lunedì, settembre 22, 2008

Medardo Caretta




Il Kenya è uno degli stati più corrotti del globo. Ancora meta di turismo da parte dei nostri connazionali. Questa lettera del console italiano dimostra come possa essere anche un posto molto pericoloso.

Caso Caretta, la lettera del console Roberto Macrì, console onorario italiano a Malindi

«Non condanno e non assolvo ma Vi informo poiché penso di essere uno dei pochissimi che hanno assistito alla triste storia dall’inizio alla fine. Circa quattro anni fa nella tarda mattinata si presenta in Consolato il Signor Medardo Caretta, insieme a due donne e un uomo keniani. Desiderava io fossi testimone di quanto stava accadendo e presagendo qualcosa di brutto, ho approfittato della presenza in consolato del Signor Ugo Troiani che ho invitato ad assistere all’incontro.

Una delle due donne raccontava che suo figlio di una decina di anni, insieme al figlio di un’altra signora, era stato adescato ed era entrato nella casa del Signor Caretta dove lo stesso , avrebbe avuto due rapporti sessuali, uno tramite una fellatio e l’altro di sodomia con i due ragazzi. Il Signor Caretta, che vive nella sua casa di Kibokoni insieme alla moglie, negava assolutamente spiegando che, spesso i ragazzini del villaggio limitrofo venivano al cancello a chiedere caramelle o qualche soldino, cosa che quasi sempre veniva soddisfatta e che questo era stato uno dei tanti casi; l’abitudine era stata creata da una giovane inquilina italiana, persona generosa e sensibile amante dei bambini, che nei mesi in cui era stata ospite della casa, aveva abituato gli stessi a venire a prendere caramelle e biscotti; andata via l’inquilina, l’abitudine è rimasta in eredità al Signor Caretta che non si è sentito di interromperla.

Dopo un breve ma composto battibecco , la signora ci tenne a spiegare che comunque, “visto che siamo tutti esseri umani perciò soggetti a sbagliare”, con una cifra di scellini 500.000 (cinquecentomila) (cioè 5 mila euro ndr) si poteva chiudere il caso (il tutto testimoniato in Corte); il signor Caretta obiettò che non era disponibile a pagare nulla dato che non era successo nulla di quanto raccontato, e che non avrebbe avuto problemi ad andare in corte; cominciò quindi il processo durato circa quattro anni con circa quaranta (40) rimandi; desidero riassumere, per non annoiare, i fatti più salienti; a) attestati medici locali escludevano la sodomia, b) enfatizzate e accettate dalla corte erano state apportate correzioni da terza persona sul rapporto del dottore, c) dimostrate discrepanze di tempi , luoghi e rapporti fatti da i due bambini , che non avevano invece oltrepassato il cancello della casa , d) un testimone in favore del Signor Caretta veniva aggredito fuori della corte dalla mamma di uno dei due ragazzini, per evitare che deponesse; la madre fu solo ammonita dal Magistrato per tale comportamento, e) in diverse successive occasioni il Signor Caretta è stato avvicinato dalla mamma del bambino per sollecitare la chiusura del caso con un pagamento, si può supporre che se le prove fossero state schiaccianti non sarebbero passati quasi quattro anni e ripeto, 40 rimandi, per condannare un “mzungu” (bianco, ndr) che avrebbe abusato di un ragazzino keniano.

Alla fine del caso il Signor Caretta è stato assolto dal caso di sodomia (quattordici anni ) ma è stato condannato a cinque anni per adescamento e cinque anni per fellatio da considerarsi concorrenti, perciò per un totale di cinque anni; l’avvocato ha presentato ricorso , in attesa del quale, il condannato non beneficiando della cauzione (in quanto straniero) deve stare in carcere. Attualmente è ammanettato al letto dell’ospedale governativo , dove è stato portato essendo seriamente ammalato, per poter essere curato (spesso deve mingere in una bottiglia quando il secondino non ha voglia di accompagnarlo al bagno). Mi sembra doveroso, nei confronti dei connazionali e del Signor Caretta, esporre quanto realmente è accaduto e accade».

Roberto Macrì, console onorario italiano a Malindi

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