mercoledì, luglio 09, 2008

La Carfagna querela tutti



Una cosa che si dice nell'articolo di Repubblica io non l'ho ben intesa. Che cosa vuol dire "querelare chiunque riporterà le frasi incriminate"? Ma stiamo scherzando? Le Agenzie? I siti internet? La Carfagna sarà stata offesa, ma allora quereli chi quelle frasi le ha pronunciate. Piazza Navona era un luogo pubblico. Riportare frasi dette in un luogo pubblico è un diritto di cronaca. Inalienabile. Se poi la Carfagna vincerà la causa civile allora tutti i siti, almeno quelli seri come questo, dovranno riportare la notizia. Vietare, minacciando, la pubblicazione di queste frasi è invece un odioso atto dispotico che nulla ha a che vedere con la democrazia. E da parte di un ministro della Repubblica, come la Carfagna ama definirsi, è semplicemente inammissibile. Quanto poi a Travaglio ancora una volta viene riferito un intervento diverso da quello effettivamente tenuto dal giornalista.

Travaglio non ha detto una cosa che sia una che non fosse documentata. Se sono balle allora lo si quereli, ma se sono cose vere non è onesto raccontare i fatti come fa comodo. Il dramma di una informazione spesso poco seria come quella italiana oggi si chiama youtube. Quell'intervento lo si può ascoltare nella sua interezza e a nulla valgono le interpretazioni di parte.

LA MINISTRA QUERELA E TIRA IN BALLO IL PAPÀ DI SABINA
Francesco Bei per “la Repubblica”

«Parole volgari e fantasiose». La giovane ministro delle Pari Opportunità, dopo essersi lungamente consultata, alla fine decide di reagire. Troppo pesanti quegli insulti lanciati da Sabina Guzzanti dal palco di piazza Navona per essere lasciati cadere senza una risposta. «Una vergogna», commenta Italo Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera, che di Mara Carfagna è amico e le ha fatto da cicerone in Parlamento. «Ormai sta impazzendo il sistema», sospira indignato. Alla Carfagna non resta che querelare la Guzzanti (oltre ovviamente a tutti quelli - siti Internet, giornali e agenzie - che hanno riportato e riporteranno le frasi incriminate) per quelle insinuazioni sul rapporto con Berlusconi, dando mandato all´avvocato di Roma Federica Mondani di «adire le vie legali nei confronti della figlia del parlamentare di Forza Italia Paolo Guzzanti». È la vendetta di Mara, sofisticata a suo modo. Quella cioè di ricordare al pubblico che Sabina resta la figlia di Paolo, amico e deputato di quel Caimano contro cui la comica girotondina si scaglia indignata.

Un´altra giovane ministra, Giorgia Meloni, si fa riferire dal cronista le frasi esatte pronunciate dal palco dalla Guzzanti. La prima reazione a caldo è di incredulità: «Ma questa è proprio fuori di testa!». Poi riprende il controllo: «È avvilente - scandisce - che siano proprio delle donne a utilizzare i soliti schemi mentali degli uomini. E queste sarebbe quelle che ci vorrebbero insegnare cos´è l´autodeterminazione della donna».

S´inalberano anche gli uomini del Pdl contro gli attacchi arrivati dalla piazza dipietrista e parlano apertamente di ritorno al «fascismo» e di tentazioni «eversive». «Dopo le aggressioni al governo e al Parlamento, dopo l´utilizzo di un turpiloquio confuso, gli attacchi a Napolitano provenienti da piazza Navona - osserva Gaetano Quaglieriello, vicecapogruppo al Senato del Pdl - hanno fatto gettare definitivamente la maschera ai nuovi girotondi, scoprendone la natura anti-istituzionale».

Il Pd, prosegue il senatore, «torni a una dialettica parlamentare anche dura, ma che nulla conceda a derive ormai evidentemente eversive». Osvaldo Napoli, deputato forzista, paragona invece Grillo a Mussolini: «Grillo dà corpo e sostanza all´antipolitica e all´antiparlamentarismo, esattamente quanto accadeva nel 1921 e nel ´22. L´attacco al presidente della Repubblica, colpevole di essersi solo comportato con assoluta trasparenza e garanzia, ricorda l´attacco di Mussolini all´allora presidente del Consiglio Facta». Il "grillismo" e il "travaglismo" sarebbero dunque «la reincarnazione del fascismo sansepolcrista delle origini. Con Grillo e Travaglio - conclude Napoli - parlano il fascismo viscerale che trova la sua espressione nella gente di piazza Navona».

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