Da tempo la Repubblica non si capisce bene che cosa voglia. Il suo vicedirettore Giannini, un personaggio almeno come commentatore politico a mio parere un cicinino sopravvalutato, forse, ha scritto questo j'accuse.
INSULTI & INGIURIE
Massimo Giannini per La Repubblica
Un destino ineluttabile accomuna i presidenti della Repubblica che hanno avuto la ventura di condividere la difficile «coabitazione» istituzionale con un premier come Berlusconi. Per un pezzo d´Italia che considera il Cavaliere un «golpista», e non un presidente del Consiglio scelto democraticamente dai cittadini attraverso il sacro rito repubblicano delle libere elezioni, gli inquilini del Quirinale non fanno mai abbastanza per combattere o abbattere il Tiranno.
CONCETTO SBAGLIATO E SPIEGHERÒ DOPO PERCHé
È toccato a Carlo Azeglio Ciampi, che nonostante abbia bocciato e rinviato alle Camere le due leggi più politicamente «sensibili» della seconda legislatura dell´uomo di Arcore (la riforma delle tv e la riforma dell´ordinamento giudiziario) ha subìto più di un assedio dagli estremisti del girotondismo e patito più di un´accusa dai professionisti dell´antiberlusconismo.
ESTREMISTI DEL GIROTONDISMO? SCUSA GIANNINI, MA CHI SEI PER DEFINIRE ESTREMISTI PERSONAGGI CHE SI SONO LIMITATI A: CIRCONDARE CON UNA CATENA UMANA I PALAZZI DI GIUSTIZIA PER NON FARE SENTIRE I GIUDICI SOLI; GRIDARE VERGOGNA CON MORETTI ALL'INDIRIZZO DEL PALAZZO, CHIEDERE CHE IN ITALIA SI RISPETTINO LEGGI ACCETTATE DAPPERTUTTO? MAI I GIROTONDINI HANNO, PER ESEMPIO, ALZATO IL DITO MEDIO PER L'INNO O, CHESSÒ, DETTO CHE IL PRESIDENTE AVESSE OTTENUTO LA SUA LAUREA GRAZIE AI SERVIZI SEGRETI (PERCHé IL PRESIDENTE, CARO COLLEGA, è UN CITTADINO COME TUTTI, NON UN SOVRANO INFALLIBILE)
Oggi tocca a Giorgio Napolitano, che nonostante l´impeccabile gestione dei passaggi più delicati dell´innaturale metamorfosi del bipolarismo italiano (la crisi del governo Prodi, il fallimento delle riforma elettorale e l´avvento del terzo governo Berlusconi) subisce i soliti strattoni da un´opposizione di palazzo che non si rassegna alla sconfitta e pretende il sovvertimento dei principi della sovranità parlamentare. E patisce le offese da un´opposizione di piazza che non conosce le regole ed esige la battaglia tra le istituzioni al di fuori dei paletti dell´architettura costituzionale.
IMPECCABILE GESTIONE? SE UNO CREDE CHE DELLE LEGGI SIANO INCOSTIUZIONALI NON LE FIRMA E PUNTO. SE LE FIRMA CONTRO LE PROPRIE CONVINZIONI NON PUÒ PRETENDERE IL RISPETTO DEI CITTADINI.
L´offensiva è partita con il «vaffa-day» grillista dell´8 luglio, che ha preso a pretesto (giusto) le leggi-canaglia del premier per sviluppare una forsennata (e insensata) batteria di «fuoco amico»: contro il Pd, contro Veltroni, e soprattutto contro il Quirinale. Poi è toccato a Di Pietro, che ha cavalcato Piazza Navona con una disinvoltura a dir poco irresponsabile, all´insegna del nuovo motto consolatorio e pre-rivoluzionario: «Il regime non passerà!».
FUOCO-AMICO? VEDI GIANNINI, IO SONO DEL SUD E QUANDO SENTO LE SPARATE DI BOSSI (CHE CREDO FACCIA PARTE DI QUESTO GOVERNO) CRITICARE I PROFESSORI DEL SUD E POI, DIECI MINUTI DOPO AI TIGGÌ, DALLA VIVA VOCE DI FASSINO, SENTIRE CHE CON QUESTA GENTE BISOGNA DIALOGARE.... VEDI GIANNINI, IO M'INDIGNO.
Poi è stata la volta dell´Unità, che sia pure con tutto il garbo possibile ha spiegato comunque al capo dello Stato che promulgare la legge sulle immunità delle quattro alte cariche dello Stato è come apporre la firma su quello che Guido Carli, in altri tempi, avrebbe chiamato un «atto sedizioso». Infine, in un crescendo di qualunquismo e di pressappochismo, è Beppe Grillo a tornare sul «luogo del delitto». E stavolta non con la critica politica, ma con l´insulto personale.
MORFEO è INSULTO PERSONALE?
«Napolitano è in salute?», si chiede il nuovo Torquemada della mediocrazia italiana sul suo blog. Si fa la domanda, e si dà la risposta. «La salute può essere l´unica giustificazione del suo comportamento. Vorrei essere rassicurato se è in grado di esercitare ancora il suo incarico e per quanto tempo. Se possibile disporre della sua cartella sanitaria...».
DECIDETEVI: O TRATTATE GRILLO DA POLITICO (E ALLORA SONO DICHIARAZIONI POLITICHE QUELLE CHE FA), O LO TRATTATE DA GUITTO (E UN GUITTO, SI SA, PUÒ DIRE CIÒ CHE VUOLE PER STRAPPARE IL SORRISO)
Sono parole che si commentano da sole. E non meriterebbero neanche una replica. Dopo la manifestazione dell´8 luglio avevamo parlato di "subcultura", suscitando su Internet la reazione sdegnata dei grillisti. Di fronte alla nuova invettiva del Grande Imbonitore, non sapremmo trovare una definizione migliore. Ma una replica s´impone, perché queste parole riflettono una malattia diffusa, che è nata in una certa destra ma ormai sembrano attecchita anche in una certa sinistra: l´uso congiunturale della Costituzione e l´abuso conflittuale delle istituzioni.
NON MERITEREBBERO UNA REPLICA? SONO MESI CHE REPUBBLICA è SCHIERATA E QUESTO ARTICOLO NE è L'ENNESIMA PROVA.
Nel caso di specie (il lodo Alfano) Napolitano ha fatto il suo dovere. Ha firmato una legge varata dal Parlamento. Poteva respingerla, se vi fossero emerse antinomie palesi e profili di manifesta incostituzionalità (combinato disposto degli articoli 74 e 87 della Carta fondamentale). Ma nella legge sull´immunità queste «falle» pregiudiziali non compaiono. Il governo ha persino recepito alcuni rilievi con i quali la Corte costituzionale aveva decretato nel gennaio 2004 l´illegittimità dell´analogo Lodo Schifani.
LA QUESTIONE MORALE, LA SEMPLICE OPPORTUNITÀ DI UNA LEGGE CHE IL PAESE HA DETTO DI NON VOLERE, CARO GIANNINI è QUALCOSA CHE AVREBBE POTUTO FAR SOPRASSEDERE IL CAPO DELLO STATO.
Vogliamo rassicurare Grillo e i grillisti: il presidente della Repubblica non solo è in ottima salute sul piano fisico e mentale, ma è anche in perfetta forma sul piano politico e istituzionale. I militanti del «vaffa» dovrebbero sapere che Napolitano non è Sarkozy o Bush e che il nostro capo dello Stato non può prevaricare le Camere, senza trasformare la repubblica parlamentare in regime presidenziale.
INSOMMA GIANNINI, VI SENTITE TUTTI I GIORNI TU E IL CAPO DELLO STATO PER AVERE QUESTE NOTIZIE DI PRIMA MANO?
E dovrebbero sapere che il sindacato definitivo sulla costituzionaltà delle leggi non spetta al Quirinale, ma compete invece alla Consulta. Non capire tutto questo, e continuare a sparare a casaccio sul Quartier Generale, per certa sinistra barricadera è un errore uguale e contrario a quello che sta compiendo la destra egemone. È un altro modo per snaturare la dialettica democratica, e per alterare il fisiologico bilanciamento dei poteri.
AFFERMAZIONE RISPETTABILE, MA SI TRATTA DI UN'IDEA PERSONALE. GIANNINI FORSE DOVRESTI RILEGGERTI LA COSTITUZIONE
La critica al Colle non configura di per sé un reato di «lesa maestà». Ma andrebbe per lo meno ben motivata, e ben argomentata. A chi giova, invece, l´ingiuria gratuita? A chi conviene trascinare anche Napolitano dentro la palude indistinta del senso comune dominante, dove tutto è sempre e solo «casta», dove si annacquano i distinguo e si accorciano le distanze, dove tutti sono uguali e ugualmente meritevoli di sberleffo satirico, di disprezzo pubblico, di condanna morale?
La vera, subdola insidia del berlusconismo, l´ossimoro della «rivoluzione istituzionale» che incarna, la deriva di «autoritarismo plebiscitario» che rappresenta, meritano risposte diverse, più forti e più alte. E regalare Napolitano al solo Popolo delle Libertà, invece che lasciarlo a rappresentare tutto il popolo italiano, non è solo un clamoroso svarione tattico, ma è anche e soprattutto un rovinoso errore politico.
NO GIANNINI, NON è L'INSIDIA DEL BERLUSCONISMO, è L'INSIDIA DI QUESTA MANIERA DI FARE POLITICA. TURARSI IL NASO NON BASTA PIÙ. ANCHE A SINISTRA CI SONO MASCALZONI. NON USARE TERMINI ORMAI DESUETI COME IL BERLUSCONISCMO A MÒ DI MANTRA. BERLUSCONI NON ERA E NON è ELEGGIBILE PER UNA LEGGE DELLO STATO DISATTESA E ANCORA IN VIGORE, MA IL CAPO DELLO STATO DOVREBBE AVERE UN ATTEGGIAMENTO PIÙ CONSONO A QUELLI CHE SONO I SUOI CONVINCIMENTI. SE CREDE CHE ALCUNE LEGGI SIANO INCOSTITUZIONALI LE RESPINGA. SE LE FIRMA SAREMO IN MOLTI A RITENERE CHE LE ABBIA CONSIDERATE LECITE. E IL GIUDIZIO MORALE VERRÀ DI CONSEGUENZA.
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