giovedì, dicembre 09, 2010

Il prezzario del tradimento

Fonte: il riformista

«Ecco il prezzario della fiducia»

di Tommaso Labate

Massimo Calearo. Il deputato e il prezzario degli indecisi: «Per convincere uno a votare la fiducia bastano dai 350mila al mezzo milione di euro. Fini-Casini-Rutelli? Quello è il Terzo pollo».

Nella foto: Massimo Calearo

«Dai 350mila al mezzo milione di euro».
Esagerato.
«E pensi che la quotazione, nei prossimi giorni, può ancora salire. Soprattutto al Senato».
Addirittura.
«I prezzi, quelli per convincere un indeciso a votare la fiducia al governo, per adesso sono questi».
L’«indeciso» Massimo Calearo, imprenditore e deputato ex pd, sente, vede, scruta. E racconta al Riformista il prezzario della crisi di governo.
«Domenica Il Sole 24 ore ha scritto che sono 345 i parlamentari che perderebbero la pensione in caso di scioglimento delle Camere.
Per non parlare di coloro che sono sicuri della non ricandidatura. La psicosi, per quello che sto vedendo, sta alimentando il mercato degli indecisi in vista del 14 dicembre.
Qualche esempio?
Un nutrito gruppo di parlamentari del Pd mi sta tempestando di messaggi del tipo: «Massimo, almeno tu che hai la possibilità di farlo, vota a favore del governo».
Sembra un appello disperato.
Lo è. Sto parlando di gente che ha il mutuo da pagare, le rate degli ultimi acquisti, i sogni e i progetti su cui aveva puntato all’inizio della legislatura.
Onorevoli sull’orlo del crack.
Nel Pd, il mio ex partito, il dramma è ancora peggiore. Alcuni colleghi, che come me erano arrivati in Parlamento grazie a Veltroni, sono sicuri che Bersani non li ricandiderà. Niente rielezione, niente pensione, niente di niente in quel partito che era nato sotto il segno di Obama ed è finito sotto il segno di Vendola.
Non pensa di essere un po’ troppo ingeneroso, Calearo?
Macché. La situazione dentro il Pd è pessima. Per non parlare del Terzo pollo.
Il Terzo polo, semmai.
No, no, il Terzo pollo. Con due elle.
Scusi, si riferisce al progetto Casini-Rutelli-Fini?
Esatto. Quello è il Terzo pollo. Anzi, per essere più precisi, è un pollaio in cui ci sono due polli e una volpe che si prenderà tutto. Non mi chieda di specificare chi è la volpe perché, naturalmente, non le risponderei.
Al tridente potrebbe aggiungersi il suo amico Montezemolo, lo sa?
Mi creda, conoscendo l’esperienza nazionale e internazionale di Luca, so benissimo che non scenderà in campo adesso. Per ora non ci sono le condizioni. C’è soltanto un sacco di gente che lo sta tirando per la giacchetta.
Torniamo al Palazzo.
Al mercato vorrà dire. Credo che nel giorno dell’Immacolata si raggiungerà il picco delle telefonate per convincere i parlamentari. Mediamente una cifra che va dai 350mila ai 500mila euro può bastare, al netto della promessa di un’eventuale rielezione. Poi, se la situazione sarà meno incerta, il prezzo ovviamente scende. La bravura sta nello scegliere i tempi giusti per saltare il fosso. D’altronde la tempistica, nei mercati, è tutto.
Non mi dica che questa cifra è sufficiente per «comprare» l’onorevole Calearo, industriale, ex presidente di Federmeccanica?
Eh no. Io sono un caso a parte. Grazie a Dio, a mio padre, a mia madre e a me medesimo, posso tranquillamente tornare da dove sono venuto. Lo sa che cosa mi ha detto Berlusconi, quando ci siamo incontrati di recente?
Ce lo dica.
Mi ha detto «Calearo, io non ho nulla da offrirle perché lei, come me, vive di del suo, di ciò che già ha». È finita che abbiamo parlato tutto il tempo di economia.
Lei è passato dal Pd ai rutelliani, salvo poi abbandonare anche l’Api. Fini non l’ha mai cercata?
Lui mai. Ho parlato con alcuni dei suoi uomini.
Ad esempio?
Ho ottimi rapporti con Urso, che è stato un fior di sottosegretario. Anche quando stava al commercio estero, due legislature fa.
Ma lei che cosa farà il 14 dicembre?
Il bello della diretta di Calearo è che il sottoscritto ha tutte le carte in regola per godersi lo spettacolo in poltrona. Ascolterò Berlusconi e deciderò alla seconda chiama, dopo aver visto un po’ la situazione.
Chissà che cosa succederà.
Questo non lo so. Ma ascoltando l’uomo della strada ho come la sensazione che Berlusconi e Bossi, nel caso del voto anticipato, vinceranno di nuovo.
Non al Senato, però.
E che ne so. Questi sono tecnicismi da politologo. Io dico che vinceranno. Sempre se Silvio non la spunta prima, alle Camere. E poi, me lo faccia dire: chi si oppone a Berlusconi non ha mica un progetto politico. Punta solo a farlo fuori.
La giornata dell’«indeciso». Ora che sono le 16,43 di lunedì 6 dicembre, quante telefonate dal «Palazzo» ha ricevuto?
Oggi siamo a tre. Due anti-governative, per convincermi a non votare la fiducia. Una berlusconiana, per chiedermi di votarla. Ma la strada fino al 14 è ancora lunga.

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