lunedì, gennaio 28, 2008

Vermi

Quando scendo nella mia terra, vengo spesso sfortunatamente in contatto con tanti, non tutti, amministratori locali disonesti. Ne vedo tanti che in un italiano stentato gestiscono milioni di euro. Poveracci con il macchinone che ti guardano come il povero sfigato costretto ad emigrare. Per i quali la politica è solo passeggiare per il Corso e atteggiarsi a qualcuno che conta. È per questi vermi che il Suditalia è in queste condizioni e non si risolleverà...e piccola postilla. Fortugno sembra davvero morto per niente. Non ci sono colori politici che tengano.



da Repubblica.it

IL DOCUMENTO. Il consigliere regionale coinvolto nell'inchiesta sulla sanità calabrese parla con uno dei suoi collaboratori: conversazione intercettata nell'agosto scorso. Domenico Crea vanta il suo "sistema". "Il più fesso dei miei è miliardario"


Alessandro Marcianò
REGGIO CALABRIA - Prima conversazione. "Mentre in alcune cose, il settore è circoscritto e si possono... Qua è una regione che parte da Cosenza a Reggio Calabria; chi c... sa l'intervento che ha fatto qua o l'intervento che hai fatto ad Amantea o quello che puoi fare a Reggio Calabria? Nessuno. Nessuno è all'altezza ... Te capì? O non te capì?". A parlare è il consigliere regionale calabrese Domenico Crea, arrestato nell'ambito dell'operazione "Onorata Sanità", in un colloquio con il suo collaboratore Antonio Iacopino intercettato dagli investigatori il 3 agosto 2007.

"Un faccendiere come a quello, come a Enzo - aggiunge Crea - in un mestiere come questo, lo sai che faceva? Rendeva il 100%. Senti quello che ti dice Mimmo; e non l'ha mai capito, si sentono intelligenti, ma a me mi possono tenere le p...., la gente. A me la gente, quelli che si sentono intelligenti, mi possono tenere le p..., se mi seguono... E lo sai quando ... che mi servivano lo sai come, alla perfezione... cioè alla perfezione e non... non si muovevano di una virgola... ed io sfondavo. Non mi tradivano e lavoravano, non so se sono... Ti parlo del '95, '96, quando io ero un Dio che dopo ti fanno la corte pure quelli che hai intorno. Non quando sei solo".

"All'epoca - prosegue Crea - le mie tre braccia erano Pino, Bruno e il mongolo di Sandro, di mar...(abbassa il tono della voce e tronca la parola, ndr). Mi hai capito? e sono tutti miliardari... Il più fesso di loro è miliardario... e ti ho detto tutto... Però, fino ad un certo punto si sono comportati bene... I primi due non posso dire nulla fin quando sono stati con me... non so... per i primi cinque anni... E tutti dicevano 'Crea è granitico', che ha i dirigenti suoi. Nessuno sa quello che fa lui. Non lo tradiscono ... Tutti, assessori, presidenti, tutti mi si corrompono, che mi domandarono ... A tutti quanti ... non solo con... che qua siamo a livelli alti e chi è... e chi è intelligente e chi è che sa fare il mestiere suo, ma vedi che spacca". Uno dei bracci di cui parla Crea, secondo l'accusa, è Alessandro Marcianò, con il figlio Giuseppe presunto mandante dell'omicidio Fortugno.

Seconda conversazione. "Duemila miliardi ... me li gestivo io per i c... miei ... Allora perché vi dico ragionate con le teste e non fate gli storti ... perché ce ne sono certi da noi che sono storti e certi che sono intelligenti, mi hai capito? Che non sanno neanche che vuol dire ... perché soffro quando penso ... per una cazzata". Così Crea si rivolge a Iacopino mentre si trovano in auto insieme. Un colloquio registrato dagli investigatori.

"Ma no con uno stipendio - aggiunge Crea - che c... te ne fotte dello stipendio. Cioè, ma quando hai me cretino tu che puoi fare? Ti prendi i 10 mila euro di consigliere? e che c... sono?".

"Quando io a quello storto di Battaglia - dice ancora Crea - gli ho detto viene e fammi il direttore generale .. che gli volevo dire? Quanti ne abbiamo 3.000 miliardi 4.000 miliardi .. ci sei pure tu".

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