domenica, aprile 05, 2009

Giornale di lotta e di governo

Piero Kkl vjkhc7, penna fine della Gazzetta di Orkù




Stranamente il Giornale, sempre ferocemente critico verso il Cavaliere, stavolta tende a giustificare le gaffes, o presunte tali del premier. Mario Cervi compie un'arguta analisi sulle iniziative di SB definendo "di secondo piano" non serie, piccolezze come l'essere redarguito dalla Regina per urlare in occasione della foto di famiglia o aver fatto attendere Angela Merkel davanti a tutto il mondo. Una chiave di lettura che non trova riscontri in Europa e nel mondo, ma che viene ripresa dalla Gazzetta di Orkù, quotidiano di riferimento di B343, sesto satellite a destra nella galassia di Andromeda. Se non altro Cervi ha colleghi che ne condividono le analisi, personaggi come Piero Kkl vjkhc7, polipoide e vicedirettore della Gazzetta di Orkù. Adelante compagno Cervi.

LA SINISTRA CHE GRIDA ALLA GAFFE

di Mario Cervi

de ilGiornale.it

L’insistenza con cui l’opposizione - e la stampa simpatizzante - insistono sulle vere o presunte gaffe di Silvio Berlusconi, mi ricorda il 1994, l’anno della «discesa in campo». Allora tutto un mondo politico e culturale che presumeva di possedere - insieme a una somma intelligenza - anche le somme verità, trattò dall’alto inbasso ilnuovoprotagonista della scena nazionale. Era, per loro, «L’uomo di plastica», «Faccia di gomma», «Re Fustino», «Ragazzo coccodè», «Peronista elettronico». Si vide poi che questa controfigura del nulla - come tale lo spacciavano - vinse le elezioni, e da quel momento in poi ha sempre avuto il consenso di una buona metà - e qualcosina di più - degli italiani.

Ma nel 1994, diciamolo francamente, l’atteggiamento dei critici, benché presto smentito dai fatti, trovava giustificazione negli aspetti inediti del personaggio. Tale, nella sua sconcertante anomalia, da poter trarre in inganno quasi tutte le vecchie volpi dei palazzi romani. Ma adesso, quindici anni dopo, il giuoco - in versione aggiornata ma mica tanto - sembra proprio ripetitivo e stucchevole. Il Cavaliere è stato nelle stanze del potere - o del contro potere - per almeno mezza generazione.

Più che legittimo attaccarlo sulle cose serie, e raramente sono state più serie di ora. Lì si deve discutere e confrontarsi. Non sono d’accordo con la mobilitazione di piazza che Epifani - scortato da Franceschini - ha deciso: ma quella manifestazione ha avuto per tema i problemi nodali del momento.

Il pettegolezzo dei quotidiani che si professano seri, e dei salotti che si professano impegnati è invece tutto dedicato al savoir faire di Berlusconi, spazia dall’opportunità di chiamare ad alta voce Obama all’indelicatezza di aver fatto un po’ aspettare la cancelliera Angela Merkel per l’impegno di una telefonata importante. La crisi può aspettare, il gossip no.

Voglio precisare che a volte lo stile e le battute del Cavaliere non mi entusiasmano. Nelle battute e nelle trovate scherzose conosco qualcuno più bravo di lui. Mahol’impressionechegli italiani valutino il loro presidente del Consiglio - in particolare questo presidente del Consiglio - sulla base dei programmi, delle realizzazioni, dell’efficienza governativa, dell’affidabilità, dell’attendibilità. Se è anche simpatico tanto meglio.Ma il ministro Tremonti è molto apprezzato pur non essendo per niente un tipo ridanciano. A maggior ragione queste dovrebbero essere le pietre di paragone usate, per saggiare Berlusconi, da una opposizione che è insieme debole e arrogante, ma che si autodefinisce intelligente.

Berlusconi è l’avversario, ma è anche il timoniere della barca italiana mentre il mare è in gran tempesta. Invece no, vanno a parare nel bonton, come se da esso dipendessero le sorti del mondo. In realtà ne dipende solo il colore della cravatta.

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