venerdì, settembre 02, 2005

Beslan, un anno fa, l'orrore



Notte fra il 31 agosto e il 1 settembre 2005. Le agenzie cominciano a rilanciare le immagini della tragedia di Beslan, uno sconosciusto paesino dell'Ossezia del Nord. Si tratta di una delle ex Repubbliche Socialista Sovietiche diventata il centro dell'inferno. Un gruppo di terroristi ceceni irrompe in un istituto il primo giorno di scuola. Le teste di cuoio russe, dopo un'attesa di molte ore il 3 settembre decidono di entrare. L'ordine arriva dall'alto. Pare da Putin in persona. Come al solito il capo del Cremlino ha deciso che con i terroristi non si tratta. È un massacro: 330 morti. In maggioranza donne e bambini.


A un anno dalla strage, dimostrando notevole cinismo politico, il presidente russo decide di convocare al Cremlino le madri di Beslan. L'associazione che da oltre un anno chiede risposte alle sue domande: molta gente è morta bruciata, ma non uccisa dai terroristi. Sono State le bombe al fosforo gettate dai Russi? È vero che uno dei terroristi uccisi, quello che teneva il piede sul detonatore, è stato ammazzato dal colpo di un tiratore scelto e che ricadendo abbia fatto scattare l'innesto della bomba? Era davvero impossibile discutere con quella gente? Sono domande che turbano. Come se non bastasse il probabile mandante, il capo ribelle ceceno Bassaiev, prima rivendica e poi ritratta scaricando la responsabilità sull'FSB, i servizi segreti russi.
Pochi, soprattutto in Italia, fanno disamine ragionate. Una di queste è quella di Giulietto Chiesa, ex corrispondente da Mosca che punta il dito sulle troppe incongruenze e chiude un intervento su Sky affermando che, ancora una volta, è stato dimostrato la scarso rispetto per la vita delle autorità russe che poco hanno fatto per salvare quegli innocenti. Chiesa aggiunge: "tutti sanno che i capi ribelli ceceni vanno a curarsi in Turchia e nessuno interviene su Ankara per chiedere che si faccia qualcosa. Pochi s'interrogano sul genocidio russo in Cecenia (1/3 della popolazione sterminata in una sporca guerra). Forse anche questi temi andrebbero presi in considerazione".

Ecco alcune immagini trovate in rete di ex ostaggi e quello che sono diventati un anno dopo. Le ferite del corpo forse sono curate. Quelle dell'anima, no.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

...e noi Putin lo invitiamo in Sardegna...

Anonimo ha detto...

qualsiasi cosa vienne scritta da questo giornalista mi provoca sensazioni indescrivibili

Pentma ha detto...

... ciao mamma, per cortesia smettila di postare commenti....