sabato, febbraio 20, 2010

Lontano da troppo


Genialità da Spinoza.it

Sciacqui

Berlusconi: “Chi commette reati fuori dai partiti”. Si limiti a fondarne un paio.
“Gli inquisiti fuori dalle liste”. Serve qualcuno che faccia il palo.
Ennesimo editoriale di Minzolini. Stavolta a difesa della naturale regolarità intestinale.
Nel suo editoriale Minzolini ha difeso Bertolaso. Adesso nessuno ha più dubbi sulla sua colpevolezza.
(Minzolini teneva in mano una penna. Come se lo avesse scritto lui)
“Le intercettazioni non sono prove”. O lo sono ancora per poco.
Il Papa: “Mentire e rubare non è umano”. Bisogna essere antropologicamente diversi.
(Ecco perché Berlusconi è convinto di essere Superman)
Ratzinger: “Il peccato è desolidarizzazione”. Gli serviva per vincere a Scarabeo.
Candidata alle regionali l’igienista dentale di Berlusconi. Il suo urologo ha già troppo da fare.
Contrariamente alle previsioni, all’otturazione ha provveduto Berlusconi.
Gabriella Carlucci: “Le belle donne sono tutte nel centrodestra”. Questione di domanda e offerta.
A Venezia Mara Venier sostiene Brunetta: “Se mi chiama, corro”. Attenta a dove metti i piedi.
Grandi novità per l’edizione 2010 di Sanremo: ogni partecipante ha un anno in più.
Sanremo sostiene la musica: dal festival escono canzoni che nessuno si sognerebbe di scaricare illegalmente.
Durante la diretta, intercettate telefonate di telespettatori che si divertivano.
Negli ascolti la Clerici vola. A dispetto della fisica.
Nella prima serata la Clerici aveva un vestito rosso. E all’Ariston mancava un sipario.
(Il vestito della Clerici: mirabile esempio di land art)
I sanremesi protestano per l’assenza di fiori. Per la musica è davvero un funerale al risparmio.
La cantante di 15 anni non ha potuto esibirsi a causa dell’ora tarda. Berlusconi stava già dormendo.
Grande curiosità intorno al trio formato da Ho-vinto-a-poker-la-partecipazione-al-festival, Sono-qui-perché-mio-padre-è-un-puttaniere e Quando-mi-chiamano-tenore-mi-devo-sempre-ricordare-di-voltarmi.
Stasera la finale: il favorito è Marco Mengoni. Da X-Factor a Sanremo, la sua discesa è inarrestabile.
È morto il cavalier Lavazza. I funerali si terranno in forma ristretta.

mercoledì, febbraio 03, 2010

Coerenza





D'accordo si tratta di un pezzo di Repubblica, ma queste cose sono state dette. è sempre un problema quando un venditore di pentole si crede leader politico. 


Israele, Berlusconi: "A Gaza reazione giusta"
L'Anp: "Fu un atto criminale, il premier sbaglia"

Giallo sul testo del discorso: il termine "giusto" non compare nella versione ufficiale
Teheran smentisce l'annuncio del disimpegno Eni, che precisa: "Non ci sono nuovi contratti"


ROMA - "Sono onorato, il mio Paese e' onorato di essere qui e di parlare in questo parlamento, che è il simbolo stesso della democrazia". Silvio Berlusconi verga il suo pensiero sul libro delle firme alla Knesset, prima di parlare al parlamento israeliano. Un intervento che parte dalle legge razziali promulgate durante il fascismo: "L'Italia trovò la forza di riscattarsi da quell'infamia attraverso la lotta di liberazione dal nazifascismo". Per Berlusconi Israele rappresenta "il più grande esempio di democrazia e di libertà nel Medio Oriente. Per noi, come hanno detto sia il Papa Giovanni Paolo II che il Rabbino Elio Toaff, il popolo ebraico è un 'fratello maggiore e noi, liberali di tutto il mondo, vi ringraziamo per il fatto stesso di esistere".

A Berlusconi si rivolge il premier israeliano Benyamin Netanyahu: "Italia è diventata paese di punta contro l'antisemistismo e il negazionismo. Silvio, tu sei un grande leader coraggioso, Israele ha un grande amico in Europa". Apprezzamenti davanti ai quali  il Cavaliere rilancia l'auspicio che Israele diventi "membro a pieno titolo dell'Unione Europea". E' totale l'appoggio del presidente del Consiglio ad Israele. Arrivando fino a definire "una reazione giusta" ai missili di Hamas da Gaza, l'attacco israeliano che provocò morti, polemiche e la condanna dell'Onu. Un passo del discorso molto forte, che suona però diverso dal testo ufficiale dell'intervento dove il termine "giusto" non era presente come si evince dalla lettura del discorso sul sito della Presidenza del consiglio.

L'Italia si schierò contro il documento di condanna dell'Onu e oggi il presidente del Consiglio rilancia: "Israele è davvero il simbolo di questa possibilità di essere liberi e di far vivere la democrazia anche al di fuori dei confini dell'Occidente, ed è proprio per questo che risulta una presenza intollerabile per i fanatici di tutto il mondo".  


"Mi sento davvero uno di voi. Mi sono sentito davvero uno di voi il giorno in cui ho visitato Auschwitz - continua Berlusconi interrotto da 12 applausi - Viva Israele, Viva l'Italia, Viva la pace e la libertà!". Dopo il discorso, il premier ha pranzato con il presidente israeliano Shimon Peres poi si è recato nei Territori per incontrare il leader dell'Anp, Abu Mazen. E proprio da uno dei più stretti consiglieri politici del presidente palestinese Abu Mazen, Nemer Hammad, manda un secco messaggio al premier. "Quella degli israeliani a Gaza fu un'aggressione: c'è un rapporto che si chiama Goldstone sui crimini israeliani e qualunque cosa dica il premier Berlusconi non cambia la realtà".

Nei Territori.
 Nel corso della conferenza stampa con Abu Mazen, Berlusconi è tornato a offrire la disponibilità dell'Italia per la promozione di un "piano Marshall" per i territori occupati: "Non c'è pace senza benessere". E a un giornalista che gli chiede di confermare il giudizio positivo sulla rappresaglia di Gaza, risponde in tono meno  netto: "Come è stato giusto piangere le vittime della Shoah così è giusto manifestare dolore  per quanto che è successo a Gaza. Sempre, quando alla pace si sostituisce la guerra, alla ragionevolezza si sostituisce la violenza, viene meno l'umanità ed il rapporto tra gli uomini".

 "Comprendiamo l'esigenza di un fermo all'espansione degli insediamenti di Israele", che è una "condizione necessaria per avviare i negoziati in modo proficuo", ha detto ancora Berlusconi. Il premier però spiega che "è un male per tutti noi di entrare nell'ambito dei possibili accordi. Per l'esperienza che ho la cosa da farsi è che una persona della sua saggezza - dice rivolto ad Abu Mazen - raggiunga un accordo che ritenga conveniente per il suo Stato e il suo popolo, e soltanto dopo verrà reso pubblico per essere sottoposto a un referendum tra i cittadini dello Stato palestinese".

Dopo aver dichiarato in apertura di conferenza stampa di aver "fotografato" la situazione, a un giornalista che gli chiedeva che impressione gli avesse fatto il muro costruito da Israele in Cisgiordania ha rispost: "Non me ne sono accorto, stavo prendendo appunti e riordinando le idee sulle cose che dovevo dire al presidente Abu Mazen. So di deluderla, me ne scuso".

Polemica con l'Iran. Mentre il premier parla alla Knesset dal portavoce della Commissione affari esteri e sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, Kazem Jalali arriva un duro affondo. Ieri il premier aveva detto che era "un dovere sostenere ed aiutare la forte opposizione" in Iran. Oggi la replica di Teheran: "Sono dichiarazioni che non potranno aiutare a risolvere i problemi, ma al contrario li renderanno più complicati. Parole pronunciate solo per fare contento il regime sionista''.

Berlusconi, però, insiste e punta il dito contro la minaccia nuclare di Teheran: "In una situazione che può aprirsi alla prospettiva di nuove catastrofi, l'intera comunità internazionale deve decidersi a stabilire con parole chiare che non è accettabile l'armamento atomico a disposizione di uno Stato i cui leaders hanno proclamato 'apertamente' la volontà di distruggere Israele ed hanno negato insieme la Shoah e la legittimità dello Stato Ebraico. Bisogna sconfiggere i disegni pericolosi del regime iraniano".

Controversa, secondo Teheran, anche l'affermazione di Berlusconi circa il disimpegno dell'Eni nei giacimenti petroliferi italiani. Il direttore della compagnia nazionale petrolifera iraniana, Seifollah Jashnsaz, ha smentito che l'azienda italiana si sia ritirata dai piani di sviluppo per la "terza fase" dello sfruttamento del giacimento di Darkhovin. "I negoziati vanno avanti", ha detto l'alto funzionario di Teheran. Mentre l'Eni precisa: "E' in corso lo sfruttamento di due campi petroliferi in Iran in base a contratti del 2000 e 2001. Non sono stati stipulati nuovi contratti".

lunedì, febbraio 01, 2010

Processo breve



di Alessandra Daniele fonte Carmillaonline
crono.JPGL'agente spinse il ragazzo ammanettato verso lo sportello.
- Immigrazione clandestina.
- Espulsione immediata - disse l'impiegato, senza alzare gli occhi dal computer.
L'agente strattonò il ragazzo, portandolo via. Un uomo in blu prese il loro posto.
- Stupro.
L'impiegato alzò gli occhi.
- Lei è italiano?
L'uomo in blu mostrò una tessera.
- Onorevole, lei ha esaurito i Buoni Stupro, non è qui che deve rivolgersi, vada allo sportello Immunità a farseli rinnovare. Il prossimo!
Un ometto s'intrufolò.
- Corruzione!
L'impiegato alzò gli occhi al cielo.
- Lo sa benissimò che non è più reato da anni....
- Mi piace sentirmelo ripetere - ridacchiò l'ometto.
- Per favore, non mi faccia perdere tempo...Il prossimo!
Una bionda in occhiali scuri e tacchi armadillo da trenta centimetri caracollò davanti allo sportello.
- L'affettatrice di Sgurgola - annunciò l'agente che l'accompagnava.
- Eh?
- Serial killera. Ha tagliato sette cazzi - l'agente mimò una forbice con le dita - Sei morti, e un superstite che ora si chiama Jessica.
L'impiegato sbuffò.
- Non è più di competenza della Giustizia ordinaria, Bruno Vespa ha avocato tutti i casi di questo genere alla redazione di Porta a Porta. - indicò lo sportello in fondo alla sala - vada là per il casting.
La bionda s'allontanò. Alle spalle dell'impiegato comparve, torvo, il supervisore.
- Quasi un minuto a cliente - indicò il cronometro - si rende conto che sta rovinando la media di tutto questo Ufficio Giustizia?
- Associazione mafiosa - disse un tizio tarchiato davanti allo sportello. Gli agenti se ne tenevano a debita distanza.
Il supervisore si dileguò. L'impiegato abbassò gli occhi sulla tastiera.
- Insufficienza di prove...
- Lo so. Sono venuto a ritirare il risarcimento per il danno subito dalla mia reputazione.
L'impiegato digitò in fretta.
- Importo accreditato alle Cayman come da procedura - deglutì.
Osservò con la coda dell'occhio il tarchiato che s'allontanava.
L'agente spinse avanti un ragazzino, dicendo
- Anarcoinzuss....anarcoinsuzz....anarcoinsuzionanismo.... - controllò un foglietto - Anarco-Insurrezio-Nalismo - scandì.
- Ho solo scaricato un vecchio pezzo dei Necrodeath!... - protestò il ragazzino. L'impiegato lo guardò con aria schifata.
- Cinque anni.
- Vaffanculo!
- Sei!
- Stronzo passacarte fascista!
- Dieci!
Gli agenti trascinarono via il ragazzino, spingendo al suo posto una ragazza coi capelli velati.
- Clandestina?
- No - L'agente fece una smorfia - sarebbe italiana, ma occulta la sua identità con un mascheramento sospetto.
- Espulsione immediata.
- Ma io sono nata in Italia!
L'impiegato fece spallucce.
- Sono le norme antiterrorismo.
L'agente indicò il velo.
- Potrebbe nasconderci una bomba là.
- Nei capellli?
L'agente annuì severo.
- Lo fate, lo fate.
La ragazza venne portata via. L'impiegato diede un'occhiata sbieca al cronometro. L'agente disse
- Rapina.
- Quindici anni.
- Non ci siamo capiti, questa è una rapina - ripetè l'agente, puntandogli la mitraglietta contro - apri la cassa dei risarcimenti in contanti.
- Ma è la sesta volta in un mese...- piagnucolò l'impiegato.
L'agente sorrise.
- Denunciami.

Il "gomblotto"




In questo clima da fine impero è ovvio che Berlusconi usi i propri mezzi come ha sempre fatto. E come fanno i gruppi politico-mediatici a lui avversi. Se non esistesse il conflitto d'interessi uno potrebbe concedere a Panorama il beneficio del dubbio. Poi però si legge il reportage e ci si rende conto che i presupposti dello stesso sono fallaci. Non ci si giustifica più del fatto che il Capo del Governo vada a puttane. Che sia sospettato di nominare sue protette a posti di responsabilità senza nessun merito, che abbia dimostrato di non stare bene e di non essere degno del ruolo che ricopre per l'imbarazzo che provoca all'Istituzione. Si parla invece di complotto. D'accordo, forse qualcuno gli ha messo una prostituta nel letto, ma è stato ampiamente dimostrato che SB non ha rispettato le benché minime regole, nemmeno morali o comportamentali, ma almeno di buon senso che dovrebbero essere proprie di qualcuno che rivesta la sua carica. La procura smentisce e il giornale risponde siamo sicuri (senza citare una fonte che sia una). Un articolo del genere non sarebbe stato pubblicato su nessun media del primo mondo. In Italia viene spacciato per giornalismo d'inchiesta semplicemente perché in Italia sanno che cosa sia il giornalismo d'inchiesta. Una delle prime regole è quella della possibilità di verificare le notizie che si danno. Se, e dico se, questo articolo si dovesse rivelare una bufala, il suo estensore, il direttore responsabile e probabilmente il capo del servizio (immagino attualità) dovrebbero dimettersi. Pensate che lo faranno?


OPERAZIONE D - COME SI È TENTATO DI INCASTRARE BERLUSCONI ATTRAVERSO PATRIZIA D'ADDARIO...
Giacomo Amadori per "Panorama"

È bastato poco al suo capo, Antonio Laudati, giunto alla guida degli inquirenti del capoluogo pugliese nel settembre scorso, per capire che la vicenda della escort approdata nell'autunno 2008, con registratore annesso, a Palazzo Grazioli, residenza del premier, meritava di essere approfondita. Laudati, affilato e distinto, è un magistrato che ha maturato una grande esperienza sul fronte delle indagini antimafia e che si è formato con personaggi del calibro del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.C'è un'altra storia da raccontare su Patrizia D'Addario e sull'affaire che ha coinvolto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Una storia che sta scrivendo, in gran segreto, la procura della Repubblica di Bari.

Da quanto Panorama è in grado di ricostruire, da qui a poco ci sarà un terremoto giudiziario destinato a minare nelle fondamenta il castello costruito intorno alle presunte rivelazioni di D'Addario e del suo mentore, l'imprenditore Gianpaolo Tarantini. Al fascicolo, seguito direttamente da Laudati, lavorano anche i sostituti procuratori Giuseppe Dentamaro e Teresa Iodice. Si tratta di un fascicolo che tecnicamente va sotto la sigla di modello 21: vi sono cioè degli indagati e sono almeno una dozzina. Tra le persone finite sotto quella lente d'ingrandimento c'è sicuramente Patrizia D'Addario. Di più: la escort è il personaggio chiave.Una palestra dove ha appreso quel metodo investigativo puntiglioso che, per giungere alle conclusioni, si basa sui fatti e sull'analisi di tutti i particolari che gravitano intorno a essi. E questa tecnica antimafia, che porta sotto la lente d'ingrandimento dettagli apparentemente insignificanti, ha dato i suoi frutti
Già, ma chi l'ha selezionata? Questo è lo snodo centrale dell'inchiesta in cui compaiono a vario titolo magistrati, politici, giornalisti e professionisti della Bari che conta. A breve, nei confronti di alcuni giudici che avrebbero partecipato a quello che appare come un vero e proprio complotto ai danni del premier dovrebbe scattare un procedimento parallelo che, secondo quanto stabilito dall'articolo 11 del Codice di procedura penale, sarà affidato alla procura di Lecce, competente a indagare sulle toghe del capoluogo pugliese.La conclusione sorprendente cui sono arrivati gli inquirenti è che D'Addario, prostituta ben nota alle forze dell'ordine (per le continue risse e per le schermaglie legali con il suo protettore), esperta di registrazioni e di videoriprese, sarebbe stata selezionata e successivamente «consegnata» a Tarantini. Proprio così: «selezionata» affinché portasse a termine una missione, quella di compromettere la reputazione del presidente del Consiglio, mettendolo politicamente in difficoltà.
Certo, non è facile districarsi nel labirinto del malaffare di Puglia. Perché i vari fascicoli d'indagine sono come vasi comunicanti che alcune volte si scambiano i fluidi contenuti. In una sorta di entropia velenosa.Fra gli attori del «complotto» su cui si stanno concentrando gli inquirenti guidati dal procuratore Laudati un ruolo non secondario lo avrebbero recitato alcuni giornalisti, ai quali sarebbero state passate notizie allo scopo di alimentare il clima a sostegno della tesi di D'Addario. Alcuni articoli sarebbero stati persino utilizzati per indirizzare le indagini. Ora la procura sta cercando i suggeritori di quelle cronache. Secondo quanto risulta a Panorama, il filone relativo alla fuga di notizie è prossimo alla conclusione e sarebbero già pronte le richieste di misure cautelari per diversi personaggi, compresi alcuni appartenenti alle forze dell'ordine.

E così l'inchiesta D'Addario-fughe di notizie si mescola con quella sulle tangenti nella sanità: un procedimento in cui, dopo gli arresti di metà gennaio, fra gli altri, dell'avvocato Lea Cosentino, ex direttore generale dell'azienda sanitaria di Bari, e di Antonio Colella, in passato dirigente dell'area patrimonio della asl, e il coinvolgimento dell'ex vicepresidente regionale del Pd Sandro Frisullo, sono attesi tempestivi sviluppi. Infatti sono al vaglio del giudice per le indagini preliminari ulteriori provvedimenti restrittivi nei confronti di politici e imprenditori regionali.
Ma torniamo al «complotto». Su Patrizia D'Addario sono state avviate da mesi analisi patrimoniali che hanno riservato non poche sorprese. La escort, infatti, secondo le verifiche degli investigatori, sarebbe risultata intestataria di numerosi conti correnti, direttamente o attraverso prestanome. Nel corso di questi accertamenti sarebbero emersi quelli che vengono definiti «elementi interessanti» nei confronti di alcuni familiari di D'Addario.
Ad attirare l'attenzione degli inquirenti, in particolare, sono stati alcuni movimenti di denaro di entità rilevante, registrati prima e dopo che lo scandalo alimentato dalla escort è finito sui giornali. In procura indagano anche su un'ingente somma in contanti, si parla di 1,5 milioni di euro, che dall'Italia nel febbraio 2008 (otto mesi prima della visita a Palazzo Grazioli) sarebbe stata trasferita a Doha, capitale del Qatar. A trasportare fisicamente questa montagna di soldi sarebbe stata la stessa D'Addario, durante un viaggio di cui i magistrati hanno trovato i riscontri. A che cosa servivano quei denari?

Gli investigatori stanno valutando più ipotesi: dalla creazione di una provvista in nero fino al pagamento di alcune mazzette trasferite all'estero per conto di imprenditori o di politici. La documentazione bancaria necessaria a definire i contorni di questa vicenda non è ancora stata acquisita completamente, ma, per avere un quadro più chiaro, non occorrerà attendere molto.
«Siamo all'inizio dell'opera» si schermisce un investigatore. Eppure, bastano queste indiscrezioni a offrire una chiave di lettura ben diversa da quella che finora è stata proposta all'opinone pubblica del cosiddetto affaire D'Addario. Chi indaga è convinto che Tarantini non sia la mente, ma soltanto un terminale di questo progetto: un uomo interessato e disposto a tutto pur di mettere mano su alcuni affari illeciti. In particolare quelli che ruotavano intorno alla Protezione civile e alle commesse affidate senza gare d'appalto, per esempio, che inutilmente cercò di conquistare dopo essere riuscito a entrare in contatto con il presidente Berlusconi.

Per ingraziarsi il premier, Tarantini avrebbe investito oltre 5 milioni di euro. Soldi spesi per cucirsi addosso l'immagine di un giovane imprenditore facoltoso e credibile. Capace di sperperare mezzo milione di euro in un mese per organizzare party e affittare una villa in Sardegna, nei pressi della residenza estiva del Cavaliere, per ottenere così di essergli presentato.
Gli inquirenti hanno ricostruito quello che, senza alcun intento offensivo, hanno definito il «metodo pugliese». Si tratta di un simulacro della realtà, un mondo fatuo in cui le apparenze diventano sostanza, tra feste da mille e una notte, belle donne disponibili e (all'occorrenza) cocaina.
La corruzione si realizzerebbe attraverso l'erogazione di questi particolarissimi «fringe benefit»: i politici, gli amministratori non ricevono un compenso in denaro o beni, ma usufruiscono di favori soprattutto di origine sessuale. Come avrebbe dimostrato proprio il filone della sanità pugliese. Metodo che qualcuno ha cercato di replicare a livello nazionale, puntando al «bersaglio grosso»: il presidente del Consiglio, Berlusconi.

E qui ci si addentra nella parte più delicata dell'indagine. Chi sono, allora, i burattinai dell'affaire D'Addario? È logico pensare, seguendo il ragionamento della procura, che questi vadano ricercati nel campo avverso al Popolo della libertà.D'Addario sarebbe stata quindi un'arma non convenzionale, gestita in prima battuta da Tarantini, ma in realtà manovrata da ben più potenti politici. L'ipotesi del complotto, secondo i magistrati, sarebbe confermata dalle spese sopportate da Tarantini per conoscere Berlusconi a fronte di vantaggi praticamente nulli.
Gli inquirenti si sono già fatti un'idea, sorretta da alcuni riscontri e intercettazioni. Impossibile, però, saperne di più. Quel che è certo è che per sbrogliare questa matassa un'attenzione particolare è stata dedicata ai viaggi compiuti da Patrizia D'Addario dall'inizio dello scandalo e in particolare le sue trasferte in Francia, Spagna, Brasile, Gran Bretagna, Cina ed Emirati Arabi. Trasferte che sarebbero state gestite da alcuni intermediari internazionali, diretti a loro volta da politici italiani rimasti per ora nell'ombra.
L'obiettivo della tournée estera di D'Addario altro non sarebbe se non fare da grancassa allo scandalo sessuale e ridicolizzare oltreconfine Berlusconi. Insomma, sarebbe l'ultimo tassello di un piano architettato sin dall'inizio per screditare l'immagine del premier.
Per questo il fascicolo processuale, ancora in divenire, ipotizza oggi l'associazione per delinquere finalizzata alla falsa produzione di documenti a uso processuale. Ma in futuro potrebbe anche approdare all'estrema gravità dell'articolo 289 del Codice penale: l'attentato contro gli organi costituzionali dello Stato.
PROCURA SU CASO D'ADDARIO, NESSUNA ISCRIZIONE DI NOTIZIE DI REATO...
(Adnkronos) - 
'In merito alla notizia di stampa apparsa oggi sul settimanale Panorama e relativa alla pretesa ipotesi di accordi fraudolenti miranti ad una calunniosa rappresentazione processuale, con conseguente iscrizione nel registro degli indagati di magistrati, politici, giornalisti o professionisti, questa Procura della Repubblica smentisce che vi siano iscrizioni di notizie di reato aventi tale contenuto'.
Lo scrive in una nota ufficiale la stessa Procura in riferimento all'articolo pubblicato oggi sul settimanale, secondo il quale 'Patrizia D'Addario sarebbe stata selezionata e successivamente consegnata a Tarantini' nell'ambito di un 'complotto' contro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Sempre secondo quanto sostiene Panorama nell'articolo esisterebbe un'inchiesta condotta dal procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Bari Antonio Laudati e da altri due magistrati che coinvolgerebbe altri magistrati, politici e giornalisti.
"PANORAMA" REPLICA ALLA PROCURA: "ABBIAMO CONFERME GRANITICHE"...Comunicato della direzione Di Panorama - Comprendiamo l'imbarazzo e l'irritazione della procura di Bari dopo le rivelazioni di Panorama su un'inchiesta così delicata in corso che, ribadiamo, muove da una precisa ipotesi investigativa legata a un complotto ai danni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La direzione di Panorama ribadisce di aver svolto tutte le verifiche indispensabili prima di pubblicare l'articolo e di non aver avanzato autonomamente alcuna ipotesi limitandosi a riportare notizie raccolte a Bari. Notizie rispetto alle quali ha ricevuto riscontri autorevoli e conferme granitiche.
La direzione di Panorama precisa inoltre che in nessuna parte dell'articolo si sostiene - contrariamente a quanto si può desumere dalla lettura del comunicato della Procura - l'avvenuta iscrizione nel registro degli indagati di magistrati, politici o giornalisti. Si sostiene e si ribadisce, invece, che magistrati, politici e giornalisti "compaiono a vario titolo" nell'inchiesta così come autorevolmente riferito a Panorama.