lunedì, dicembre 08, 2008

Fuori dall'Europa


... ma a calci in culo, stavolta. L'Italia ama sbrodolarsi addosso. Questo paese ama ricordare Dante, Michelangelo, tutta gente morta da un pezzo. Si tratta di un paese che non ha più i mezzi per restare in competizione con il primo mondo. Infrastrutture inesistenti. Mafiosità diffusa. Cronica incapacità gestionale e rappresentanti non proprio capacissimi. Guardate le richieste avanzate da Franco Frattini (che è stato addirittura vice presidente della commissione europea):

Il ministro ha indicato le tre «linee rosse» alle quali l'Italia non può rinunciare.

La prima è un compromesso accettabile sul cosiddetto 'carbon leakage (fughe di carbonio), ovvero la definizione dei settori industriali sottoposti alla concorrenza internazionale e ad alto consumo energetico per i quali verranno assegnati diritti di emissione gratuiti nel periodo successivo al 2013, per scongiurare delocalizzazioni; le trattative in corso mirano ad aggiustare il parametro obiettivo attualmente proposto dalla presidenza francese di turno dell'Ue per identificare i settori a rischio di delocalizzazione, in modo da comprendere nella lista i comparti industriali strategici per l'Italia (vetro, ceramica, carta, siderurgia con forno
elettrico).

ACCETTABILE NELL'ACCEZIONE ITALIANA è PROBABILMENTE SINONIMO DI IRREALIZZABILE

La seconda condizione che pone l'Italia è quella di poter contabilizzare, ai fini del rispetto del proprio obiettivo nazionale per lo sviluppo delle energie rinnovabili (17% nel consumo finale nel 2020), anche l'energia prodotta con fonti verdi nei Paesi extra Ue del bacino mediterraneo.

E PERCHé NO ANCHE LA LAPPONIA E LA SIBERIA. NON ERA BERLUSCONI A CHIEDERE UN'EUROPA UNITA DA LISBONA ALLA SIBERIA?

Terza linea rossa, ha indicato Frattini, è quella dell'inserimento di una 'clausola di revisione' che dovrebbe riesaminare nel 2014 il funzionamento delle misure del pacchetto clima, alla luce dell'eventuale accordo, o mancato accordo, per la riduzione delle emissioni di Co2 da parte dei Paesi maggiori responsabili delle emissioni di gas serra, in particolare Usa, Cina e India.

CIOÈ NON SOLO NOI NON ABBIAMO INTENZIONE (NON SIAMO CAPACI) DI RISPETTARE LE MISURE DEL PACCHETTO CLIMA, VEDERE COME TARANTO, PER DIRE, è STATA TRASFORMATA IN UNA FOGNA A CIELO APERTO, MA CI PERMETTIAMO ANCHE DI SINDACARE SUI DIRITTI DELLE PROSSIME GENERAZIONI.

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