Quando Fouad Siniora,il premier libanese, s'interruppe commosso ad una riunione della Lega Araba, molti, soprattutto in Italia, dissero che era stato architettato. Le stupidaggini che propagano alcuni sedicenti organi d'informazione favoriscono la confusione. Un esempio? Questa favola sul fatto che la tragedia di Qana sia stata "postuma": bombardamento all'una di notte e morti alle 8 del mattino. Adesso il ministro degli esteri D'Alema (meglio tardi che mai) se ne rende conto di persona. Io sono stato tre volte a Beirut nella mia vita e pensare che una città del genere sia stata ridotta a un cumulo di macerie mi fa uscire di senno. Semplicemente perché non è giusto. Se le bombe d'Israele fossero intelligenti come dicono come giustificare oltre 1000 morti civili. Spero che qualcuno abbia il coraggio, Human Rights Watch, ad esempio, di considerare Ehud Olmert un criminale di guerra. Se queste cose fossero successe negli Usa l'esecutivo Bush avrebbe scaricato l'atomica sul paese aggressore. Qui non succede nulla. Neppure una censura diplomatica. Questa non è giustizia.
Stralci di un pezzo su D'Alema.
"Questa guerra è stata una tragedia, una tragedia per tanti civili, una tragedia politica". Massimo D'Alema, visibilmente impressionato, commenta così mentre il ministro degli Esteri libanese Fauzi Sallukh lo porta in visita alle macerie dei quartieri di Beirut sud rasi al suolo dalle bombe israeliane che cercavano di snidare gli hezbollah. "Bisogna uscire rapidamente dal clima di odio e creare le condizioni per una pace durevole" dice D'Alema, da questa mattina a Beirut. Una visita con obiettivi precisi. Prima di tutto verificare le condizioni per il rilascio dei due soldati israeliani il cui sequestro è stato la causa di tutto e per uno scambio più ampio di prigionieri.
Ma altre questioni sono sull'agenda di D'Alema. Il responsabile della Farnesina dovrà anche spendere i buoni rapporti che l'Italia ha con tutti i protagonisti della crisi per smussare angoli e trovare strade per il rapido inserimento della forza internazionale di pace nei territori dove, fino a ieri, hezbollah e israeliani si sono scannati con ferocia.
Lo confermano le parole del portavoce del ministero degli esteri egiziano (D'Alema è atteso questa sera al Cairo): "La posizione assunta dall'Italia nella crisi libanese conferma il ruolo importante che il vostro paese è chiamato a svolgere nel Mediterraneo. I colloqui verteranno principalmente sulla crisi in Libano ma noi siamo dell'idea che tutta l'attuale situazione in Medio Oriente sia da riconsiderare, così come il rilancio del processo di pace per la Palestina, se vogliamo garantire alla regione stabilità ed equilibrio".
D'Alema è arrivato con un aereo militare proveniente da Roma sbarcando all'aeroporto internazionale di Beirut ancora chiuso al traffico commerciale. Il primo incontro, quello con Salloukh si è svolto, in gran parte tra le macerie di Beirut sud. Poi, il titolare della Farnesina ha visto il portavoce del Parlamento libanese Nabih Berri, cui e' stato chiesto dagli Hezbollah di rappresentare il movimento sciita. Con Berri, D'Alema dovrà affrontare la spinosissima questione dei prigionieri. Più tardi il ministro italiano dovrà incontrare anche il Primo Ministro Fuad Siniora.
D'Alema ha già fornito le sue prime impressioni sui colloqui con Sallukh e Berri: "Sin qui mi è stato ribaditodai miei interlocutori che il governo libanese intende rispettare la risoluzione 1701 dell'Onu. Il Libano intende operare affinchè al più presto le forze armate libanesi possano muovere verso il sud del paese".
D'Alema ha brevemente commentato la sua visita alla parte sud della città. "Vedere le distruzioni della guerra in tv è diverso dal trovarsi in mezzo alle macerie dei bombardamenti. Le guerre - ha detto - purtroppo non producono nulla di buono e anche questa non ha prodotto nulla di nuovo". Lo spettacolo delle macerie, si diceva, ha scosso D'Alema: "Aver constatato di persona che cosa la guerra ha fatto in termini di distruzione e vittime ci incoraggia a lavorare per la pace. In questo l'Italia vuole essere in prima fila".
1 commento:
Ma tu ci credi a D'Alema?
Oh, ho pubblicato sul blog multilingue un sondaggio sugli israeliani scontenti della guerra. Adesso.
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