sabato, gennaio 23, 2010

Non dite cattiva alla Lega




Magari non accadrà nulla, siamo in Italia, ma che il ministro zaia parli come quei vecchi un po' fuori di testa "signora mia, i giudici pensino alle cose serie", dimostra la pochezza della classe politica italiana. Il giochino leghista (di questa dirigenza, perché dalla Lega se n'è andata tantissima gente seria) è quello di dire porcate da codice penale in provincia e parlare tranquillamente sulle tv nazionali. Ogni tanto però qualcuno va a vedere le carte e questo squallido giochino si dimostra un misero bluff. Questo è uno dei casi. Mi chiedo dove potrebbe mettersi Bossi i 300.000 fucili pronti nelle valli.

Fonte Repubblica

Le "Camicie verdi" un'associazione militare 36 rinvii a giudizio, c'è anche un deputato

VENEZIA - Trentasei militanti della Lega Nord, tra i quali il sindaco di Treviso Giampaolo Gobbo e il parlamentare Matteo Bragantini, sono stati rinviati a giudizio dal Gup di Verona. Il processo si aprirà il primo ottobre prossimo. Il giudice ha accolto la tesi della procura, che accusa le 'Camicie verdi' di essere un'associazione a carattere militare: il reato contestato è quello di costituzione di banda armata.

Il procedimento aveva subito due lunghi momenti di pausa, per attendere il pronunciamento dapprima di Strasburgo e poi della Corte Costituzionale, sulla posizione degli indagati che all'epoca ricoprivano la carica di eurodeputati o di parlamentari.

L'indagine aveva coinvolto anche i vertici del Carroccio, tra i quali il leader Umberto Bossi, Roberto Maroni e Roberto Calderoli - poi usciti definitivamente dall'inchiesta nel dicembre scorso - e fa riferimento al periodo tra il 1996 e il 1997. L'inchiesta - come riportano alcuni quotidiani locali - era stata avviata dall'allora procuratore Guido Papalia.

Secondo l'accusa - che nel corso delle udienze ha prodotto una lunga serie di intercettazioni telefoniche - la Guardia Nazionale Padana sarebbe stata allestita con l'obiettivo anche di organizzare attraverso un'organizzazione armata la resistenza e pianificare l'eventuale secessione. I 36 imputati, in gran parte lombardi e veneti, ma anche piemontesi, friulani, liguri ed emiliani, dovranno comparire in aula davanti al collegio presieduto da Marzio Bruno Guidorizzi.

Estremamente critico nei confronti dei magistrati il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia: "La giustizia dovrebbe occuparsi di ben altro che di fatti accaduti in epoche ormai lontanissime. In realtà, al di là del paradosso di una complessa macchina giudiziaria impegnata per decenni in materie nebulose, va registrata ancora una volta la distanza tra quanto accade e quanto si attendono i cittadini".

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