domenica, gennaio 24, 2010

Chi è causa del suo mal....



Non me ne frega nulla dei suoi fatti privati, ma la tristezza di com'è finito uno che voleva fare la rivoluzione. Magari qualche party in meno e qualche responsabilitâ in più.....

R. Zuc. per Corriere dela Sera


Lella e Fausto Bertinotti, il giorno dopo. Dopo cioè che la notizia della separazione di fatto, rivelata da Dagospia, è apparsa su quasi tutti i quotidiani. Loro, l'ex inossidabile coppia del socialismo, prima reale e poi antagonista, sposati nell'ormai lontano '45 in chiesa, se li sono letti con attenzione, così come fanno ogni mattina. E non hanno proprio gradito.

Si è scritto che hanno litigato per questioni che riguardano il figlio Duccio, ormai quarantenne. Che non vivono più insieme. E molto altro. Non spiegano se sia vero o falso. Perché per entrambi si tratta di «questioni private» che non dovrebbero andare a finire in pasto al grande pubblico. E, per entrambi, sarebbe quindi meglio parlarne il meno possibile. Ma quando è troppo è troppo.


Ecco perché, ognuno a modo suo, hanno preso carta e penna per rispondere ai passaggi che non sono riusciti proprio a digerire. Lei, Gabriella Fagno Bertinotti, se l'è presa in particolare con un'articolo apparso sul Riformista. Decidendo di rispondere con una lettera, nella quale parla di «notizie infondate » e racconta: «Non è vero che l'ultima uscita pubblica insieme a mio marito è stata all'inaugurazione del Maxxi. Per impegni reciproci, non ci è stato possibile andare insieme all'inaugurazione e comunque non esiste, né esisterà, una nostra ultima uscita pubblica».




Ma, soprattutto, afferma: «Non è vero che a sinistra non ci si separa. È piena la storia di uomini e donne della sinistra separati e divorziati». Insomma, Lella smonta la teoria della presunta inseparabilità della «coppia militante comunista» d'antan. Precisa inoltre, per la cronaca: «Non è vero che la mia pelle è mattonata dalle lampade uva». Perché lei, «per natura», ha «una pelle ambrata» e quindi non ha «alcun bisogno di lampade ».


Infine: «Non è vero che sono la regina dei salotti. A casa Angiolillo, in 30 anni di vita a Roma, sono stata soltanto due volte. Purtroppo! Purtroppo la signora Angiolillo è scomparsa, altrimenti ci sarei tornata volentieri».


Lui, invece, non ha gradito l'articolo uscito sulla Stampa, perché ad un certo punto si fa allusione ad un possibile tradimento, dello stesso Fausto, con un'altra. Reazione, la stessa. Lettera di risposta, più corta di quella della consorte, ma altrettanto dura. In cui si ribadisce che si tratta di una vicenda che attiene alla «sfera privata». E quindi che non ha assolutamente intenzione di chiarire alcunché.
E allora perché rispondere? Perché ciò che l'ex segretario di Rifondazione Comunista ed ex Presidente della Camera, non riesce a far passare sotto silenzio è quella «voce» sul tradimento. Che smentisce categoricamente. Aggiungendo: «È offensivo solo pensare una cosa del genere».

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