venerdì, febbraio 22, 2008

Strage di Erba



Un fatto che è lo specchio del paese

Lite tra avvocati, la Corte lascia l'aula - Pesante scambio di battute tra i legali dei Romano e Marzouk. E il presidente se ne va


Olindo Romano scortato dalla polizia penitenziaria al Palazzo di giustizia di Como (TamTam)COMO - È cominciata in una atmosfera di forte tensione l'udienza di venerdì del processo per la strage di Erba. Quasi subito, infatti, c'è stato un vibrante battibecco tra uno dei difensori dei coniugi Romano, Enzo Pacia, e il difensore di Azouz Marzouk, Roberto Tropescovino.

SCAMBIO DI BATTUTE - Pacia ha lamentato che alcuni avvocati «già abbiano emesso condanne in interviste». Tropescovino ha risposto parlando di «attacco personale sconsiderato», per poi affermare: «Il diritto di cronaca è sacrosanto e questo è un attacco inutile e sconsiderato». «Sconsiderato sei tu», ha risposto con veemenza Pacia. Il presidente della Corte d'assise di Como, Alessandro Bianchi, ha lasciato l'aula con i giudici popolari affermando: «Quando avete finito con queste sceneggiate riprendiamo».

LEGALI TURBATI - La difesa dei Romano si è detta «molto turbata» dall'atteggiamento degli avvocati delle parti civili che continuano a rilasciare interviste sulla condanna certa di Olindo e Rosa Bazzi, accusati del quadruplice omicidio di Erba. L'avvocato Enzo Pacia, che difende i coniugi, preannuncia «istanza di remissione». «Comincio ad essere molto turbato - ha detto l'avvocato in aula - nessuno può ignorare che vengano pronunciate sentenze da parte di avvocati che rappresentano l'accusa». La difesa per ora ha solo preannunciato istanza di remissione e quindi la possibilità che il processo possa essere celebrato in un'altra città e ha chiesto al presidente della Corte d'Assise, Alessandro Bianchi, di «intervenire perché si finisca di processare i nostri assistiti - sottolinea Pacia - fuori da quest'aula».

TAVAROLI TESTIMONE - Oltre alle testimonianze di Carlo Castagna, di suo figlio Pietro e di Azouz Marzouk, nel pomeriggio è prevista, nel processo per la strage di Erba, anche la deposizione dell'ex responsabile della security Telecom, Giuliano Tavaroli. Nel carcere del Bassone di Como ricevette infatti le confidenze di Olindo Romano, imputato per la strage con la moglie Rosa. Tavaroli, che all'epoca era detenuto nell'ambito dell'inchiesta milanese sulle indagini illegali del servizi, durante le indagini sulla strage di Erba rivelò che Olindo Romano gli aveva confidato di essere responsabile dell'eccidio.

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