Pentma vuol dire pietra, ma questo blog è solo un sassolino, come ce ne sono tanti. Forse solo un po' più striato.
sabato, aprile 04, 2009
In provincia si ragiona così
L'aspetto positivo e che nemmeno a una persona scomparsa dai giornali come Giuliano Ferrara si nega una dichiarazione sul Corsera. Circa l'importanza di tale dichiarazione se ne può discutere.
Fonte Corsera
Il premier e quei gesti pop :«Sembra un amico tra amici»
Le scelte mediatiche di Berlusconi durante i vertici internazionali
Come si fa a stringere la mano di Obama senza dare le spalle alla casalinga di Voghera? Come si fa a discutere con Sarkozy senza smettere di parlare con il pensionato di Palermo? Questo è il problema di Berlusconi, muoversi tra i potenti della terra e al tempo stesso restare sul predellino dell’auto in mezzo ai suoi elettori, «il mio popolo». Ecco l'origine delle ormai famose gaffe che il premier ripete ad ogni appuntamento internazionale: un misto di spontaneità e di strategia mediatica elaborata da diabolici spin doctor. Il Cavaliere si fa «pop» per scongiurare il rischio di apparire algido, per evitare che si crei una cesura con l'opinione pubblica, una distanza che per uno come lui - in campagna elettorale permanente - potrebbe ripercuotersi sugli amatissimi sondaggi. Eccolo, allora, adoperare al G20 le battute di Gigi Proietti per definire l'inquilino della Casa Bianca «un tipo con lo sguardo acchiapponico», eccolo stringere a sè in un abbraccio il presidente americano e quello russo, e addirittura gridare «mister Obamaaa...» alla photo-opportunity con la regina Elisabetta.
Così il Cavaliere interpreta se stesso: resta un potente, sì, ma da bar sport. «E non so se ci sia intenzionalità nei suoi gesti - dice Nando Pagnoncelli - però non c'è dubbio che gli effetti siano quelli. L'idea cioè di trasmettere un messaggio molto semplice al suo elettorato». L'ad di Ipsos sottolinea «suo elettorato» perché «le reazioni che Berlusconi suscita non sono univoche»: «Nella pubblica opinione di centrosinistra, infatti, provocano alzate di sopracciglio. Nell'area di centrodestra sono accolte con benevolenza». È da ricercatore che esamina «quelle che passano comunemente per gaffe», e che invece «interpretano l'umore popolare, e si saldano con un sentire diffuso»: «Tutti, per esempio, ricordano la sua frase sulla "superiorità della civiltà occidentale" che suscitò grandi polemiche. Ebbene, numeri alla mano quel concetto è largamente pensato dagli italiani».
Il Daily Telegraph definisce il Cavaliere «il giullare» dei vertici, il democratico Bersani ironizza sul «ruolo da intrattenitrice» che ha avuto la delegazione italiana a Londra. Ed è vero che l'Italia non ha tenuto il banco al risiko del G20, e che il G8 della Maddalena rischia di non essere un appuntamento decisivo, come spera il premier. «Ma la sua foto con Obama e Medvedev - secondo Pagnoncelli - ha una potenza enorme»: «Quel gesto giocoso di Berlusconi ha trasferito l'idea che lui è un amico tra amici, che conta, e che perciò il nostro Paese conta». Berlusconi interpreta se stesso, «e noi vecchietti - sorride Giampaolo Pansa - passata la barriera dei settanta un po' sbrocchiamo. Tuttavia il rapporto che Berlusconi ha con l'opinione pubblica è fortissimo, la sinistra non se n'è ancora resa conto fino in fondo. Lui ha un solo nemico: la crisi economica. Per il resto è ormai un professionista della politica».
Un professionista anomalo. Lo scandalo provocato a corte con il «mister Obamaaa...», si è rivelato uno spot, e non solo perché Buckingham palace ha smentito che Sua Maestà si sarebbe offesa, anzi si è divertita. Tutti i potenti, specie di questi tempi, hanno bisogno del consenso popolare. E con la sua trovata il premier ha offerto l'immagine di chi non adotta lo stile delle legazioni diplomatiche, ma fa discendere i suoi ragionamenti dalla digestione del linguaggio dei passanti incrociati per strada. Raccontano che dopo il siparietto fosse festante per aver strappato una citazione al presidente americano: «Mi ha detto di non avermi chiamato "Berlusconi" perché ancora non sa pronunciarlo. Dovrò educarlo a fargli dire "Silvio"». Invece Obama ha già imparato, perché l'ha cercato senza trovarlo, mentre si metteva in posa per un'altra foto: «Where is Bierluscone?». Ecco la vittoria del gaffeur di professione. «Ma quale gaffe...», tuona divertito Giuliano Ferrara: «Ma se Michelle Obama ha abbrancato la regina come fosse una vecchia compagna di scuola. La verità è che quel bauscia del Cavaliere ha fatto saltare il protocollo. È la vittoria sul perbenismo e sull'establishment. Così ha fregato tutti. Lo dico io che gli voglio bene, rischiamo di tenercelo per troppo tempo».
Francesco Verderami
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