domenica, gennaio 24, 2010

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Bertolaso: «Ad Haiti gli Usa confondono l’intervento militare con l'emergenza». Il capo della Protezione civile: «Situazione patetica, manca un coordinamento. Troppi show per la tv».

MILANO - «Ci sono enormi organizzazioni coinvolte e moltissimo da fare, ma la situazione è patetica, e tutto si sarebbe potuto gestire molto meglio». Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, critica duramente la gestione degli aiuti dopo il terremoto di Haiti. E, durante la trasmissione "In mezz'ora" su Raitre, spiega che «il mondo poteva dare prova di poter gestire al meglio una situazione come questa, ma finora non ha funzionato». Riguardo alla massiccia presenza di forze militari Usa, Bertolaso ha aggiunto: «Era inevitabile e indispensabile una forte presenza dell’esercito americano, anche se i 15mila uomini non sono utilizzati in modo migliore. Le navi ospedale, le portaerei, non hanno rapporti stretti con il territorio, con le organizzazioni umanitarie che sono presenti sul posto. Ognuno fa la sua parte, ma in modo svincolato».

TECNICA D'INTERVENTO - «Gli americani - ha aggiunto - tendono a confondere l’intervento militare con quello di emergenza. Manca una capacità di coordinamento, utile per non disperdere gli aiuti che sono stati inviati. È stato fatto uno sforzo impressionante, encomiabile, ma non c’è una leadership. Serve un uomo, serve un Obama che gestisca le emergenze». Ed anche «Clinton che scarica le cassette della frutta» non è servito. «Sarebbe stata la svolta se lui avesse gestito l’emergenza in prima persona, invece se n’è andato». La «tecnica d’intervento» ad Haiti applicata dagli Usa, secondo Bertolaso, è quella già usata in passato a Goma, Ruanda e Cambogia. «Si viene qui, si dà un po’ da mangiare, bere e il problema per loro è risolto, ma è una contraddizione se non si pongono le basi per la vita futura».

BELLA FIGURA - «Troppo spesso - rileva Bertolaso - una volta arrivati sul luogo di un disastro, si pensa subito a mettere un grande manifesto con lo stemma della propria organizzazione, a fare bella figura davanti alle telecamere, piuttosto che mettersi a lavorare per portare soccorso a chi ha bisogno».

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