martedì, gennaio 19, 2010

Ritorno al malaffare


Che la politica costi è un fatto. Che un losco figuro con appena il 12% di preferenze (al massimo del suo fulgore) che è riuscito a governare l'Italia rubando anche per sé, venga riabilitato, dimostra che l'Italia è un Paese disonesto a mascalzone.

Fonte: corriere


Schifani: «Craxi vittima sacrificale»

Il presidente del Senato: «Le colpe erano di un intero sistema politico, lui pagò più di chiunque»



ROMA - Bettino Craxi fu la «vittima sacrificale» offerta per risolvere una crisi «morale e istituzionale» che riguardò «l'intero sistema politico». Il presidente del Senato, Renato Schifani, lo dice durante un convegno organizzato alla biblioteca di Palazzo Madama in occasione del decimo anniversario della morte del leader socialista.«A ciascuno di noi - dice Schifani - il compito di riflettere su Craxi e su una stagione drammatica che non ha consentito di valutare con serena obiettività comportamenti diffusi, non solo nelle responsabilità personali». Secondo il presidente del Senato «per Craxi non ci furono sconti. Ha pagato più di ogni altro colpe che erano di un intero sistema politico».


LA CELEBRAZIONE - Schifani ricorda che «Craxi per la sua cultura non concepiva la politica al di fuori dei partiti e, pur avendo più di ogni altro compreso le fragilità e la necessità di una riforma del sistema, ad esso rimase fino all’ultimo fedele». Il presidente del Senato cita «quel famoso intervento» pronunciato da Craxi il 2 luglio 1992 alla Camera: «Un forte richiamo alla responsabilità collettiva di tutti gli attori del sistema politico di allora di fronte alla crisi morale, istituzionale ed economica che toccava in quei giorni il suo momento più alto».

«Una crisi - sottolinea Schifani - legata anche a fenomeni diffusi di corruzione della vita pubblica e che, come si vide negli anni seguenti, chiuse l'esperienza della "Repubblica dei partiti", segnandone la fine. Una crisi che vide offerta, da un ceto politico intimorito ed esausto, come "vittima sacrificale", la figura dello statista che qui oggi ricordiamo. E da qui l'aggressione (non solo morale), il processo, la condanna, la forte determinazione a trascorrere gli ultimi anni di vita all'estero e la morte che lo colse in terra straniera». Schifani conclude: «Ritengo che gli anni trascorsi ci consentano di esprimere oggi quel giudizio storico più sereno e obiettivo che quei momenti drammatici ormai lontani non consentirono di dare».

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