sabato, gennaio 23, 2010

Il vizietto?





"Foto con una trans a Parigi e Lapo pagò 300mila euro"

"Estorsioni fino a pochi giorni fa". Dopo quegli scatti Elkann fu lasciato dalla fidanzatadi DAVIDE CARLUCCI

FONTE Repubblica

MILANO - La vittima principale dei fotoricatti, ancora una volta, è lui: Lapo Elkann. Come nella prima inchiesta "vallettopoli", anche nella nuova indagine del pm Frank Di Maio sulle estorsioni ai danni dei vip da parte dei paparazzi spunta il nome del rampollo della famiglia Agnelli. Sarebbe stato lui a pagare la cifra più alta, 300mila euro, perché fosse ritirato dal mercato un servizio che lo ritraeva quest'estate al Bois de Boulogne, un parco di Parigi, in compagnia di una trans. Lo ha raccontato, nel corso degli interrogatori, uno dei quattro fotografi indagati nell'inchiesta, riferendo anche di aver sentito dire che il servizio sarebbe stato ritirato dal settimanale "Chi?", diretto da Alfonso Signorini. L'episodio sarebbe stato alla base della rottura tra Elkann e la sua fidanzata.

Di Maio sta verificando la veridicità del racconto. Così come sta acquisendo informazioni su un altro possibile tentativo di estorsione: quello che riguarda il ministro della Giustizia Angelino Alfano, ritratto alle Maldive durante le ultime feste natalizie mentre prende il sole con i familiari. A tentare il colpaccio sono stati Max Scarfone e Maurizio Sorge, due dei paparazzi indagati a Milano. Il servizio è stato pubblicato senza foto da Oggi, che racconta anche di come i due fotografi abbiano tentato di eludere il servizio d'ordine ma siano stati respinti. Qualche scatto, però, sarebbe stato rubato comunque e sarebbe stato proposto a "Chi", che però non l'avrebbe pubblicato. Alle Maldive in quei giorni c'era anche il ministro Ignazio La Russa, che però smentisce di essere stato paparazzo e tanto meno di aver ricevuto richieste in denaro. Stessa precisazione arriva anche da fonti vicine al ministro Alfano: "Non ci risulta che siano in circolazione foto che ritraggono il guardasigilli in costume da bagno e non c'è stato alcun contatto con fotografi intenzionati a pubblicarle". Tra le vittime dei fotoricatti ci sarebbe anche Silvia Toffanin, ex letterina di Passaparola, e attuale compagna di Piersilvio Berlusconi. Per lei sarebbe stato pagato, anni fa, un compenso di 200mila euro. Anche in quel caso il servizio sarebbe stato proposto a "Chi?". La circostanza però non è stata ancora verificata del tutto dagli investigatori. 


Insomma, al centro delle trattative ci sarebbe stato, in più di un'occasione, Signorini. Il potente direttore, in stretti rapporti con il premier Silvio Berlusconi, potrebbe essere sentito nei prossimi giorni, com'era già successo durante la prima tranche dell'inchiesta, quando depose davanti a Di Maio come persona informata dei fatti. Ieri s'era diffusa la voce che il pm lo avesse interrogato ma dalla procura è arrivata una secca smentita, così come è stato negata la sua iscrizione nel registro degli indagati. Di lui, però, hanno parlato a lungo i fotografi interrogati dal pm. L'avvocato Silvia De Luca, legale di Sorge, precisa però che il suo assistito "nega di aver accusato in alcun modo Signorini. E comunque Sorge si dichiara estraneo a questi ricatti, non avendo partecipato in alcun modo, non essendo nemmeno, nella maggior parte dei casi, l'autore delle foto, alle presunte estorsioni". 

Tra le ipotesi al vaglio della procura c'è anche la possibilità che la Spy One, l'agenzia fotografica con la quale collabora, dall'inizio del 2009, Sorge, fosse collegata con Signorini attraverso il giornalista Gabriele Parpiglia, il suo collaboratore. Una circostanza, però, che Alan Fiordalmondo, titolare della Spy One, nega con decisione: "Tra noi e Parpiglia ci sono solo contatti professionali come ce ne sono con tanti altri giornalisti". Ieri, inoltre, si è appreso che nell'inchiesta c'è un quarto indagato: si chiama Massimiliano Fullin ed è il titolare del sito internet www.710games. com (che si occupa di giochi d'azzardo on line). L'uomo è appena stato assolto dal giudice per le indagini preliminari di Potenza nell'ambito dell'inchiesta sui vip del Pm John Woodcock. Nei giorni scorsi, inoltre, nell'ufficio di Maio si è presentato Fabrizio Corona per fornire alcune puntualizzazioni su uno dei venti episodi al centro della nuova inchiesta. Il re dei paparazzi, anche lui assolto a Potenza e assistito dall'avvocato Giuseppe Lucibello, era stato convocato anche per far luce su un altro episodio nel quale è coinvolto, lo spaccio di banconote false. Poi il colloquio si è spostato sui contenuti della nuova inchiesta. E l'indagine, che si basa, oltre che sulle intercettazioni, anche sulle dichiarazioni del fotografo Fabrizio Pensa sull'esistenza della diffusione di un "metodo Corona" in molte agenzie fotografiche milanesi, ha preso il volo.


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