdL Alessio Butti alla commissione di Vigilanza, ha l’aria di un vero capolavoro. In virtù della necessaria completezza, oggettività e pluralità dell’informazione, la Tv di Stato dovrebbe adottare nuove norme che prevedano quanto segue.
* Sperimentare “format di approfondimento giornalistico innovativi che prevedano anche la presenza in studio di due conduttori di diversa estrazione culturale“; e la domanda nasce spontanea: l’idea di un giornalismo obiettivo in Italia non si prende proprio più in considerazione, eh? E ci sembra davvero grave, una vera e propria sconfitta per l’onestà intellettuale, che non viene proprio più contemplata come principio base di una convivenza civile.
* E ancora: “Qualora non si opti per una doppia conduzione, bisognerà garantire, laddove il format della trasmissione preveda l’intervento di un opinionista a sostegno di una tesi, uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali“. “E ciò è ancor più necessario per quelle trasmissioni che, apparentemente di satira o di varietà, diventano poi occasione per dibattere temi di attualità politica e sociale, senza quelle tutele previste per trasmissioni più propriamente giornalistiche“;
* tornando al conduttore, egli “è sempre responsabile dell’attendibilità e della qualità delle fonti e delle notizie, sollevando la Rai da responsabilità civili e/o penali“. Inoltre “non deve solamente essere imparziale, ma anche apparire tale nella sostanza, moderando la trasmissione in modo da garantire agli ospiti equità nella distribuzione dei tempi e l’assoluta imparzialità della linea editoriale del programma“. Deve inoltre “garantire, al più tardi nella prima puntata successiva, l’esercizio del diritto di rettifica a beneficio di qualunque soggetto sia stato destinatario di informazioni contrarie alla verità o comunque lesive e che non abbia avuto alcuna possibilità di difendersi“. E si sente l’eco delle polemiche tra Maroni e Vieni Via con Me.
* E siamo a una delle prime chicche, in cui non è difficile riscontrare un preciso tentativo di fare definitivamente fuori Michele Santoro (al di là delle decisioni della magistratura che non hanno ‘permesso alla Rai di innovare’, come ha detto qualche tempo fa il dg Masi): “La conduzione non può essere affidata a chiunque abbia interrotto la professione giornalistica per assumere ruoli politici“, come Santoro, ex europarlamentare per i DS.
* Si ribadisce, inoltre, il ‘divieto’ di rappresentare le intercettazioni a mo’ di docufiction, come fa Annozero;
* e qui siamo alla genialata pura: “per garantire l’originalità dei palinsesti, i temi prevalenti, di attualità, politica o cronaca, trattati da un programma non devono costituire oggetto di approfondimento di altri programmi, anche di altre reti, almeno nell’arco degli otto giorni successivi alla loro messa in onda“!. Ovvero, se il lunedì Berlusconi va da Bruno Vespa per parlare di Ruby, Ballarò e Annozero (nonché L’Ultima Parola et alii) non potranno occuparsene. Questo dovrebbe valere anche per la cronaca, a quanto scritto: ergo se Uno Mattina si occupa di Sarah Scazzi nessun’altra trasmissione tv può farlo per una settimana? Abbiamo qualche difficoltà a crederlo… una proposta davvero assurda!
* E ancora: “Per consentire a tutti libertà di pensiero, bisognerà oculatamente filtrare messaggi di posta elettronica e sms“. E meno male che bisognava tutelare la libertà di pensiero!
Tutte le indicazioni sono ispirate, a detta di Butti, dalla necessità che “tutti i partiti presenti in Parlamento devono trovare, in proporzione al proprio consenso, opportuni spazi nelle trasmissioni di approfondimento giornalistico” e dalla consapevolezza che “il mancato rispetto dell’assegnazione proporzionale degli spazi televisivi costituisce violazione del principio democratico“. Il che, tradotto, vuol dire che i partiti politici dovranno avere uno spazio proporzionale al loro consenso elettorale… “Il rispetto di tale disposizione viene affidato al buon senso dei conduttori e dei direttori di rete o testata – continua – perché il servizio pubblico radiotelevisivo deve rappresentare il Paese reale, non le élite culturali né i cosiddetti poteri forti“. Ci sembra di notare un’altra leggerissima contraddizione: tutti devono avere spazio, ma chi vince di più… proprio la base della democrazia! Ma dove stiamo arrivando?
* Sperimentare “format di approfondimento giornalistico innovativi che prevedano anche la presenza in studio di due conduttori di diversa estrazione culturale“; e la domanda nasce spontanea: l’idea di un giornalismo obiettivo in Italia non si prende proprio più in considerazione, eh? E ci sembra davvero grave, una vera e propria sconfitta per l’onestà intellettuale, che non viene proprio più contemplata come principio base di una convivenza civile.
* E ancora: “Qualora non si opti per una doppia conduzione, bisognerà garantire, laddove il format della trasmissione preveda l’intervento di un opinionista a sostegno di una tesi, uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali“. “E ciò è ancor più necessario per quelle trasmissioni che, apparentemente di satira o di varietà, diventano poi occasione per dibattere temi di attualità politica e sociale, senza quelle tutele previste per trasmissioni più propriamente giornalistiche“;
* tornando al conduttore, egli “è sempre responsabile dell’attendibilità e della qualità delle fonti e delle notizie, sollevando la Rai da responsabilità civili e/o penali“. Inoltre “non deve solamente essere imparziale, ma anche apparire tale nella sostanza, moderando la trasmissione in modo da garantire agli ospiti equità nella distribuzione dei tempi e l’assoluta imparzialità della linea editoriale del programma“. Deve inoltre “garantire, al più tardi nella prima puntata successiva, l’esercizio del diritto di rettifica a beneficio di qualunque soggetto sia stato destinatario di informazioni contrarie alla verità o comunque lesive e che non abbia avuto alcuna possibilità di difendersi“. E si sente l’eco delle polemiche tra Maroni e Vieni Via con Me.
* E siamo a una delle prime chicche, in cui non è difficile riscontrare un preciso tentativo di fare definitivamente fuori Michele Santoro (al di là delle decisioni della magistratura che non hanno ‘permesso alla Rai di innovare’, come ha detto qualche tempo fa il dg Masi): “La conduzione non può essere affidata a chiunque abbia interrotto la professione giornalistica per assumere ruoli politici“, come Santoro, ex europarlamentare per i DS.
* Si ribadisce, inoltre, il ‘divieto’ di rappresentare le intercettazioni a mo’ di docufiction, come fa Annozero;
* e qui siamo alla genialata pura: “per garantire l’originalità dei palinsesti, i temi prevalenti, di attualità, politica o cronaca, trattati da un programma non devono costituire oggetto di approfondimento di altri programmi, anche di altre reti, almeno nell’arco degli otto giorni successivi alla loro messa in onda“!. Ovvero, se il lunedì Berlusconi va da Bruno Vespa per parlare di Ruby, Ballarò e Annozero (nonché L’Ultima Parola et alii) non potranno occuparsene. Questo dovrebbe valere anche per la cronaca, a quanto scritto: ergo se Uno Mattina si occupa di Sarah Scazzi nessun’altra trasmissione tv può farlo per una settimana? Abbiamo qualche difficoltà a crederlo… una proposta davvero assurda!
* E ancora: “Per consentire a tutti libertà di pensiero, bisognerà oculatamente filtrare messaggi di posta elettronica e sms“. E meno male che bisognava tutelare la libertà di pensiero!
Tutte le indicazioni sono ispirate, a detta di Butti, dalla necessità che “tutti i partiti presenti in Parlamento devono trovare, in proporzione al proprio consenso, opportuni spazi nelle trasmissioni di approfondimento giornalistico” e dalla consapevolezza che “il mancato rispetto dell’assegnazione proporzionale degli spazi televisivi costituisce violazione del principio democratico“. Il che, tradotto, vuol dire che i partiti politici dovranno avere uno spazio proporzionale al loro consenso elettorale… “Il rispetto di tale disposizione viene affidato al buon senso dei conduttori e dei direttori di rete o testata – continua – perché il servizio pubblico radiotelevisivo deve rappresentare il Paese reale, non le élite culturali né i cosiddetti poteri forti“. Ci sembra di notare un’altra leggerissima contraddizione: tutti devono avere spazio, ma chi vince di più… proprio la base della democrazia! Ma dove stiamo arrivando?
venerdì, gennaio 21, 2011
Jay-Z and Alicia Keys - Empire State of Mind (In New York HD)
I miss this place
[Jay-Z:]
Yeah,
Yeah, I'm ma up at Brooklyn,
Now I'm down in Tribe ca,
Right next to DeNiro,
But I'll be hood forever,
I'm the new Sinatra,
And since I made it here,
I can make it anywhere,
Yeah they love me everywhere,
I used to cop in Harlem,
All of my Dominicans
Right there up on Broadway,
Brought me back to that McDonald's,
Took it to my stash spot,
5-60 State street,
Catch me in the kitchen like a Simmons whipping Pastry,
Cruising down 8th street,
Off white Lexus,
Driving so slow but BK is from Texas,
Me I'm up at Bed Study,
Home of that boy Biggie,
Now I live on billboard,
And I brought my boys with me,
Say what up to Ty Ty, still sipping Mai-tai
Sitting court side Knicks and Nets give me high fives,
N-gga I be Spiked out, I can trip a referee,
Tell by my attitude that I most definitely from
[Alicia Keys:]
In New York,
Concrete jungle where dreams are made of,
There's nothing you can't do,
Now you're in New York,
These streets will make you feel brand new,
The lights will inspire you,
Let's hear it for New York, New York, New York
[Jay-Z:]
I made you hot nigga,
Catch me at the X with OG at a Yankee game,
Shit I made the Yankee hat more famous than a yankee can,
You should know I bleed Blue, but I ain't a crip tho,
But I got a gang of niggas walking with my clique though,
Welcome to the melting pot,
Corners where we selling rocks,
Afrika bambaataa shit,
Home of the hip hop,
Yellow cap, gypsy cap, dollar cab, holla back,
For foreigners it aint fitted they forgot how to act,
[ From: http://www.metrolyrics.com/empire-state-of-mind-lyrics-alicia-keys.html ]
8 million stories out there and their naked,
Cities is a pity half of y'all won't make it,
Me I gotta plug Special Ed and I got it made,
If Jeezy's paying LeBron, I'm paying Dwayne Wade,
3 dice cee-lo
3 card Monte,
Labor day parade, rest in peace Bob Marley,
Statue of Liberty, long live the World trade,
Long live the king yo,
I'm from the empire state that's
[Repeat Chorus:]
[Jay-Z:]
Lights is blinding,
Girls need blinders
So they can step out of bounds quick,
The side lines is blind with casualties,
Who sipping life casually, then gradually become worse,
Don't bite the apple Eve,
Caught up in the in crowd,
Now your in-style,
And in the winter gets cold en vogue with your skin out,
The city of sin is a pity on a whim,
Good girls gone bad, the cities filled with them,
Mami took a bus trip and now she got her bust out,
Everybody ride her, just like a bus route,
Hail Mary to the city your a Virgin,
And Jesus CAN save you! life starts when church starts,
Came here for school, graduated to the high life,
Ball players, rap stars, addicted to the limelight,
MDMA got you feeling like a champion,
The city never sleeps better slip you a Ambient
[Repeat Chorus:]
[Alicia Keys:]
One hand in the air for the big city,
Street lights, big dreams all looking pretty,
No place in the World that can compare,
Put your lighters in the air, everybody say yeah
Come on, come,
Yeah,
giovedì, gennaio 20, 2011
Muoia Sansone? Magari
Il suo destino non è quello del Paese
LUIGI LA SPINA
Il videomessaggio con il quale il presidente del Consiglio ha comunicato agli italiani la decisione di non presentarsi alla procura di Milano e la volontà di varare una legge per punire quei pm che lo accusano annuncia, purtroppo, una linea di difesa inquietante. Destinata ad aggravare sia lo stato di turbamento del Paese, sia l’immagine di discredito internazionale che, in questi giorni, si sta riversando sull’Italia.
Berlusconi ha lanciato un appello drammatico alla maggioranza che lo ha eletto perché, in maniera compatta, unisca il destino della nazione al suo destino personale. Senza comprendere che l’istituzione che presiede, il governo della Repubblica, deve rappresentare non solo coloro che l’hanno votato, ma tutti gli italiani. Ecco perché la sua sfida alla magistratura, in nome del consenso popolare, rischia di aver gravi conseguenze sull’ordinamento e sull’equilibrio dei poteri dello Stato, fondamenti della nostra democrazia.
Il presidente del Consiglio ha diritto, come tutti i cittadini, di veder rispettata la presunzione d’innocenza davanti alle infamanti accuse che la procura di Milano gli ha rivolto. Un principio costituzionale di elementare civiltà giuridica, ma che ha come corrispettivo naturale lo stesso rispetto sia verso il magistrato che lo indaga, sia verso i cittadini italiani che hanno diritto di conoscere la sua versione dei fatti contestati. Anche perché non sarà la procura di Milano a considerare la fondatezza della sua difesa, ma i giudici di un tribunale che, in passato, ha dimostrato indipendenza di valutazione rispetto alle richieste del pm. Né sarà la procura di Milano a decidere sulle questioni di competenza territoriale e funzionale avanzate dai suoi avvocati.
Fa parte, poi, di una strategia difensiva puramente mediatica, utile ad aumentare la confusione polemica, ma dalla logica avventurosa, l’invocazione alla cosiddetta privacy. Per due elementari ragioni: le indagini, innanzi tutto, sono nate dal sospetto di gravi reati e, quindi, la verifica di tali ipotesi non si può fermare davanti a quei limiti. La valutazione delle conseguenze, se questa obiezione venisse accolta, nelle inchieste sui comuni cittadini potrebbe equivalere alla dichiarazione di una sostanziale impunità estesa a tutti gli italiani.
Ma la seconda ragione dell’insostenibilità della tesi che in questi giorni viene ripetuta dai fan di Berlusconi, senza un minimo di riflessione, riguarda proprio il fatto che il presidente del Consiglio non è, appunto, un comune cittadino italiano, ma rappresenta una delle più alte cariche dello Stato. La nostra Costituzione, come quelle di tutti i Paesi non retti da una dittatura, impone una trasparenza, una dignità di comportamenti, anche personali, che non sono richiesti a coloro che non hanno i doveri dell’uomo pubblico.
Al di là della fondatezza delle accuse, della solidità delle prove raccolte, delle competenze delle procure, il presidente del Consiglio dovrebbe rendersi conto che l’unico modo per arginare il mare, montante e inquietante, dei giudizi sprezzanti che si sta abbattendo, da parte dell’opinione pubblica internazionale, sul nostro Paese è fornire ai magistrati una versione, credibile e accettabile, di quanto avvenuto sia nelle sue ville private, sia nella famosa notte alla questura di Milano. Se davvero non ha nulla da farsi perdonare, né sul piano penale né su quello morale, non si capisce perché impedisca a se stesso, con formalismi giuridici discutibili, di convincere gli italiani, anche quelli che non sono suoi tifosi, di poter credere alla sua innocenza.
E’ arrivato il momento che anche Berlusconi, dopo quasi vent’anni, possa distinguere la sorte della sua fortuna di imprenditore, di politico, persino di uomo di grande successo mediatico e di sicuro carisma personale, da quella del suo Paese. Lui, nonostante una notevole considerazione di sé, non si può paragonare a Sansone e gli italiani non possono fare la fine dei filistei.
LUIGI LA SPINA
Il videomessaggio con il quale il presidente del Consiglio ha comunicato agli italiani la decisione di non presentarsi alla procura di Milano e la volontà di varare una legge per punire quei pm che lo accusano annuncia, purtroppo, una linea di difesa inquietante. Destinata ad aggravare sia lo stato di turbamento del Paese, sia l’immagine di discredito internazionale che, in questi giorni, si sta riversando sull’Italia.
Berlusconi ha lanciato un appello drammatico alla maggioranza che lo ha eletto perché, in maniera compatta, unisca il destino della nazione al suo destino personale. Senza comprendere che l’istituzione che presiede, il governo della Repubblica, deve rappresentare non solo coloro che l’hanno votato, ma tutti gli italiani. Ecco perché la sua sfida alla magistratura, in nome del consenso popolare, rischia di aver gravi conseguenze sull’ordinamento e sull’equilibrio dei poteri dello Stato, fondamenti della nostra democrazia.
Il presidente del Consiglio ha diritto, come tutti i cittadini, di veder rispettata la presunzione d’innocenza davanti alle infamanti accuse che la procura di Milano gli ha rivolto. Un principio costituzionale di elementare civiltà giuridica, ma che ha come corrispettivo naturale lo stesso rispetto sia verso il magistrato che lo indaga, sia verso i cittadini italiani che hanno diritto di conoscere la sua versione dei fatti contestati. Anche perché non sarà la procura di Milano a considerare la fondatezza della sua difesa, ma i giudici di un tribunale che, in passato, ha dimostrato indipendenza di valutazione rispetto alle richieste del pm. Né sarà la procura di Milano a decidere sulle questioni di competenza territoriale e funzionale avanzate dai suoi avvocati.
Fa parte, poi, di una strategia difensiva puramente mediatica, utile ad aumentare la confusione polemica, ma dalla logica avventurosa, l’invocazione alla cosiddetta privacy. Per due elementari ragioni: le indagini, innanzi tutto, sono nate dal sospetto di gravi reati e, quindi, la verifica di tali ipotesi non si può fermare davanti a quei limiti. La valutazione delle conseguenze, se questa obiezione venisse accolta, nelle inchieste sui comuni cittadini potrebbe equivalere alla dichiarazione di una sostanziale impunità estesa a tutti gli italiani.
Ma la seconda ragione dell’insostenibilità della tesi che in questi giorni viene ripetuta dai fan di Berlusconi, senza un minimo di riflessione, riguarda proprio il fatto che il presidente del Consiglio non è, appunto, un comune cittadino italiano, ma rappresenta una delle più alte cariche dello Stato. La nostra Costituzione, come quelle di tutti i Paesi non retti da una dittatura, impone una trasparenza, una dignità di comportamenti, anche personali, che non sono richiesti a coloro che non hanno i doveri dell’uomo pubblico.
Al di là della fondatezza delle accuse, della solidità delle prove raccolte, delle competenze delle procure, il presidente del Consiglio dovrebbe rendersi conto che l’unico modo per arginare il mare, montante e inquietante, dei giudizi sprezzanti che si sta abbattendo, da parte dell’opinione pubblica internazionale, sul nostro Paese è fornire ai magistrati una versione, credibile e accettabile, di quanto avvenuto sia nelle sue ville private, sia nella famosa notte alla questura di Milano. Se davvero non ha nulla da farsi perdonare, né sul piano penale né su quello morale, non si capisce perché impedisca a se stesso, con formalismi giuridici discutibili, di convincere gli italiani, anche quelli che non sono suoi tifosi, di poter credere alla sua innocenza.
E’ arrivato il momento che anche Berlusconi, dopo quasi vent’anni, possa distinguere la sorte della sua fortuna di imprenditore, di politico, persino di uomo di grande successo mediatico e di sicuro carisma personale, da quella del suo Paese. Lui, nonostante una notevole considerazione di sé, non si può paragonare a Sansone e gli italiani non possono fare la fine dei filistei.
mercoledì, gennaio 19, 2011
Troje ad Arcore
Intercettazioni fonte ilfattoquotidiano
Parlano della festa ad Arcore
T.M: di ieri che mmmm va bè, nel senso ci sono, ci sono diverse tipologie disperate alla fine è chiaro che ci sono momenti in cui ci sono più persone e momenti in cui, magari, sono quasi più più seriosi no? Ieri sera, e tu non lo sai, perchè in realtà va come in tutte le cose, un po’ il padrone di casa che da lo stile alla serata no?
B. V. : annuisce
T.M: e fa gli inviti quindi. Ieri sera c’erano molte ragazze, tipo una ventina, e c’era lui e il suo fedelissimo amico che ha un ruolo importanteeee, bassino, mmmm, adesso va bè, comunque, eee molto abbronzato, che parla benissimo di lui, lo venera proprio, (inc.) ti può venire in mente chi è, comunque… eeee poi c’era un’altra persona ancora eemm questi loro tre e basta, e tutte ragazze. Eeeee noi siamo entrate proprio senza nessun tipo di controllo nel senso che tu arrivi, fuori di casa, eee dici il tuo nome e passi con la macchina tranquillamente. Io avevo la mia borsa il mio cellulare, nessuno me l’ha guardata nessuno mi ha chiesto niente. Quindi, varchi la soglia ed entri. Eeee l’ingresso è stato proprio cioè, ma non informale, di più. Perchè queste persone lo chiamano: “amore – tesorino” cioè, ma proprio dei livelli di bassezza totale. Tu non immaginarti niente di quello che puoi immaginarti. Rendilo mmmm
B.V.: no, io mi posso immaginare solo quello che c’è scritto nei giornali.
T.M: ecco, praticamente nei giornali dicono molto meno della verità. Cioè, anche quando lo, anche quando, diciamo, massacrano, no, cioè, è molto peggio! Molto più triste e molto piùùù. Ti dico, non c’è nulla di pericoloso, fa tutt, a me proprio mi ha lasciato l’amaro in bocca. Ma non perché ho avuto paura, no no no, per la desolazione cioè, sai quando vedi quelle cose…
B.V.: ma più della persona o delle persone?
T.M: no, della pers.. va bè.. la persona è e ti dico, cioè io ho avuto un contatto diretto non è che non l’ho conosciuto, l’ho proprio conosciuto, ma perchè lui aspettava me, e mi ha presentato a tutti, m’ha accolto in un certo modo, m’ha dedicato la canzone cioè, proprio…
B. V. : quindi è stato proprio
T.M: sì sì sì
B.V.: ospitale?
T.M: sì sì sì ospitalissimo, ma non aveva capito la la la questione, e del resto lui magari è abituato che se una va lì.. no?
B. V. : annuisce
T.M: è pronta a tutto diciamo, ma io sai come sai, non ho problemi a dire no a nessuno quindi ero nel mio angolo….
B. V.: (inc.) di te proprio.
T.M: come?
B. V.: no dico, ci voleva una persona comunque come te dai.
T.M: a sì! Un’altra o si metteva a piangere?…
B. V. : per riuscire a…
T.M: sì sì
B.V.: a gestire dai, una cosa che magari non t’aspetti a cui non non sei abituata….
T.M: sì, cioè o uno si mette in difficoltà o uno prende un taxi e va a casa o uno ci sta… diciamo così. Perché puoi essere anche più debole, quindi niente, questo clima assolutamente informale, cena, omaggiata con vari presenti che ho dimenticato, ma non è vero, ce li ho lasciati apposta là….
B. V. : annuisce
T.M: nel senso che, erano cosa va bè, a parte brutte come si dice (ride) sai quelle robe farfallesche’ e cose che non non sono da me, quindi forse se mi fosse piaciuto qualcosa me lo sarei anche tenuto, ma anche no. E’ una persona molto simpatica, molto di compagnia, cioè, l’immagine che (inc.) diciamo così si trasmette è vera.
B. V. : annuisce
T.M: canta, no no
B. V. : carisma, carismatico.
T.M: ecco, invece no.
B.K.no?
T.M: a me è scaduto tantissimo. Mi ha., mi sembrava di avere di fronte non lui, ma le
caricature del ‘bagaglino’
B. V. : annuisce
T.M: ecco, io ho vissuto la serata come se fossi al ‘Bagaglino’. Hai presente quella volgarità spiccia che non è neanche tanto costruita o fantasiosa? Non è “Eyes wide shut”
B. V. : no no
T.M: il film con Tom Cruise, cioè no!
B. V. : no no no
T.M: una roba banale ecco. Io mi sentivo lì dentro. In questa cosa in cui a un certo punto durante la serata con l’Agostino di turno, tipo Maria De Filippi, quello con la pianola che canta, a un certo punto, non si sa bene come o perchè, qualcuno ha iniziato a far vedere il culo e da li la serata è decollata.
B.V.:ah!
T.M: in un susseguirsi di cose più o meno volgari, ma come se fosse naturale e ti dico tutti davanti a tutti quindi questo buttasù…
B. V. : ma questo a tavola? Dopo cena?
T.M: no no, a tavola mentre si mangiava. Dopo di che ci si è alzati e la cosa è peggiorata nella lato diciamo, no nel lato, in una sala-discoteca mmm è lì il degenero più totale cioè proprio siamo, ripeto, in un puttanaio in cui si ci si intrattiene come meglio si crede. Cioè, poi alla fine ognuno è libero di fare quello che vuole, nel senso che, è una casa privata no? E ti ripeto, io sottolineo che nessuno mi ha proposto nulla chiesto nulla alluso a niente cioè assolutamente no. Io sono stata tutta la sera seduta, piuttosto che a fumarmi la sigaretta piuttosto che a mandare un messaggio al cellulare, rispettata assolutamente. Dopo sai, anche solo il fatto di vedere certe cose, può metterti
in difficoltà.
B. V. : annuisce
T.M: forse lui, pensa che tu sappia cosa vai a fare, ma perché nel caso di tutte loro è vero. No?
B.V.: ma scusa una cosa, ma tu non eri stata così, diciamo, preparata a…
T.M: allora no, in realtà no, fino a un certo punto, nel senso che lei mi aveva detto non ti scandalizzare, vedrai dai un po’ di tutto, ma io pensavo di vedere o delle avances o della disponibilità che poi però si sarebbe concretizzata in un’altro posto. Cioè, capisci che se io vedo uno che ammicca o una che dice dai dai dai, che ne so, è un conto no? Se poi io vedo un bacio è un altro discorso…
B. V. : annuisce
T.M: e poi io non ne vedo uno, ma ne vedo venti (20) ….
B. V. : poi tu dici, se tanto voglio dire è uno lo spazio c’è t’immagini…piuttosto…
T.M: quello! Brava! brava!
B. V.: uno va a farsi i fatti suoi da un’altra parte dici.
T.M: brava, brava è questo che io non mi sono spiegata. Il perché di questo ‘buttasù’ collettivo e appunto, a giro no? Cioè posso dare un bacio a una come a un’altra, ma così, ripetutamente e ti ripeto davanti a tutti senza che abbia un senso. Perché allora qui c’è l’ostentazione cioè c’è il voler far vedere che lo fai secondo me. E in questo ci deve essere …. alla fine … boh … questa è una persona comunque molto molto grande. Si potrebbe quasi dire adesso, non anziana, ma insomma…
B. V. : annuisce
T.M: voglio dire, ha una certa età.
B. V.: si non dovresti avere più certi…
T.M: ma così no.
B. V. : non dovresti viverla in questo modo.
T.M: no, anche perché….
B.V.: queste cose….
T.M: vorrei sottolineare che il livello di bellezza, piuttosto che simpatia o intelligenza non era da dieci (10) e lode. Cioè, non tutte sono… c’è la disperata venezuelana che non parla una parola e che c’ha dei vestiti allucinanti, (tossisce) c’è neanche da dire che sono…
B. V. : (inc.) tutte è T.M: dieci (10) belle ragazze e anche fini, perché una bella la Nicole va bene che ha una certa bellezza molto appariscente, però è una persona che si sa vestire anche in modo fine no? E ieri sera infatti (inc.) fine. Io posso essere meno bella, ma comunque ho un certo tipo di modo di fare, comunque fine…
B. V. : sì sì
T.M: e invece no. C’erano dei soggetti spaventosi.
B. V.: un livello basso insomma? Da da…
T.M: un livello molto basso.
B.V.:… cose che vedi in televisione insomma?
T.M: no, ma c’erano soggetti di quell di quell’ambiente, ti ti posso citare la ‘Cipriani’.
B.V: oooooo
T.M: sì sì sì sì sì. assolutamente.
B.V: ah lei guarda, lei vorrei sapere se c’è o ci fa ma secondo me ci è. Sicuro!
T.M: bèèperò alla fine li è tutto… ti ripeto, un voler chiamare in quel cioè, io appunto, me ne sono stata in disparte e a fine serata mi ha anche chiesto: “ma ti sei divertita?” e io gli ho risposto:”bè, insomma, non è questo il mio modo”, ma ti dico che anche fisicamente io lo vedevo diverso, nel senso che, quando tu puoi vedere certi discorsi che fa, ha un tipo di piglio, lascia stare che vedi che s’è rifatto che s’è tirato, però ha un piglio di una persona molto decisa cioè, anche come parla è un comunicatore no?
Almeno in quello è uno che si vende bene….
B.V.: per quello ti dicevo carsimatico, nel senso che…
T.M: e invece no. Sembrava un guarda, ti dico, mi viene bene la figura del ‘bagaglino’ cioè una caricatura….
B. V. : una caricatura di se stesso.
T.M: sì, bru.. guarda, una cosa molto brutta e molto triste.
B. V. : perché tanto voglio dirti, cioè, si esula completamente da quella che è la propria diciamo così, la propria figura professionale voglio dire.
T.M: assolutamente sì. Forse io pensavo che lui mantenesse un contegno e poi facesse i fatti suoi. Invece no. Assolutamente no. Cioè, lui si presenta in un certo modo, ma molto basso e mi dispiace perché, bho? Non c’è bisogno…
B.V.: ma forse a volte ci sono appunto si sono dette delle cose molto pesanti proprio, non lo so forse sulla base di di certe cose, arrivare a dire tipo: “sei malato”, cioè, sua moglie lo diceva.
T.M:sì sì sì sì, ma non ma guarda, può darsi, che non lo so…
B.V.: (inc.)
T.M: però, al di la di tutto è una cosa cheee cioè, io ti posso dire tranquillamente, a volte uno, finché non vede certe cose può non rendersi conto…
B. V. : no ma infatti, no ma infatti è per quello che io ti avevo detto (inc.) ero per il sì, nel senso, sia perché comunque cioè, ti conosco e so che, per quanto sia, cioè non è che vai in un (inc.) cioè, non t’immagino che quella è una situazione pericolosa capito? Però secondo me, cioè, mmm cioè, capisci veramente molte cose solo se hai la possibilità di vederlo con i tuoi occhi capito? Di di di….
T. M: ma soprattutto….
B. V. : di viverle capisci?
T.M: che è un attimo?
B. V: però non so, non so qual è la morale cioè, che ti porti a casa? nel senso…
T.M: no, la morale che io mi porto a casa è che ci vuole veramente un attimo aaa volendo, avere di più in senso materiale, poi ti spiegherò meglio anche questo, adesso non è
B. V. : (inc.) sì sì
T.M: il passo è breve. Perché se ci pensi alla fine, anche persone che tu magari ritieni irraggiungibili, alla fine, ti ripeto, varchi la soglia di casa loro senza nessun particolareee problema.
B.V.: a volteeee, sì la vita ti ti porta dai, in situazioni anche inaspettate.
T.M: sì. imprevedibili. E ti rendi con, io quello che mi rendo, mi son cioè quello diciamo, che ho così, considerato nuovamente, ma che non potevo pensare è che proprio nella vita quello che conta molto, molto, molto, forse ho cambiato idea, ancora più della salute, che purtroppo va bè, a volte può non esserci, però sono i rapporti umani veri e sinceri. Perché tu quando vedi appunto, una persona che ha anche così tanto potere, così tanti soldi, cioè che veramente potrebbe fare qualunque cosa, perché più di tutti noi messi insieme,
B. V. : la Madonna!
T.M: (inc.) si riduce a fare questo, infondo vuol dire che, cioè, io piuttosto sto con il nipote il figlio, la moglie non so, capito?
B. V. : la Madonna, ce ne ha.
T.M: e brava! Qualunque altra cosa o piuttosto mi faccio una fìd… tanto ti dico, ho visto che anche molte belle ragazze non gli dicono di no, no? Quindi piuttosto mi faccio la fidanzata fìghissima trent’anni in meno e mi diverto così. O ancheee…
B. V. : però dai un senso….
T.M: (inc.) do un senso. Io ti dico
B. V.: tu dici, non vedi il senso?
T.M: no. No, non ce l’ha. Perché ti ripeto, vuoi allora l’amante bellissima che in camera tua ci fai quallo che vuoi? Ma che senso ha sto ‘puttanaio’? e li è la mancanza, l’impossibilità di costr.. tu hai paura di costruire un rapporto perché pensi che sia comunque interessato e allora fai un po’ di festa così, perché non ti leghi a nessuno. Perché non ti scopri con nessuno finché c’è tutto quel ‘BULIRONE’ Quindi io ti ripeto, mi son sentita, ma anche le ragazze che erano li con cui poi ho parlato, e loro fra di loro comunque c’è un sacco di rivalità e competizione
B. V. : (inc.) sicuro questo.
T.M: una roba allucinate. Io infatti…
B. V. : tanto son tutti li con lo stesso scopo (inc.)
T.M: assolutamente sì.
Torna a parlare di Nicole Minetti
B. V.: chissà laa, chissà lei come viene vista piuttosto? Dai lei, (inc.) risultato
T.M: sì sì no, io ti dico che torno a casa dicendo guarda nella vita veramente se tu hai la fortuna di avere dei bei rapporti con, ma anche poche cioè, con delle persone su cui contare stai bene.
B.V.: (inc.)
T.M: Vivi bene comunque, perchè ti dicevo la cosa della salute, perchè anche se stai male hai comunque un appoggio e invece se tu sei solo o sei falso o sei invidioso eee, fai la brutta vita. Fai proprio una brutta vita.
B. V. : mmm ma infatti, infatti ti dico in generale anche a livelli molto, cioè, perchè lì è proprio il massimo livello perché
T.M: certo!
B. V. : però anche a livelli molto più cosi più più ridotti cioè più ristretti così certi ambienti che si possono vedere in ogni parte capito? Secondo me..
T.M: a sì, rivedi la stessa dinamica sì sì.
B. V, : eeemmm, li magari è ai massimi livelli peròòò infatti ti dico, quando (inc.) perchè poveretta non però tipo, magari a volte quando a me la Maddy mi fa certi discorsi no? Io mi chiedo, ma che cosa deve andare a cercare? E sembra, capito? Il ragazzo, il divertimento,
T.M: e lo so.
B.V.: la voglia di essere liberi. Ma liberi di cosa? cioè, liberi di farti usare dal primo che passa? Face, tanto voglio dirti, purtroppo anch’io ho fatto i miei errori, alla fine cos, cosa ti lasciano? Certe cose, come dici tu, non vere, non vere perché, va bè, poi ci può essere la volta che non che una cosa non nasce che proprio tu te neeee non so
T.M: sì sì sì sì
B. V. : dai, non è che uno adesso, sempre,
T. M: s’innamora perdutamente..
B. V. : (inc.) perdutamente. Ci può essere la volta che lo sai che è una cosa è destinata a finire però magari c’è la volta cheeee, però voglio dirti, alla fine, appunto, sono le cose vere quelle che contano cheee… cioè, anche se magari puoi avere una vitaaaa, meno spericolata, dì, magari una vacanza in più saprebbe da fare, anzi, più che una, però…
T.M: però guarda che non è così…
B. V. : però io in un certo mondo
T.M: no, no (inc.)
B. V. : dico, vedi molta solitudine come dici tu, cioè in generale.
Tornano a parlare delle ragazze di Arcore
T.M: sì. E poi guarda che, ti ripeto, alla fine la vacanza in più adesso, non so come dirti… lì è talmente tutto eccessivo che vivresti una realtà talmente accelerata che poi alla fine, la borsa in più o la vacanza in più che ti compri, non ti soddisfano più neanche quelle. Io ho capito questo, cioè se io entro in questo vortice, ma al di la del fatto che io non ci entrerei mai, poi finisci che vuoi sempre di più e tu vedi queste ragazze che poi ti ripeto, te ne parlerò anche più dettagliatamente, che hanno già qualcosa che sarebbe assolutamente sufficiente per vivere, ma non va bene, perché allora vogliono anche il regalino allora vogliono anche una certa posizione allora vogliono la spintarella, allora e’hanno la sorella il fratello e il cognato da sistemare è una cosa scandalosa.
B.V.: ma tuu. cioè appunto hai detto e’ho parlato ma ti sembrano ragazze tutte sceme, tutte pazze tutte furbe, tutte eee
T.M: molteee
B.V.: a parte l’invidia che va bè..
T.M: sì sì sì no, io tanto non ce l’avevo perchè nei loro confronti ero esterna e sapevo che era quella volta e poi basta e siccome più o meno io lo dicevo, ma si capiva, cioè io ero l’unica con… stavo bene eee, perchè avevo messo ipantaloni quelli a vita alta con la comincia diversa, un po’ scollata, comunque ero truccata non è che adesso ero una suora, però ero diversa da loro perchè alcune erano proprio, ti ripeto, molto televisiva molto molto ‘cubo’, quindi ero comunque diversa, c’era solo un., c’erano solo altre due ragazze coi jeans e un’altra con un pantalone poi tipo 15 (quindici) in mini abito, quindi sai, già quello tifa un po’ capre no? No, non tutte stupide, c’erano un paio con cui ho
parlato e anche quelle che poi hanno avuto l’atteggiamento più contenuto
B. V. : annuisce
T.M: dopo eee che però, una viene dalla Romania, ma non so, cioè è da tantissimi anni qui in Italia nel senso che non è che le sentì l’accento no, adesso propriooo
B. V. : annuisce
T.M: sono arrivata ieri. Però sai, molte brasiliane venezuelane ti dico, poi, integrate..
B. V. : annuisce
T.M: me mentre con le zoccolissime io non ho proprio parlato, non mi sono confrontata perché li è una questione di essere proprio
B.V.: (inc.)
T.M: da che sei sulla strada li hai fatto il salto perché però ecco con quelle non ho parlato.
B.V.: (inc.)
T.M: ma queste secondo me lo fanno per soldi. Ti dico la verità.
B. V. : tanto ne gireranno un sacco.
T.M: sì. A me te lo posso dire tranquillamente per farti capire, ripeto, io sono arrivata e si è entrati direttamente in questa stanza e appunto ci si rivolge con appellativi ‘AMORE TESORO’ e lui risponde ‘CIAO’ Sara, Francesca, Antonella ah, ci sei anche tu? La ragazza dalle due lauree piacere, siccome so che ti piace il francese ‘enchanté’ di qua e di là, quindi, questo è stato l’approccio, cioè, amici miei no io mi ero studiata tutto buona sera, di qua e di là, come mi rivolgo gli do del voi, faccio l’inchino… sto par di coioni! Capito?
B. V. : ma perché quindi le persone ovviamente gli dan tutte del tu?
T.M: si, ma perché non saprebbero coniugare i verbi a una diversa persona, molte (ride) va be, e poi perché loro stesse si pongono così cioè proprio da ere., cioè no ma, sono persone anche molto limitate ti dico io comunque, se vedo un personaggio di rilievo, il produttore
B. V. : (inc.) rispetto dai.
T.M: del cinema, sono andata a presentarmi e gli ho detto <piacere, molto lieta>, cioè, lui m’ha guardato come quasi e lì però rischiavo quasi di essere fuori luogo, perché se loro vogliono essere liberi di fere i cretini e vedono una che si presenta in un certo modo….
B.V.: (inc.) il paradosso proprio
T.M: sììììì
B. V. : paradosso.
T.M: si sentono imbarazzati.
B.V.: (inc.)
T.M: io ero imbarazzante.
B. V. : pensa te!
T.M: io ero imbarazzante.
B. V. : maaa. ma la tua compagna era tranquilla?
T.M: no! no no no no no lei stessa si è prestata assolutamente al gioco. Io poi ne ho parlato e lei ee molto tranquilla, nel senso che la Nichi non è una che ti dice le puttanate o si nasconde dietro un dito, altrimenti non mi avrebbe portato, quindi io questo l’ho apprezzato alla fine, e lei…
===== voci sovrapposte ===
B.V.: (inc.)
T.M: a sicuramente, lei poteva evitare, e ciao. Quindi evidentemente per le persone ne vale la pena per alcune no? Per soldi, far prestarsi a certe cose, per me neanche per tutto l’oro del mondo.
B. V.: quindi tu., diciamo, domando, non faresti a cambio con la sua posizione?
T.M: ma neanche, te lo giuro, per tutto l’oro del mondo. Ma perchè io sono io e non
cambio per niente. Poi se….
B.V.: no, però .. adesso perchè scherzavamo un po’, però l’altro giorno dai, e lo so che non andavi lì per chissà che scopo, però comunque come dire, dai?
T.M: sì sì sì sì
B.V.: son persone .. ti asp.. cioè, dalle tue parole dici mmmm appunto, non è una persona che magari considero del tutto negativa, è una persona che ti può dare tanti spunti no? Cioè, come dire…
T.M: sì, il problema è che
B.V.: è una persona interessante no?
T.M: brava! No, no non lo è stato.
B.V.: e tu l’avevi, quindi tu come dire, l’avevi non ti dico che avevi (inc.) andavi con quello scopo, però come dire, dai? Se magari c’è l’occasione
T.M: sì! Sì Sì avre.. sì, perché pensavo però che l’approccio fosse diverso, che ci fosse un momento, adesso non voglio dirti istituzionale, no? Perché no! Però pensavo ci fosse un momento serio e poi, ripeto, un degenero o un cambiamento di cosa in cui però mi faccio i fatti miei. Quindi, se avessi avuto un canale in cui della serie, faccio un colloquio con una persona no? E questa persona mi dice <aaa torna, così riparliamo> eh! sarei andata, capisci? ma posto che, si è aperta un tipo di serata in cui io non so se lui sapeva, o comunque capirà, che io non ero non mi proponevo in quella veste, ma
non mi pongo neanche più il problema, cioè, o la Nicole mi telefona e mi dice guarda, ti vuole parlare e io gli dico <no guarda Niky non vengo più> e lui, a questo eventuale non vengo più, dice no no no, ma vediamoci in ufficio alle quattro del pomeriggio, capito? E’ un’altro discorso. E poi anche li ci pensieri molto bene, perché ripeto, non mi piace! ma io ho chiesto alla Nicole, ma certe persone, che non mi sembrano tutte delle figone come fanno ad avere certi ruoli, la strada è unica? E lei m’ha detto <no no, però attraverso di lui è facile che lo sia>
B. V.: quindi insomma…
T.M: no ma, mmm dico, io per esempio non pensavo che ci fosse un sistema, a fine serata, chiamiamolo di ringraziamenti e congedi in cui tu ricevi qualcosa.
B. V.: e a tutte le persone e tutte le volte?
T.M: (inc.) no, brava! Non a tutte.
B. V. : annuisce
T.M: a sua discrezione come del resto, un padrone di casa no? su tutto, diciamo, può avere preferenze e gusti, ad un certo punto, di dico, quello è stato l’approccio all’inizio in cui m’ha detto quelle due cose ha cantato sta canzone in francese poi basta perchè io non ho più rivolto la parola, dopo di che son stata chiamata mmm con la Nicole eh, però in disparte, nel suo ufficio, <ah, come sei stata, come non sei stata> e appunto come ti ho detto no, non è il mio stile, lui m’ha detto <guarda, vorrei darti un contributo per i tuoi studi, questo è quanto>. Io lì, siccome io, non ho fatto niente di male e siccome mi viene detto <averi piacere di aiutarti negli studi, perchè la Nicole mi
dice che, studi, sei una brava ragazza, tieni> io lì ho detto grazie ho preso e sono andata e quando mi è stato detto <ahhh, maaa non mi ringrazi?> tipo una battuta, che però ho capito benissimo a cosa si riferisse, ho detto <no!> della serie, il mio ringraziamento è dire grazie! Anche perchè altrimenti no? Questa cosa te la puoi tenere! Tu mi dici che mi aiuti per gli studi guarda, fai pure. E, visto che non mi hai chiesto niente e che io non tornerò mai più no? quindi per dirti che…
B. V. : ti giuro che non riesco a immaginarmelo.
T.M: no, è una cosa anche abbastanza ce ti f… un’altra? Cioè, torna anche la volta dopo. Questo è sicuro.
B.V.: infatti.
T.M: anche perchè, cioè, non sto, cioè è un diciamo, quast’anno non ho avuto la ‘borsa di studio’ e l’ho avuta lo stesso. Per intenderci.
B. V.: ahh quindi non nnn non era un regalo diciamo?
T.M: no no no no no.
B.V: ahhhhh!
T.M: mmmmm
B. V.: allora l’hai accettato quindi?
T.M: io ti ho, come ti ho detto
B.V.: (inc.)
T.M: ma io io, tu immagina io, a parte che non ho avuto il tempo di pensare, devo dire la verità. Infatti oggi ero un po’ in difficoltà da sola perchè io non me l’aspettavo. Cioè, anche li, non ero stata preparata. Quindi tu immaginati che tu vieni chiamata per essere salutata e ti viene porta una co ‘porta?’ Porgere, por, porgere ti viene porta una cosa? Non si dice?
B. V. : inc.
T.M: boh! Una cosa che ovviamente è chiusa non è che è visibile.
B. V. : annuisce
T.M: tu non sai esattamente il contenuto, però capisci che cos’è perchè se uno ti dice <un sostegno per i tuoi studi> non sono caramelle.
=== ridono == =
T.M: che scema!
B.V.: e va bè, dai!
T.M: però ti dico, mmmm, non è il massimo. Cioè, tu in quel momento cosa fai? <No grazie, nnnn non li voglio> forse sì. Adesso che che ho vissuto il momento forse (inc.) finito direi ‘no no grazie!’ Lì per lì ho detto ‘grazie!’ ma non è che cioè mmm forse non pensavo..
B. V.: perchè se dici., perchè tu hai fatto il ragionamento tanto a questa persona non cambiano la vita, magari a me potrebbero (inc.)
T.M: nooo, io non io ti dico, la verità, purtroppo il ragionamento non ho avuto il tempo di farlo.
B. V. : annuisce
T.M: ero in una situazione nuova in un momento cioè, all’apice del, non penso che nella vita che avrò un altro momento così imbarazzante, cioè, qualsiasi cosa adesso mi sembrerà una passeggiata.
B. V.: (ridendo) a te ti mancava solo questo!
T.M: infatti. Potrei..
B. V. : (ridendo) che vita emozionante che hai. Io non l’ho avuta.
T.M: ma guarda. Io li per li ho detto grazie, perchè la frase sua è stata <so che studi e che sei una brava ragazza….>
B. V. : perchè ti ha dato una finalità utile insomma.
T.M: sì.
B.V.: (inc.)
T.M: m’avesse detto <uei senti, siccome sei una bella figa..> cioè, avrei detto sì grazie arrivederci. Come ti ripeto, ho saputo dire no, quando mi ha detto <ahh, ma non mi ringrazi?> e io avevo già detto grazie, quindi, era, ti ripeto, ben chiara, poi ne parleremo, il tipo di ringraziamento. E io ho detto no! Ho girato il culo e sono andata ehhh, ma proprio così, secca, che la Nicole m’ha detto <ho tremato> io ho detto ‘cazzi tuoi’. Cioè, io proprio no! Se vuoi ti rido indietro tutto quello che vuoi capito? Poi io forse, sono ingenua, ho anche detto grazie anche sbrigativamente perché pensavo fosse la cosa più indolore e più veloce. Non volevo mettermi nella situazione di stare lì, 10 (dieci) minuti a giustificare un eventuale ‘no grazie’… Cioè, secondo me in quel momento era il modo migliore per andarsene era dire ‘grazie!’
B. V.: bè certo! Era essere decisi comunque.
T.M.: esatto! Grazie, arrivederci. Cioè per me era la cosa migliore. Perché poi da capire, ti ripeto, ci sono persone che non conosco, bob? Mmmm tornando indietro forse direi ‘no grazie non mi serve’ Anche perché io, ingenuamente, poi non ho neanche pensato cosa può essere? Quanto? Di che entità? Capito?
B. V. : annuisce
T.M: forse anche lì c’è da fare un ragionamento non so, però, per dirti com’è andata e per dirti che ci vuole una serietà e una dignità nel non tornare settimana prossima.
B. V. : sì sì
T.M: ma io…
B. V.: hai mangiato bene? (ride) domanda che ti volevo fare.
T.M: eee mmm, il cibo non è la cosa su cui si punta. Nel senso che, essendoci molte persone che arrivano un po’ quando gli pare….
B. V.: ma tipo 30 (trenta) 40 (quaranta) 50(cinquanta)?
T.M: no, no, di meno di meno di meno. Anche perchè, ti dico, c’è lui e tutte ragazze, quindi alla fina hai voglia 50 (cinquanta) nnn non finisce più.
B.V.: (inc.) m’hai detto 20 (venti).
T.M: 20 (venti) sì.
B.V.: quindi 25 (venticinque) con….
T.M: sì, brava!
B.V.: tra tutti?
T.M: adesso non li ho contati, però ti direi di sì.
B.V.: è una media tavola, insomma, ci si vede tutti? Cioè., no tutt
T.M: sì, bè, non ti vedi tutti
=== voci sovrapposte ===
T.M: ma forse anche 20/25 (venti/venticinque) ragazze, sì un massimo di 30 (trenta) comunque, persone, tutti compresi.
B. V.: no, di dicevo come avevi mangiato tipo ipiatti?
=== voci sovrapposte ===
T.M: molto easy
B. V. : mmm
T.M: sì sì bè, apparecchiati in un certo bene e invece la cucina diciamo, simil casereccia, nel senso che sono cose che non mettono in difficoltà nessuno. Un antipasto a mò di caprese, una pasta, era un risotto ieri che era buono, del pollo alla griglia, un po’ di parmigiana cioè ti dico moltooo
B.V.: buono?
T.M: sì sì sì buono, molto semplice ma buono. Molto lunga .. la faccenda …son tornata a casa…
B.V.. che ora avete fatto’:?
T.M: lì le due e mezza
B. V. : iiooool
T.M: sì sì
B. V.: ma è tardissimo?
T.M: ee, ma ti dico….
B.V.: cacchio???
T.M: sì sì
B. V. : ma nooo
T.M: fai conto che si arriva fra le nove e mezza e le dieci (21.30/22.00) eh
B.V.-.ah
T.M: non alle otto. (20.00)
B.V.: ee, ora che fanno tutto… e quindi di parenti non c’era nessuno immagino?
T.M: ma va la! ma per carità!
B.V.: né i figli né
T.M: mmmmm no! Ma io spero non sappiano emmm…
B. V.: ma no, evidentemente sanno (inc.) fai finta di non vedere.
T.M: mmmm
B.V.: o di non sapere?
T.M: no, però un pò dispiace, perché, ti dico, io gli avrei voluto dire ‘ascolta, non puoi fare qualcosa di meglio?’Per te sts… boh?
B. V. : ma vuoi che non ci sia ness… ma boh? (inc.) è perché se non lo sa, cioè… boh, non lo so, è troppo complessa la psicologia in questo caso. Perché cioè, se lo sai perché non lo fai se non lo sai vuol dire che sei proprio fuori di testa allora mi preoccupo veramente per tutti noi. Cioè, voglio dirti, non ci sarà una persona che ti abbia a cuore che ti voglia bene davvero che ti oppure sei così veramente presuntuoso che non te ne frega niente di tutto quello che ti possono dire le persone te ne sbatti.
T.M: oppure, quando hai così tanto potere, la gente più che può se ne approfitta. E alla fine boh, cerca di prendere più che può. Io quello che ho visto è questo, vai vai. Ti lascio cara.
B. V. : va bè.
T.M: a dopo.
B. V. : scusami ma io veramente non sapevo, sennò io ti scrivevo un messaggio ovvio.
T.M: ma va, non ti preoccupare, vai, ti saluto, vai
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