lunedì, marzo 06, 2006

Par condicio alà là

Michele Serra da l'Espressonline

Gli staff di di Prodi e Berlusconi si sono incontrati per stabilire le modalità dell'attesissimo faccia a faccia televisivo sulla Rai

In una riunione congiunta a Roma, gli staff di Prodi e Berlusconi si sono incontrati per stabilire le modalità dell'attesissimo faccia a faccia televisivo sulla Rai, a reti unificate. Lo staff di Prodi era composto da due persone, una delle quali è rimasta chiusa in ascensore e non ha potuto partecipare alla riunione. Quello di Berlusconi era formato da circa un centinaio tra pubblicitari, registi, consulenti, portaborse, body-guards, esperti militari, truccatrici, artificieri, cartomanti, ipnotizzatori e assaggiatori di veleni, che si sono presentati al summit percorrendo il centro della capitale a piedi, nella spettacolare formazione a testuggine, protetta sui lati dagli arcieri.
La bozza presentata da Berlusconi, secondo indiscrezioni, proponeva le seguenti modalità. Berlusconi seduto in uno studio azzurro, su un trono maya recentemente avuto in dono dal presidente del Guatemala, sotto una pioggia di petali di rosa. Prodi collegato telefonicamente dalla sua casa di Bologna: il suo volto apparirà in un angolino del video, in basso a sinistra, rappresentato dalla fototessera del suo passaporto. Indignata la reazione dei prodiani: la fototessera del passaporto di Prodi, purtroppo, è difettosa perché la macchinetta automatica scattò nel momento in cui Prodi si era voltato per leggere le scritte oscene tracciate col pennarello alle sue spalle. Nell'immagine si vede Prodi di nuca, con il colletto della giacca scompigliato, e sulla parete dietro di lui la scritta 'Nunzia lo succhia'. Per giunta, la fotografia è quasi interamente cancellata da un timbro della dogana belga, e sulla guancia sinistra di Prodi, l'unica porzione della faccia vagamente visibile, c'è una scritta bilingue, in francese e in fiammingo.
Nel nome della par condicio, i prodiani hanno dunque chiesto a Berlusconi di sostituire la fototessera del passaporto con quella della patente, molto piccola ma ben riuscita: lo sguardo appare molto spaventato dal flash, ma lui è ben pettinato e sorride. La richiesta è stata considerata ragionevole.
Trovato l'accordo sulla posizione dei due candidati in studio, si è dunque passati alla delicatissima questione dei tempi a disposizione. I berlusconiani, per evitare interruzioni che renderebbero incomprensibili le rispettive posizioni, hanno proposto un'ora a testa: la prima ora, dalle 21 alle 22, per Berlusconi, la seconda, dopo le interruzioni pubblicitarie, il telegiornale, il meteo, l'oroscopo e un film sulla guerra di Corea, a disposizione di Prodi, dalle 2 alle 3 del mattino, garantendo così al leader del centrosinistra di non essere interrotto perché Berlusconi, a quell'ora, è già andato a dormire.
Secondo questa proposta, il match avrebbe dunque questa scansione: alle 21 sigla (l'inno di Mameli eseguito in studio dallo stesso premier, che si accompagna al pianoforte). Poi il premier, seduto sul trono maya, parla per un'ora mentre vicino alla sua scarpa sinistra appare la fototessera di Prodi. Alle 22 un'ovazione registrata segna l'uscita dallo studio del premier, sottolineata da una suggestiva coreografia del Cirque su Soleil: dieci trapeziste nude sollevano verso il cielo il premier sulle note di 'Je t'aime, moi non plus'.
Il tempo di risistemare lo studio, che apparirà completamente vuoto, e con i riflettori spenti, circa due ore dopo la mezzanotte, è il turno della fototessera di Prodi, in basso a sinistra sul teleschermo buio, che rimarrà in fermo immagine per un'ora esatta mentre il discorso del capo ulivista passa in sovrimpressione. Lo staff di Prodi, pur ammettendo la sostanziale parità del tempo concesso a ciascuno dei due contendenti, ha però preteso, con fermezza, i seguenti ritocchi: la fototessera di Prodi non deve essere coperta dal logo 'Raiuno', come proposto dal pool di registi di Berlusconi. Il discorso in sovrimpressione di Prodi dovrà essere trascritto da un uomo di fiducia dell'Ulivo e non, come proposto da Forza Italia, da un immigrato cinese. Infine, quando alle tre di notte sarà finito anche l'intervento di Prodi, la sigla di chiusura non dovrà assolutamente essere quella indicata da Berlusconi (che aveva scelto l'inno nazionale cambogiano), ma un brano a scelta degli esperti dell'Ulivo, che dovrà tenere conto dei gusti musicali delle varie componenti del centrosinistra.

L'incazzoso Dio maya mo-te-romp, di cui il premier ha una discreta statuetta di 176 chili sul comodino

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