mercoledì, febbraio 13, 2008

Intervista a Dio



Uno stralcio dell’Intervista a Dio di Giorgio Manganelli (Sedizioni, pagg. 56, euro 11; prefazione di Mariarosa Bricchi, con una nota di Lietta Manganelli)

Mio giovane amico... (con losca complicità). È venuto a farmi tante domande, eh? Bene, bene. Tante domande. Domandate. Domandate. (pausa) L’importante è domandare. Io, nella mia estrema benevolenza, mi dichiaro disposto a rispondere a qualsiasi domanda... qualsiasi. (il giovane intanto si guarda attorno, come se vedesse cose fastose).
(la voce continua) Io sono pieno, gremito di risposte.

Le risposte mi coprono, come i parassiti; me le trovo dappertutto, sotto le ascelle, sotto il sedere... Sulla pancia... Mi gratti, mi gratti... Io rispondo a tutto, a tutto, in modo esplicito, esauriente, definitivo. (silenzio) Figliolo, credi che abbia tempo da perdere? Le vuoi fare le domande?

IL GIOVANE Sono venuto per questo. Ma le dico che ho letto le altre interviste con lei, e non sono molto soddisfatto. Io non voglio accontentarmi di parole generiche.
VOCE E gli altri, gli altri... Si sa, ogni intervista è diversa... è un unicum... Per lei... per lei sarà diverso... Domandi, domandi ...

GIOVANE Le farò le domande concordate, sono venuto per questo. Ho attraversato un terreno impervio... ho litigato coi lattai, coi cani,... ho esibito documenti falsi.
V Giusto, giusto, lo fanno tutti ... È stato picchiato?

G Due volte. Con un bastone. Mi hanno anche tirato dietro chiodi e pezzi di vetro.
V Giusto, giusto. Lei sa, i pezzi di vetro non di rado sono opericciuole di qualche pregio...

G Ho anche dormito all’addiaccio... due notti. È giusto?
V Giustissimo. Lei forse si lamenta? Non credo.

G Trovo irragionevole collocare un sordo a ricevere le parole d’ordine.
V Un sordo? Un sordo? Delizioso. Non lo sapevo. Non la trovate una pensata finissima?

G Dispersiva.
V Certo, certo, dispersiva. Ma pensa un po’: tu dici la parola d’ordine, il sordo non la capisce, e per un attimo v’è, sulla terra, una duplice incertezza. Ciascuno dubita di aver frainteso o confuso: non sa se deve uccidere, se sarà ucciso. Fa l’esame di coscienza, si affida alle mani della morte, e poi, talora tutto si chiarisce... Delizioso, e sommamente pedagogico. Non trovi?

G Può essere causa di tragici equivoci; rendere orfani figli non nati, sciogliere fidanzamenti con una morte intempestiva, piegare l’onesta anima di un vecchio del pondo di un inutile delitto.
V Non ci sono delitti inutili, maschio mio. Ma tu sei troppo giovane per conoscere la triste saggezza dell’esperienza. Quanti anni hai?

G Io sono qui per fare domande, non per venire interrogato.
V Giusto, troppo giusto. Vedo che conosci le regole. (pausa; voce sommessa) Chi ha litigato coi lattai e coi mastini ha acquistato dei diritti. (pausa) Domanda, ti prego.

G Io trarrò le domande dal repertorio generale delle domande possibili.
V È un libretto scolastico, ma non inutile. Domanda, domanda.

G II repertorio è stato compulsato a caso; pertanto le domande coprono un’area ampia e impegnativa.
V Non perdiamo tempo; faccia le domande, le domande, ti prego! Cosa sei venuto a fare qui se non mi fai le domande?



G Mi sbaglio, o lei sta sollecitando l’idraulico? (risatina idiota di entrambi)
V Mi fai le domande, bambino?

G Farò le domande.
V Coraggio, coraggio, non temere... Sii furbo... fammi le domande a tradimento... come al tribunale... «Dov’era lei la sera del...» Io non dirò la sera, tu devi indovinarla. Oppure, lei conosce la signorina Eloisa. E il rossore svela il colpevole... Io sono il colpevole...

G Certamente.
V Io non farei allusioni... Credi di aver superato tutti i mastini...

G (estrae una rivoltella)
V Voi giovani non avete senso del limite, non avete orrore dei rumori. Io non ho niente contro l’omicidio, ma non tollero bugie rumorose.

G Devo guadagnarmi il pane. La prima domanda riguarda le strade.
V Storia delle strade?

G Storia, origine, destinazione, sociologia, invenzione.
V Ma non farmi ridere, i metafisici coniugi... Questa storia sa di superstizione, di magia nera...

G Superstizione?
V Sì, sì, i gatti neri. Che ne è dei gatti neri?

G Non sono autorizzato a rispondere in alcun modo ad alcuna domanda.... E poi chi intervista sono io.
V Ti ho toccato, eh? Sporcaccioni, sempre coi gatti neri.

G Tenga conto che non ci è possibile eludere il venerdì.
V Pura pigrizia.

G Siamo assediati dai 13 e dai 17.
V Codardi.

G E allora dacci un detersivo da rovesciare sui mesi ogni calendimese a lavarne via i venerdì, i 13 e i 17.
V Potenziate l’industria chimica.

G Non abbiamo tempo ...
V Siete delle canaglie. (Silenzio) Vi manderò un anno di 17: è già pronto.

G Scrivo?
V Sciocco, è uno scherzo.

G Uno scherzo?
V Non vi amo, ma odiarvi è troppo faticoso. Io direi che mi fate schifo.

Nessun commento: