giovedì, marzo 27, 2008

El cuy y yo




Il cuy è una specialità gastronomica delle Ande peruviane. Si tratta del porcellino d'india cotto sul fuoco, con peperoncino e patate.

E io l'ho mangiato in Colombia! Ahhhhhhhhhhhhh

lunedì, marzo 17, 2008

Il prossimo primo ministro

C'è poco da fare. È lui il nuovo. E gli italiani lo voteranno.....

mercoledì, marzo 12, 2008

Leaderini e leaderoni

Credo che Gianfranco Fini sia stato uno dei politici più sopravvalutati dell'ultimo ventennio (ops!) si tratta di una persona che sogna di prendere il posto di Berlusconi, ma non mi sembra ne abbia il cabotaggio. Adesso gli capita questa storia di Ciarrapico. Bhé, chi la fa l'aspetti

Il grande leader riflette sulle prossime furbesche mosse


da Repubblica.it
La bufera non spaventa il Ciarra - "Me ne frego, Fini è uno sguattero"
di CARMELO LOPAPA

ROMA - La sveglia suona poco dopo l'alba, come sempre, nell'appartamentone di Via Aldrovandi, quartiere Parioli. I giornali sono stati già portati e per il "Ciarra" è il risveglio sognato da una vita, quello del guerriero dopo la battaglia. Vinta, per quanto lo riguarda: candidatura ormai al sicuro, massimo della visibilità, un putiferio che ha messo in seria difficoltà soprattutto quel Gianfranco Fini che lui non ha mai amato (ricevendone la medesima disistima).

"Pdl, bufera su Ciarrapico", "Ciarrapico nel Pdl, è bufera", "Ciarrapico spacca il Pdl", "Scontro nel Pdl su Ciarrapico" titolano i principali quotidiani italiani. C'è chi spara in prima pagina la foto che lo ritrae in giacca e cravatta in un nostalgico saluto romano scattato ai funerali di Edda Mussolini Ciano, figlia del Duce, datata 1995.

Brillano gli occhi, all'editore dei quotidiani locali il cui sostegno sta tanto a cuore a Berlusconi in vista del voto di aprile. Sbotta: "Mah, viviamo in un mondo di matti". E sorride anche, Giuseppe Ciarrapico. Perché a sentire lui "il caso è finito con la presentazione delle liste ed è stato sepolto quando Berlusconi ha dichiarato che Alleanza nazionale era informata e d'accordo sulla mia candidatura. E ha detto la verità!".

Musica per le orecchie dell'ex presidente della Roma calcio, le parole con le quali nel pomeriggio il Cavaliere difende la scelta di candidarlo e spiffera perfino che Fini e i suoi erano al corrente. È andata proprio così, rivela adesso l'imprenditore che negli anni Ottanta non ha disdegnato collocarsi nell'orbita andreottiana. E poi questa storia del fascio littorio, sbuffa, "quando il fascismo ha fatto le leggi razziali io avevo quattro anni: ma che responsabilità posso avere? Mi hanno trattato come se fossi il comandante del campo di Auschwitz. Una follia. Ma io me ne frego. Anzi, me ne fotto! Completamente".

Una pagina di giornale via l'altra, poi gli viene quasi da ridere quando legge dei Fini, dei Bossi e di tutti gli alleati che gli hanno chiesto un passo indietro. Altro che forfait. "Ho un rapporto stretto col Cavaliere, che ieri (lunedì, il giorno della bufera dopo l'intervista a "Repubblica, ndr) mi ha chiamato quattro volte". Dice proprio così, quattro volte.

E Gianfranco Fini? "Ma cosa vuole, ormai lo trattano come uno sguattero! E poi, in pubblico mi dà del fascista, in privato mi invita a pranzo. Anzi, a volerla dire tutta, anche Gianni Alemanno e Altero Matteoli mi hanno invitato a pranzo". Veleno, distillato e servito al tavolo dei parenti serpenti di una destra ritrovatasi a dispetto e a sorpresa nello stesso partito, quello del Popolo della libertà.

Il ciarra

lunedì, marzo 03, 2008

I buffoni del CIO



Ma quale blog per gli atleti a Pechino museruola per tutti
di MATTIA CHIUSANO
da Repubblica.it
ROMA - Il blog con la museruola. Ci si aspettava qualcosa di meglio, ma alla fine le "Ioc Blogging Guidelines" hanno confermato che alle prossime Olimpiadi la libertà sarà limitata pure sul web. Non essendo possibile cancellarli, i blog sono stati semplicemente imbavagliati. Attenzione, le regole valgono per tutti, anche per i giornalisti.

Esempio: un cestista al Villaggio Olimpico vede rientrare di notte un gruppo di lottatori un po' brilli. Niente di grave, non si parla certo di violazione di diritti umani, un episodio del genere sarebbe divertente su qualsiasi blog. Ma a Pechino non si potrà inserire, perché i diari personali online "non dovranno in ogni caso contenere interviste con o storie su altre Persone accreditate". Il sale del blog.

Ora si capisce con quanta fatica abbia dovuto accettare l'innovazione il Comitato Olimpico Internazionale (Cio), che da sempre ha la pretesa di trasformare i Giochi in una cittadella blindata. Il connubio con i limiti all'informazione della Cina padrona di casa ha partorito il mostro.

E'interessante sfogliare le pagine delle linee guida per gli accreditati alle Olimpiadi in programma dall'8 al 24 agosto.


Al di là delle limitazioni resta ben poco. No alle interviste o alle storie su persone accreditate. No alla divulgazione di informazioni confidenziali o private su terzi, con un ovvio riferimento alla sicurezza dei Giochi. No ai diari scorretti o di cattivo gusto. Non viene specificato il criterio di giudizio: le immagini di una nuotatrice sotto la doccia, stile Laure Manaudou, porteranno ad una sanzione, al ritiro dell'accredito?

Poi si apre il capitolo dei supporti audio e video, davvero interessante. Non è permesso divulgare suoni, immagini in movimento, sequenze di fotografie di qualsiasi evento olimpico. La finale dei 100 metri è di proprietà del Cio, nessuno lo mette in discussione, ma il divieto si estende un po' a tutto, alle cerimonie di apertura e chiusura, alle premiazioni e a qualsiasi evento nelle zone a cui si accede con l'accredito o il biglietto d'ingresso. Siti d'allenamento, villaggio e centro stampa compresi.

Il campione olimpico di maratona Stefano Baldini, appassionato di internet, non potrà mettere una sua foto mentre si lava i denti al villaggio? Almeno in questo, il Cio è stato magnanimo. Le immagini da fermo si potranno inserire, solo se non riguarderanno gare, cerimonie o premiazioni. Banditi ovviamente gli sponsor personali, e spazio solo ai dodici Top Partner del Cio. No ai pop-up, ai banner espandibili e a qualsiasi pubblicità che superi il 15 % dello schermo.

Addirittura il termine "olympic" viene contingentato: non può apparire nel dominio (ipotesi: valentinavezzaliolympic. com) ma può essere inserito sotto altre forme (tipo valentinavezzali. com/olympic).

Sarà benvenuta ogni ulteriore restrizione decisa dai comitati olimpici nazionali, ed i blogger saranno perseguibili a titolo personale, non solo col ritiro dell'accredito. Un panorama un po' fosco, come l'inquinamento di Pechino.

http://download.repubblica.it/pdf/2008/cioinglese.pdf

domenica, marzo 02, 2008

Perché Sanremo è Sanremo?

Non c'erano dubbi in proposito. Infatti vanno a vincere una bellona argentina e un tizio così. Questa è una canzone da musical, non da festival di musica leggera. Qualcuno mi ha suggerito che la vittoria sia stata concessa strizzando l'occhio al Sudamerica, magari pensando di fare cassa con "Sanremo in the world?" Ma andiamo. Vince questa canzone al posto di quella di Cammariere? Scusate, ma non posso crederci. Ancora na volta un'occasione persa da parte di una manifestazione a picco negli ascolti.