Pentma vuol dire pietra, ma questo blog è solo un sassolino, come ce ne sono tanti. Forse solo un po' più striato.
mercoledì, gennaio 04, 2006
Ciao Donatella
Nel 1975 si salvò dalla furia dei massacratori fingendosi morta
Era malata da tempo, è deceduta il 30 dicembre a Roma. È morta Donatella Colasanti
sopravvissuta al massacro del Circeo
Il direttore del carcere di Velletri: "Izzo si è detto dispiaciuto"
ROMA - Donatella Colasanti, sopravvissuta al massacro del Circeo nell'ottobre 1975, è morta per malattia il 30 dicembre scorso. La notizia del decesso è stata confermata dal padre della donna, Mario Colasanti.
Era ricoverata già da due settimane all'ospedale oncologico Regina Elena di Roma per un tumore al seno con metastasi, che l'ha portata alla morte per arresto cardiaco. Il tumore si era esteso su altre parti del corpo di Donatella tanto che i sanitari l'avevano sottoposta a chemioterapia. Ma non ce l'ha fatta.
Nonostante la malattia, la donna non aveva mai smesso da 30 anni di chiedere giustizia nei confronti dei suoi tre 'aguzzini': Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira, che il 29 settembre del 1975 avevano invitato e poi sottoposto a violenze e sevizie di ogni tipo per una notte intera in una villetta al Circeo, lei e Maria Rosaria Lopez, che fu uccisa.
Donatella Colasanti si salvò trovando l'energia e il coraggio di una mossa d'astuzia in tanto terrore: per una notte si finse morta e fu trovata, in fin di vita, il giorno dopo, nel bagagliaio di una Fiat 127, in via Pola a Roma.
"Con Donatella Colasanti se ne è andata una protagonista di una vicenda che ha segnato la nostra città e tutto il Paese". Così la ricorda il sindaco di Roma Walter Veltroni. Che aggiunge: "Il dolore e l'indignazione per le violenze che costarono la vita a Rosaria Lopez e alle quali Donatella sopravvisse con tanta sofferenza sono ancora vivissime, richiamate alla memoria degli italiani anche da altri, recenti, orribili fatti di sangue. Dopo tanti anni il delitto del Circeo resta una ferita aperta e un ammonimento. A Donatella, che ne è stata la dolorosa memoria vivente, va in questo momento il pensiero di tutta la città, che si stringe affettuosa intorno ai suoi familiari".
Parla, anche, uno dei suoi carnefici, Angelo Izzo. Testimone della reazione, "composta" e "dispiaciuta", è il direttore del carcere di Velletri dove l'uomo è recluso. "Ha appreso la notizia dalla tv - dice Giuseppe Makovec - non ha pianto ma ha avuto parole di dispiacere". Secondo quanto riferito dal direttore della casa circondariale, Izzo avrebbe affermnato "Mi dispiace, è una dona che ha subìto molta violenza".
Postilla: ignoro se quelle carogne che ne approfittarono tanti anni fa siano ancora vive. Spero che conoscano anche solo un decimo di quello che questa donna ha passato. Ivi compreso quel caro ragazzo di Izzo. Quello che penso di questo individuo purtroppo non posso scriverlo. Mi limito a pensarlo.
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