lunedì, settembre 15, 2008

La risposta del D'Annunzio de 'noantri

In un qualsiasi paese civilizzato una persona come vittorio sgarbi, non rivestirebbe incarichi pubblici. Dovrebbe rendere conto di quello che fa e dice. In Italia continua a parlare e fare danni. È un personaggio che usa il turpiloquio perché si sente un D'Annunzio in potenza. Si rassegni. I libri di storia a uno così non regaleranno più di una riga. Se pure...spero sinceramente che per questa intervista Parente quereli Sgarbi. E poi si faccia una vacanza pagata dal sindaco di Salemi.

da affaritaliani.it

“Le lettere aperte se le deve mettere nel buco del c., quel rotto in c. che è Parente”, sbotta Vittorio Sgarbi al telefono, raggiunto da Affaritaliani.it per commentare le accuse. Se né Elisabetta Sgarbi né la Bompiani, contattate, ribattono alle affermazioni dello scrittore, il sindaco di Salemi è un vero fiume in piena.

E’ vero che hai chiesto a Parente di firmare una lettera in cui ti proponevi al ministro Sandro Bondi per ricevere un incarico al Ministero?
“Certo, mi sembrava meglio avere un appoggio esterno. Le sue posizioni sull’arte sono simili alle mie e provavo una sorta di pudore a firmare quell’articolo che comunque poi ho pubblicato e firmato”.

La Bompiani avrebbe dovuto pubblicare un suo nuovo saggio su Proust, ma improvvisamente ha bloccato tutto. Parente dice che è una conseguenza del rifiuto a farti quel favore, tu cosa rispondi?
“Il suo rifiuto è stato del tutto ininfluente su questa vicenda. Sono insinuazioni di carattere mafioso. Parente è una persona spregevole che per mesi, in passato, mi ha chiesto di aiutarlo e che invece di ringraziare per quello che ha avuto ora pretende di avere altro. In questo senso è una puttana infelice, insaziabile. Come scrittore ha iniziato l’attività con me, che l’ho sostenuto e raccomandato a Castelvecchi, in seguito però l’ho perso di vista. Ha poi proseguito per conto suo la carriera in Bompiani con mia sorella, alla quale non l’ho mai raccomandato”.

Quindi Parente è approdato alla Bompiani senza il tuo aiuto?
“Assolutamente. E come Elisabetta lo ha pubblicato senza avere alcuno stimolo da me, così se non lo pubblica lo fa esclusivamente per sua scelta. So che è rimasta turbata dal suo comportamento, mi riferisco agli sms mandati al Riformista, ma non è comunque questo il motivo per cui non edita Proust. Mia sorella non risponde mai a me e lo ha dimostrato in passato più volte, quindi lui vada a fare in c., ‘sta faccia di m.”.

Secondo te perché la Bompiani ha bloccato la pubblicazione del suo saggio su Proust, allora?
“Perché non vende abbastanza. Semplice legge del mercato. Se scrivi per un piccolo editore può andarti anche bene vendere mille copie, ma se vai da Bompiani e il tuo libro non decolla avrai più difficoltà a pubblicare il secondo. Parente si deve rassegnare che se vuole vendere non deve essere il coglione che è ma dedicarsi a scrivere buoni libri. La deve smettete di spettegolare come una puttana e ragionare sui suoi obiettivi. Quante copie potrebbe sperare di vendere di un saggio su Proust? Cinquecento?! Forse Parente non ha capito che l’editore non fa beneficenza, pubblica per vendere”.
Saluto Vittorio Sgarbi, mi metto a scrivere l’intervista, quando mi richiama.

Vittorio?
Vittorio Sgarbi: “Ciao, sono qui con mia sorella”.
Elisabetta Sgarbi: “Non rilascio interviste”.
Vittorio Sgarbi: “Sì, ma dimmi solo: ti ho mai raccomandato Parente?"
Elisabetta Sgarbi: “No”.
Vittorio Sgarbi: “Ecco, appunto. Non le ho mai parlato di Parente, ma lo faccio adesso, per concludere questo capitolo. E sai che le dico? Le chiedo pubblicamente di editare il libro di Parente. Lei ovviamente deciderà secondo le sue logiche, ma se lo pubblica io le compro un po’ di copie come Comune di Salemi per regalarle alla comunità gay piagnucolosa di cui fa parte: insomma, per fare dell’elemosina verso questo volgare millantatore e diffamatore”.

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