venerdì, luglio 25, 2008

Le vacanze di Re Silvio


da Italia Oggi

«La bella estate di Silvio» così titola, in prima pagina, il Giornale, sopra un articolo affettuoso ma anche impegnato. Non a caso, l'articolo è firmato con un imponente G su sfondo nero, una specie di bandiera da pirata, che sta per Giornale. E che sta a indicare che, questo, è un pezzo che impegna più del direttore, impegna tutta la testata. Anzi, l'essenza stessa della testata. La sua spremuta, se così si potesse dire.

Il servizio del quotidiano di proprietà di Paolo Berlusconi, cioè del fratello di Silvio, parte da una copertina di Chi che è il settimanale di Silvio Berlusconi stesso. È un corto circuito mediatico di tipo familiare, intinto nel rosolio. L'immagine sfocata di Silvio con mano nella mano della gentile sposa, Veronica, immortala, dice testualmente il Giornale, «un momento di serenità privata: per il compleanno della moglie Veronica, Berlusconi ha radunato tutta la famiglia in Sardegna. Ci sono i figli, i nipotini, i giochi, le gite in barca, piccoli scampoli di ordinario lusso e straordinaria felicità». Ordinario lusso? Mah.

Proseguiamo con la prosa de il Giornale che scrive: «Il settimanale Chi coglie l'attimo, ruba (?) qualche scatto e ne fa subito la copertina dell'estate. La bella estate di Silvio». Il punto interrogativo sullo scoop di Chi è un segno di smagato realismo. Il Giornale infatti, con questo interrogativo gettato lì come una innocente e sapida spruzzata di prezzemolo, fa capire che Chi non ha «rubato» proprio niente.


Piersilvio Berlusconi e Silvia Toffanin salutano Veronica Lario
Il settimanale mondadoriano ha solo obbedito a un ordine. O forse anche solo a un invito. Altro che «rapina». Qui siamo alla combine, sia pure a fin di bene, a vantaggio cioè delle casalinghe cinquantenni di Voghera (che rappresentano il fruttuoso, in voti e in audience, pubblico di riferimento di Berlusconi).

Tali casalinghe infatti, adesso che hanno in mano Chi, possono finalmente godersi, sotto l'ombrellone di Milano Marittima o di Cesenatico, la famiglia reale di Arcore al completo (compresa tutta la discendenza) e possono anche tirare un respiro di sollievo circa le supposte nubi che supposte ministre (oh, pardon, vere ministre) che con supposti amori con il premier avevano fatto credere che quel furbacchione di Ezio Mauro, il direttore de la Repubblica, avrebbe presto avuto un'altra missiva di Veronica da pubblicare in corpo «esagerato», come direbbe il comico romagnolo Paolo Cevoli.

Ma nulla di tutto questo, dicono all'unisono Chi e il Giornale, si verificherà. Calma ragazzi, anzi ragazze, non c'è nessuna nube all'orizzonte. C'è solo «la bella estate di Silvio». Infatti il Giornale, al quale con le nostre considerazioni abbiamo lasciato poc'anzi riprendere il fiato, continua imperterrito: «Come sono lontane le lettere a la Repubblica, i pettegolezzi rilanciati dai quotidiani, i veleni delle intercettazioni più o meno esistenti». Più o meno?

Il Giornale prosegue: «Non ci sono nuvole su Villa Certosa. E, a giudicare dalla foto, nemmeno una dichiarazione di Di Pietro rilanciata dalla agenzie riuscirebbe a turbare l'armonia del quadretto». «Quadretto», ben detto. Siamo al color pastello, se non seppia, al languore tra il frinire frenetico delle cicale mentre i nipotini giocano con il secchiello. Il Giornale però, che non dimentica di essere un austero quotidiano politico e non certo un semplice settimanale di gossip e di smutandate come il suo cugino Chi, la getta risolutamente, a questo punto, sul politico scrivendo: «I girotondi, riportando in piazza le loro misere volgarità, hanno finito per costruire un monumento al Cavaliere. Che poteva pretendere di più, Berlusconi, da quest'estate? Ronaldinho al Milan? Toh, è arrivato pure quello. E, allora, mano nella mano con Veronica nel parco di Villa Certosa, non resta che gustarsi un po' di relax come si conviene. Ospite Mubarak permettendo, s'intende».

Il Giornale si commuove ma resta vigile. Non è come Chi, lui. Va bene la mano nella mano, ma anche in vacanza, per il leader, c'è sempre, dietro l'angolo, il dovere, come spiegavano, molti anni fa, a Silvio, i salesiani dell'Oratorio di via Melchiorre Gioia a Milano, quelli solidi, senza tanti grilli per la testa, quei preti che, quando c'era da giocare al pallone con i ragazzi, non si tiravano certo indietro. Anzi, se la tiravano su. La sottana nera, s'intende. Non erano ancora, quelli, tempi da clergymen o, peggio, da preti scamiciati e zazzeruti.

Il Giornale, a questo punto, dopo aver ripetuto, come un ritornello. «È la bella estate di Silvio, non c'è niente da fare», prosegue ingranando la quinta marcia: «Non è più tempo di Casini». Con la maiuscola, si intende. Il Giornale infatti si riferisce, non a casini generici, ma proprio a Pier Ferdinando Casini, detto anche Pierfurbis che anche lui, però, di casini al minuscolo, a Berlusconi ne ha fatti tanti. Ma adesso, Pierfurbis, basta, tiè, tu e tuo suocero, che tra l'altro non ti sostiene più, visto che ha ben altri affari da seguire.
«Questo», riprende il Giornale, «è il tempo della fedeltà e della serenità come testimoniano le foto con Veronica e la pace siglata con Bossi». Auguri e perepepèè entusiastici anche da parte nostra. A Silvio, a Veronica e, già che c'è, anche a Mubarak. Non si sa mai.

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