sabato, febbraio 04, 2006

Un intervento di Franco Corleone




È una legge tossica

Equiparare l'hashish all'eroina moltiplica lo spaccio e il consumo di sostanze pesanti. E crea una nuova generazione di drogati. colloquio con Franco Corleone

di Roberto Di Caro (Fonte l'Espresso)

Le nuove regole e la giustizia fai-da-te

Sono dei pazzi! Nella loro foga pseudo umanitaria contro la cannabis finiscono per criminalizzare un'intera generazione: questa non è una legge, è un manifesto ideologico che avrà effetti nefandi proprio sulle persone cui pretende di salvare il corpo e l'anima... Franco Corleone è un tipo più abituato alle cifre e alle tabelle che alle invettive: inusuale dunque, nonostante la sua decennale militanza antiproibizionista, un tono del genere. Ma le nuove norme antidroga, che il governo ha fatto approvare giovedì 26 gennaio al Senato e si appresta a votare martedì 7 febbraio alla Camera con l'indecoroso doppio escamotage del voto di fiducia e di un maxiemendamento inserito nelle norme per finanziare le Olimpiadi invernali di Torino, sono davvero al di là del bene e del male. Nel merito come nei meccanismi istituzionali utilizzati, nell'impianto concettuale strutturato dal vicepremier Gianfranco Fini come nella bassa cucina del loro apparente addolcimento a opera del ministro per i rapporti con il Parlamento, l'Udc Carlo Giovanardi. Un pateracchio del genere, nonostante tre anni di annunci e ballon d'essai, non se l'aspettava neanche Corleone, che pure presiede l'associazione Forum droghe, pubblica da dieci anni il mensile 'Fuoriluogo', è stato per l'intera passata legislatura sottosegretario alla Giustizia con i ministri Flick, Diliberto e Fassino, ed è tuttora Garante dei diritti dei detenuti nelle tre carceri del Comune di Firenze: Sollicciano, il minorile Meucci e il Gozzini a custodia attenuata per tossicodipendenti.

Lei parla di un'intera generazione, ma i dati della presidenza del Consiglio, relazione annuale sulle tossicodipendenze, sostengono che appena il 13 per cento della popolazione fra 15 e 44 anni ha fatto uso di droghe negli ultimi 12 mesi. Sono credibili?
"Francamente non mi pare. Gli unici dati certi e significativi sono quelli penali. Le segnalazioni al prefetto, intanto: 87.894 solo nel 2004".

Sono tanti o pochi?
"Sono tantissimi! Prima erano circa 20 mila l'anno, ma l'effetto di annuncio della nuova legge ha intensificato l'attività di polizia. Già la vecchia legge comportava dapprima un'ammonizione, poi il ritiro della patente e del passaporto...".

E la nuova?
"L'obbligo di rientrare a casa entro una certa ora, di presentarsi due volte la settimana a un posto di polizia, o tutti i giorni prima e dopo la scuola, il sequestro del motorino, il divieto di frequentare locali... Un inferno. Tutto perché ti hanno beccato con uno spinello. L'88 per cento dei segnalati alle prefetture erano infatti in possesso di sola marijuana o hashish, e appena il 5 per cento di cocaina, il 3 di eroina, l'1 di anfetamine. Siamo alla criminalizzazione di massa della cannabis, vista come il di scrimine nella lotta tra il bene e il male: in una legge che è un manifesto di intolleranza e un condensato di pregiudizi moralisteggianti".

La droga è droga, è il punto chiave della nuova legge. Che cancella le distinzioni tra leggere e pesanti.
"È una stupidaggine: nel Regno Unito la cannabis è stata di fatto depenalizzata due anni fa. Ed è un'infamia per gli effetti che tale indistinzione genererà".

A quali prevedibili effetti si riferisce?
"Lei pensa che uno spacciatore continuerà a vendere canapa quando, rischiando le stesse pene, può spingere coca, acido o pillole, che occupano meno spazio e rendono di più?".

Lo stesso vale per il consumatore?
"Certo. Se al ragazzo la legge dice che una droga vale l'altra, comincerà ad assumere un giorno una sostanza e il giorno dopo un'altra. Un messaggio devastante dal punto di vista educativo, laddove bisognerebbe invece distinguere l'uso occasionale da quello dissennato".

Sta parlando di politiche di riduzione del danno?
"Anche. Non è mica una parolaccia".

Senta, lei è da sempre un battagliero antiproibizionista. Ma il problema esiste: il consumo di coca dilaga, non c'era bisogno di Lapo Elkann per scoprirlo. E i ragazzi nelle discoteche s'impasticcano come matti di roba sintetica che gli brucia il cervello. Soluzioni?
"Ai ragazzi che amano i rave party che cosa vai a dire, che è meglio starsene a casa a godersi Mozart? Lo so anch'io, ma loro preferiscono i rave. Meglio allora consentire e incentivare in loco il 'pill testing': che scartino almeno le più nocive".

Legalizzerebbe o punirebbe la vendita?
"Legalizzerei la cannabis e continuerei a perseguire lo spaccio di altre sostanze, ma con pene congrue. Unificare le pene al massimo, innalzandole come fa questa legge, anche per la cannabis, da 1-4 anni a 6-20 anni, è criminale. Oltretutto decidendo per decreto chi è spacciatore, in base alla quantità di principio attivo contenuto nella sostanza sequestrata!".

Questa era la proposta Fini: se ti trovano con 0,25 grammi di principio attivo sei automaticamente uno spacciatore.
"Cioè tre, quattro spinelli. O uno, dipende dalla qualità della sostanza. Assurdo".

Giovanardi, nel testo finale, ha però rinviato la stesura della tabella agli uffici del ministero.
"Peggio! Così si attribuisce a un organo amministrativo il potere di decidere chi è uno spacciatore da mandare in galera e chi un consumatore da recuperare, in spregio al principio del giusto processo e all'esito del referendum che nel '93 abrogò la punizione del consumo: 'Una visione farmaceutica del diritto', l'ha liquidata Alfredo Biondi, che pure fa parte del Polo".

Sta dicendo che queste norme sono incostituzionali?
"Tali mi paiono, sotto vari aspetti. Anche l'attribuire il diritto di certificare lo stato di tossicodipendenza del soggetto a enti privati, gli stessi che poi dovranno prenderlo in cura nella condizione di arresti domiciliari, determina un conflitto di interessi che considero incostituzionale. Promuoveremo varie eccezioni. Sempre che non la si risolva diversamente".

Intende dire se vince il centro-sinistra?
"Se facessi io il ministro e stabilissi in tabella che il minimo consentito di principio attivo è di un chilo? Scherzo. Ma il centrodestra ha creato il precedente di legiferare su una materia del genere con decreto e sotto il ricatto del voto di fiducia, come se fossimo in regime totalitario. E se facessimo così anche noi?".

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