lunedì, luglio 14, 2008

E chiudiamo con l'Abruzzo

da Repubblica.it e da Agenzie

Il pm: "Ci sono prove schiaccianti. Stavano distruggendo la sanità"

Il procuratore capo di Pescara Nicola TrifuoggiPESCARA - "Ci sono le prove. Stavano distruggendo la sanità in Abruzzo". Il procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi convoca una conferenza stampa per parlare dell'inchiesta che ha portato all'arresto del governatore Ottaviano Del Turco. "Meglio evitare di mandare in circolo notizie infondate e contraddittorie", dice il magistrato. E spiega: "Gli arresti sono stati spiccati perchè erano pronti provvedimenti che avrebbero buttato non in ginocchio, ma sottoterra la sanità abruzzese". Prove schiaccianti, le definisce il pm, "una valanga di prove che non lasciano spazio a difese". Apre il fascicolo ed elenca fatti e circostanze che ha raccolto in due anni di indagini.

I soldi. Secondo l'accusa, "ci sono prove del pagamento di una barca di soldi, circa 30 miliardi di vecchie lire, 15 milioni di euro che avrebbero potuto far funzionare l'ospedale di Pescara e tutti quelli abruzzesi invece di arricchire qualcuno". Secondo il pm, a Del Turco e ad altre persone arrestate sarebbero andati 6 milioni di euro di tangenti; stessa cifra a Luigi Conga, ex manager della Asl di Chieti, mentre 3 milioni di euro, richiesti e non versati del tutto, sarebbero andati a finire nelle tasche di altri indagati che però non sono stati raggiunti dall'ordine di custodia cautelare.

Un milione per gruppo senatori. Un milione di euro, scontato poi a 750 mila, furono chiesti da Del Turco all'imprenditore Angelini, grande accusatore del presidente della Regione. Servivano, disse Del Turco, per portare otto senatori con sé nel neonato Partito democratico. In cambio la Giunta regionale avrebbe adottato provvedimenti favorevoli all'imprenditore delle cliniche private. "Gli furono promesse - ha riferito il procuratore - anche protezioni da eventuali ispezioni delle forze dell'ordine nelle sue strutture". Le richieste di denaro all'imprenditore Angelini, ha detto il pm, sono andate avanti fino allo scorso mese di febbraio.

Le prove. "Abbiamo riscontrato l'80% dei fatti", ha detto il magistrato. "Ci sono puntigliosi riscontri da intercettazioni, documenti; abbiamo trovato tutte le ricevute dei prelevamenti. Nell'auto (una Porsche; dr) di Luigi Conga, l'ex manager della Asl di Chieti, è stata trovata una valigetta contenente 113 mila euro. Abbiamo pure i ticket dei telepass autostradali di quando i soldi venivano portati a Collelongo" (Collelongo è la residenza abruzzese del presidente Ottaviano Del Turco). Una parte delle tangenti sono state investite per acquistare case; altri soldi sono stati versati su conti correnti riconducibili alle persone indagate. E poi ci sono le registrazioni dei colloqui che l'imprenditore Vincenzo Angelini ha avuto con i politici corrotti.

"Temevamo inquinamento delle prove". Il procuratore di Pescara ha spiegato che le ordinanze di custodia si sono rese necessarie per evitare la reiterazione del reato e, in particolare, l'inquinamento delle prove. "Non abbiamo messo le manette a nessuno, non c'è stata nessun spettacolarizzazione: non ne abbiamo bisogno", come "è veramente assurdo - ha detto il pm replicando a distanza alle parole del premier Berlusconi - che in una vicenda simile si parli di teorema".

Le pressioni di Del Turco. Dopo aver saputo delle indagini della Procura di Pescara, Ottaviano Del Turco chiese un incontro al procuratore generale de L'Aquila passando attraverso un comune amico. L'incontro ci fu, ma al termine del colloquio, il pg informò il collega pescarese e gli inviò una relazione allegata agli atti dell'inchiesta.

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