Pentma vuol dire pietra, ma questo blog è solo un sassolino, come ce ne sono tanti. Forse solo un po' più striato.
mercoledì, luglio 22, 2009
La memoria corta
Gli asini della PdL ragliano di "gravità inaudita" se un deputato fa valere il suo diritto a parlare e criticare persino il Presidente, non Dio. Capisco che in certi schieramenti non si possa aprir bocca se il manovratore non da il permesso, ma io posto questa ennesima news. La rileggerò da vecchio e forse ne riderò a vedere il mio ex paese ridotto al livello di una nazione da barzelletta sudamericana
Fonte Repubblica
ROMA - "La prego, signor Presidente, mi risponda nel merito, invece di offendermi anche Lei gratuitamente". Così Antonio Di Pietro riaccende la lunga polemica con Giorgio Napolitano attraverso una lunga lettera aperta indirizzata al Capo dello Stato, nella quale contesta una serie di atti del Quirinale, come la controfirma del ddl sicurezza, del Lodo Alfano o la mancanza di iniziative dopo la cena tra Berlusconi e due giudici costituzionali.
Secondo l'ex magistrato di Mani Pulite, il Presidente avrebbe potuto, "prima di promuovere la legge, con messaggio motivato alle Camere, chiedere una nuova deliberazione. Insomma, a norma di legge costituzionale, poteva e doveva non controfirmare né promulgare la legge ma rinviarla al Parlamento con le stesse identiche motivazioni con cui ha scritto la 'letterina di rimprovero a Berlusconi".
Inoltre, Di Pietro rimprovera a Napolitano di aver polemizzato contro chi lo aveva invitato a non firmare, avendo dichiarato che "chi invoca polemicamente e di continuo poteri e perfino doveri che non ho, mostra di aver compreso poco della Costituzione".
La lettera, pubblicata sul blog del leader dell'Idv, prosegue con una serie di domande con le quali Di Pietro vuole mettere in luce quelle che ritiene essere le contraddizioni del Presidente della Repubblica: "E' vero o no che, in questi casi, Lei ha il potere di non promulgare immediatamente la legge ma di rinviarla alle Camere, con un messaggio motivato?".
Dura la replica della maggioranza. "E' un fatto di gravità inaudita che il signor Di Pietro continui a insolentire il Capo dello Stato", sostiene il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone. "Non è ammissibile che un garante super partes sia ogni giorno oggetto di attacchi, offese e insinuazioni da parte dell'Italia dei Valori. Ecco perché c'è da augurarsi che il nuovo segretario del Pd abbia la forza e la visione necessari per rompere l'alleanza con l'Idv".
Anche dall'opposizione si alzano proteste contro l'ex magistrato. "Il Pd vada dove vuole ma abbia il coraggio di liberarsi del grillismo e di Di Pietro che inietta veleno allo stato puro sul Pd, spiega Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc. "Ora il Pd non sa nemmeno se difendere le istituzioni del paese o seguire Di Pietro nella sua deriva".
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