martedì, luglio 08, 2008

Viagra festival. Lidia Ravera per l’Unità




Nel generale chiacchiericcio sui rapporti fra Silvio Berlusconi (72 anni, 5 figli e svariate professioni) e le belle ragazze, che tanto appassiona l’Italia, colpisce il silenzio di Veronica (52 anni, tre figli, di professione moglie, almeno dal 1990).


Ci si chiede: tutti vogliamo ascoltare gli ipotetici dialoghi fra le signorine ministro sui problemi sessuali del presidente del Consiglio, meno lei, che è sua moglie? Come mai? È più nobile? È meno pettegola? È più imbarazzata? Oppure, più semplicemente, conosce il suo pollo.

Anche lei, è stata un bella ragazza, dal seno prosperoso e dai lunghi capelli. Attrice, soubrette, poco cambia. Anche lei ha ricevuto vagoni di rose in camerino. Anche lei si è lasciata sedurre dal colore dei soldi, dal sapore del potere. In cambio, però, come tante altre belle donne prima di lei, ha ricevuto una proposta di matrimonio, non un ministero. Del resto, nel gennaio del 2007, il povero Silvio l’ha detto che la Mara Carfagna l’avrebbe sposata volentieri, se non l’ha fatto è perché il posto era già occupato.

Quindi, i casi sono due: o si concede agli italiani di spicco la poligamia (almeno alle più alte cariche dello Stato?), o si accetta che le amanti dei potenti diventino potenti a loro volta. In altri tempi, alla bella ragazza il “cumenda” apriva una boutique, magari di biancheria intima. Erano anni più ordinati. Al potere c’erano i democristiani che si piegavano, eventualmente, all’esercizio dell’ipocrisia, ma non sbattevano i loro vizi in faccia agli italiani, con l’orgoglio di chi esibisce gli effetti collaterali del danaro. E poi non c’erano i cellulari, croce e delizia della modernità. Tutto era un po’ più clandestino.

Le belle ragazze sfiorivano vendendo negligè coi pizzi e le mogli ricevevano tranquille nei salotti, al riparo dalla malignità del mondo. Non è così per Veronica, costretta a subire i contraccolpi dell’esuberanza crescente di un marito ossessionato dalle giovani femmine e costretto, dall’allargarsi del gap fra la sua età e la loro, ad aumentare il peso delle regalie.

Quando una miss Italia o miss Gambe o miss Poppa Smisurata riuscirà là dove ha fallito Hillary Clinton e noi ci ritroveremo “sul Colle” una pin up in tailleur pantalone, sapremo che la potenza sessuale del povero Berlusconi è definitivamente tramontata.

È logico che su tutta questa attività di scambio, Veronica taccia. È probabilmente offesa, sicuramente annoiata. Quello che è meno logico e che tacciano i cittadini italiani, è illogico che sorridano complici, che ammicchino, che si scambino battutine nei bar. Dovrebbero, anche loro, essere offesi. Perché il Parlamento, il Governo, non sono un club esclusivo frequentato da vip pazzerelloni che possono permettersi di vivere al di fuori delle regole.

Sono il luogo dove i cittadini vengono rappresentati, dove si devono discutere e risolvere i problemi del Paese. Se questo luogo, che dovrebbe essere sacro, è inquinato da personaggi di dubbia moralità che si scambiano femmine e favori, se due ministri (femmina) si consultano sulla lotta all’impotenza coeundi di un loro caro ed influentissimo amico, invece di pensare all’istruzione degli adulti di domani o alle politiche da mettere in atto per combattere ogni atteggiamento discriminatorio nei confronti della forza lavoro femminile (compreso il celebre: dammela, se no la carriera te la scordi), questo è un fatto grave.

Gravissimo. Su cui, forse, prendendo esempio da Veronica, bisogna tacere, ma certamente, come forse deciderà di fare anche lei, prendere provvedimenti. Per esempio divorziare. Cioè: licenziare.
Licenziarli tutti, quelli che abusano dei nostri soldi, della nostra delega e della nostra pazienza, per farsi i fatti loro. Spudoratamente.

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