martedì, marzo 09, 2010

Orlando come Rourke


Paolo Conti per il "Corriere della Sera" del 6 febbraio 2010
BIGELOW STREISAND
«Se continua così, la Mostra cinematografica di Venezia diventerà un cineclub per pochi intimi che premierà sconosciuti registi thailandesi... la vera industria, quella americana, non ne vorrà più sapere niente. Anzi, già non ne vuole più sapere niente».
Sandro Parenzo è prima di tutto un veneziano autentico. Poi è l'anima della Videa-Cde, solida casa di distribuzione cinematografica. Ma perché Parenzo attacca così la Mostra veneziana? Fu lui, nel 2008, a offrire in concorso al curatore Marco Müller il film The Hurt Locker di Kathryn Bigelow, proprio la pellicola sull'Iraq che ha sbancato alle nomination degli Oscar di quest' anno con ben nove candidature:
MARCO MULLER
«Comprai quel film sulla carta, leggendo la sceneggiatura, come ormai avviene per tutti. Ci ho creduto subito. E in quanto veneziano ho pensato alla Mostra, sicuro che la rassegna avrebbe potuto "scoprire" un grande film. Invece niente: un' opera che ora contende ad Avatar la corsa per i principali Oscar ha lasciato Venezia senza nemmeno un riconoscimento della giuria. Assurdo. E non lo dico perché si tratta di un "mio" film. Ma perché nel festival italiano si respira sempre provincialismo, chiusura, aria di accordi preventivi...».
Come andarono le cose, Parenzo? «Quando ebbi il film pronto, ne parlai con Marco Müller che oggettivamente fece di tutto per averlo».«Certe cose non sono possibili. Ma era chiaro che un grande film americano accetta di concorrere a Venezia se può contare su una certa attenzione. Insomma, io convinco la regista a partire e con lei partono anche i due protagonisti, entrambi ora "nominati" all'Oscar con la Bigelow. Si arriva a Venezia, il film viene proiettato e accolto molto bene in sala. Eravamo tutti certi di un' affermazione».
E poi, cosa è accaduto? «È accaduto che il premio al miglior attore "doveva" assolutamente essere assegnato dall' inizio a Silvio Orlando. Nelle ultime ore arrivò The Wrestler con Mickey Rourke. E tutti capirono che sarebbe stato assurdo premiare Orlando e non Rourke. L'unica strada che venne individuata fu gettare a mare The Hurt Locker per premiare come miglior film The Wrestler. Una barzelletta solo a pensarci, la solita trama sul pugile suonato».
Il bello (Parenzo non lo dice, ma basta rileggere le cronache apparse sul nostro giornale) è che Rourke avrebbe voluto a tutti i costi il premio come miglior attore e, nelle ore della premiazione, era furioso al punto tale da minacciare di lasciare subito Venezia. Poi restò, convinto dal regista Darren Aronofsky.
 
«Io penso che qui non siamo di fronte a una questione di gusti. Venezia ha cestinato un film che ora può valere nove Oscar. C' è qualcosa che non funziona lì alla Mostra, o sbagliano i votanti dell' Oscar? E al di là della mia personale polemica di distributore dico: attenzione, la vicenda di The Hurt Locker sarà nei prossimi mesi la peggiore pubblicità possibile per la Mostra italiana tra la gente del cinema americano».

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