martedì, marzo 14, 2006

Veronica Lario


Certo adesso è ancora presto, ma fra qualche anno (una decina) mi riprometto di fare davvero un libro su una delle figure più cangianti e interessanti del panorama storico di questo paese. Veronica Lario. Con tutto il rispetto per il libro della Latella, che a me non è piaciuto, vorrei provare a descrivere questa donna. Presa in giro per una carriera di attrice non ai vertici che cozza con un'incredibile equidistanza in veste di first lady. Nel suo rapporto con Silvio però ci sono moltissimi punti curiosi. Mi piacerebbe porgerle alcune domande. Purtroppo dovrò attendere che Berlusconi lasci la politica. E forse anche di più.
Ecco quello che la signora dice alla vigilia dell'incontro-scontro Prodi vs Berlusconi.

Intervista da Repubblica
VERONICA LARIO
"Non sprechi il talento dialettico che gli fa trasmettere emozioni" - "Silvio, pochi numeri punta sulla passione"

Flavia È una qualità in più a favore di Prodi che ha potuto condividere con lei lo stesso progetto di vita e di valori
l´abbandono Quello con l´Annunziata è stato un caso di incomunicabilità. Non è la prima volta

DARIO CRESTO-DINA
MILANO - «Certo, non ho perso un incontro televisivo di mio marito. Si figuri se rinuncio alla sfida più bella». Veronica Lario questa sera sarà davanti alla tv per il primo faccia a faccia con Romano Prodi.
Signora Veronica, mi dia i suoi voti sui duellanti.
«Berlusconi ha una forte leadership generata dalla sua storia personale, che ne fa un po´ un personaggio-mito. Con una sensibilità all´immagine quasi femminile, un talento per la dialettica e la chiarezza di espressione, che gli consente di trasmettere enfasi e emozioni. Prodi ha un´immagine politica consolidata nel corso degli anni. La sua capacità di non perdere mai la calma, non si sa se ricercata o reale, dà un messaggio rassicurante di normalità. Ma tra le sue qualità e la parte subliminale della sua immagine aggiungerei la figura della moglie, compagna con la quale ha potuto condividere lo stesso progetto di vita e di valori».
Ora mi racconti i loro limiti.
«I punti di debolezza? Sono più in imbarazzo a parlare dei punti di debolezza, non è simpatico. Preferisco elargire un consiglio. A Prodi di essere meno monocorde e lasciarsi trasportare da un po´ più di passionalità. A Berlusconi di non impostare il suo discorso sul monologo dei dati, che alla fine lo fanno apparire prolisso».
Non crede che suo marito abbia sbagliato a abbandonare la trasmissione dell´Annunziata?
«Non è il primo caso di incomunicabilità in una trasmissione, a volte succede per mancanza di contraddittorio, a volte per un eccesso di aggressività e impetuosità. Quando si esprime nella mancanza di contraddittorio se ne vanno i telespettatori, mentre quando si manifesta nell´impetuosità può succedere che d´impulso uno si alzi e se ne vada».
Ma lei il 9 aprile per chi voterà?
«Per mio marito».
È la verità?
«Piuttosto che risponderle con una bugia avrei preferito non risponderle».
Facciamo un gioco. Chi voterebbe del centrosinistra?
«Emma Bonino».
Quando dice vinca il migliore a chi pensa?
«Me lo dica prima lei. Chi vincerà?».
Credo che dopo cinque anni di Berlusconi la maggioranza di questo paese non ne possa più.
«Io, invece, non ne sono sicura».
Che succederà allora il 9 aprile?
«Vede, penso che sarà un voto emotivo. Si deciderà tutto negli ultimi quindici giorni, se non durante l´ultima settimana. La percentuale degli indecisi è alta, sono persone che si orienteranno da una parte o dall´altra a seconda di chi saprà conquistarli con un´idea, una promessa, una suggestione proprio sulla dirittura d´arrivo».
E in questo lei pensa che suo marito sia bravissimo.
«È bravo. E poi la sinistra deve fare ancora un lungo percorso».
Per andare al governo?
«No. Per rappresentare il futuro, per essere una sinistra moderna, riformista, europea. Ma sembra avere anche smarrito la sua missione storica: stare dalla parte dei più deboli. La vedo lontana dagli ideali, dai bisogni e dai desideri della gente che dice di rappresentare. A forza di inseguire la destra per contrastarla su ogni cosa che dice o fa pare essere rimasta vittima di un processo di osmosi».
Signora, lei sta facendo campagna elettorale per suo marito?
«Mi creda, la sola cosa che mi interessa è non essere inopportuna. Sono sua moglie. Confesso che questa volta mi sento più allineata con lui per i motivi che le ho appena spiegato: una sinistra che oggi non è una vera alternativa».
Sulla sinistra lei parla un po´ come Bertinotti.
«Bertinotti è simpatico, chiaro, educato e elegante. Ma non la penso ancora come lui...».
E D´Alema?
«Il suo governo aveva la possibilità di risolvere il conflitto d´interesse. Non l´ha fatto».
Romano Prodi?
«È il solo leader che il centrosinistra è riuscito a esprimere dopo cinque anni di opposizione. Lo rispetto. Ma non mi sembra un nome nuovo».
Avrebbe preferito, che so, Veltroni?
«Sì, avrei preferito una sinistra con un´immagine meno impersonale. Veltroni, come sindaco di Roma, ha dato un´immagine di concretezza, che ha cercato di tenere conto anche di un tema di attualità come quello della qualità della vita».
Perché non ha più seguito suo marito?
«Io ho fatto una scelta familiare e non politica. E oggi i miei figli me ne sono grati».
È sempre stata allergica al ruolo di first lady?
«Per me non ha il valore di un ruolo. Personalmente mi crea imbarazzo, ma in questo momento, per esempio, mi dà la possibilità di gratificare la mia vanità facendo un´intervista con lei».
Suo marito continua a giurare sulla testa dei vostri figli quasi tutte le volte che appare in televisione per difendersi dalle critiche. Sostiene che Barbara e Eleonora fanno a gara per dormire con lui e racconta che Luigi si raccoglie a lungo in preghiera. Non la disturba tutto questo?
«Sì, ma lui è fatto così».
Lo rimprovera?
«Certo, e con toni meno pacati di quello che sto usando adesso. Vede, sono contenta dei miei figli. Sono buoni, sono educati, si stanno comportando bene in famiglia, a scuola e nella vita. Non hanno bisogno di essere circondati dall´enfasi, di essere sovraesposti. Sono ragazzi normali, vorrei che continuassero a esserlo».
E suo marito che cosa le risponde?
«Che non vede che cosa ci sia di male. Oppure che non si è reso conto di essere andato oltre. È impossibile fargli cambiare idea. È il suo carattere. Ma guardi che Silvio è un buon padre, adora i suoi ragazzi».
Lei ha amato suo marito?
«Forse lei voleva fare un´altra domanda, ma le rispondo lo stesso. Sì l´ho amato. Mi ha corteggiata come credo una donna desideri. Quando pensi che quelle rose che hai ricevuto sono le uniche che mai siano state mandate a una donna. È successo ventisette anni fa. Mi mandò cento rose rosse.».
E gli vuole bene ancora oggi?
«Sì, gli voglio bene».
Avete mai attraversato una crisi, avete mai rischiato di separarvi?
«Nella storia di un amore ci sono tante componenti. C´è chi crede che l´amore possa durare tutta una vita, chi crede che con il tempo diventi qualcos´altro e chi pensa che l´amore sia un contenitore dentro il quale sono state costruite delle realtà e degli affetti importanti, superiori a quell´incantamento iniziale che il tempo e l´abitudine appannano. Una famiglia, dei figli, un rapporto privilegiato o unico che negli anni si viene a consolidare tra due persone. Lasciare qualcuno è molto doloroso per chi prende la decisione e provoca altri grandi dolori a chi la subisce. Può succedere che sia meglio restare, a meno che non si venga portati via da una nuova forte passione affettiva. Ma da una certa età in avanti siamo meno predisposti a turbamenti amorosi rivoluzionari. La maturità ci consente di riconoscere quanto di importante si è costruito insieme nel corso degli anni, attribuendogli il valore e il rispetto che gli sono dovuti».
Che cosa farà Silvio Berlusconi se il 9 aprile sarà sconfitto: andrà a Tahiti, costruirà ospedali nel mondo o resterà in politica?
«Farà il capo dell´opposizione».

- Generalmente sui temi che tratto trovo un sacco di foto in rete. Su Veronica Lario invece, immagini ce ne sono pochine. Non mi sembrava dignitoso mettere qualcosa tratto dai suoi film. Anche questo è interessante. Una scelta d'immagine, di discrezione che non può non balzare agli occhi -

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