venerdì, gennaio 23, 2009

Incubi



Quell'incubo chiamato Tonino
da l'espreonline

di Marco Travaglio

A casa Berlusconi sono terrorizzati da Di Pietro. È bastato che toccasse il 15 per cento in Abruzzo perché “Il Giornale” scatenasse una campagna forsennata per gabellarlo come l'epicentro dell'inchiesta “Global Service” a Napoli A casa Berlusconi devono essere terrorizzati da Di Pietro. È bastato che toccasse il 15 per cento in Abruzzo e collezionasse un milione di firme contro la legge Alfano, perché ?Il Giornale? di famiglia diretto da Mario Giordano scatenasse una campagna forsennata per gabellarlo come l'epicentro dell'inchiesta ?Global Service? a Napoli. Peccato che, a parte un paio di sciagurate raccomandazioni tentate dal figlio Cristiano, l'ex pm sia del tutto estraneo all'indagine, che coinvolge invece gente del Pd e del Pdl. Dal 19 dicembre all'11 gennaio ?Il Giornale? gli ha dedicato titoloni in 17 prime pagine su 21, mentre in Italia e nel mondo accadeva di tutto. Fior da fiore, fra i titoli più succulenti: ? Tutti gli intrallazzi del clan Di Pietro?; ?Gasparri: Di Pietro coniglio?; ?Rivolta dei fan di Di Pietro?; ?Di Pietro jr. si dimette, ora tocca a Tonino?; ?Bondi: non vorrei mai mio figlio in politica?; ?Di Pietro, il giallo dei rimborsi elettorali?; ?Di Pietro nei guai vuol depistare e sforna referendum?; ?La verità sulle case di Di Pietro?.

Come se i presunti ?intrallazzi? su rimborsi e immobili non fossero già stati archiviati dal Gip di Roma il 14 marzo 2008. ?Il Giornale? anzi scrive il contrario: «La Procura decise di rinviare a giudizio anche la tesoriera di Idv, Silvana Mura», più Di Pietro. Invece la Procura chiese di archiviarlo, mentre la Mura non fu nemmeno indagata. In fatto di case, poi, gli editori di nome e di fatto dovrebbero suggerire al ?Giornale? un pizzico di prudenza. Paolo Berlusconi confessò proprio a Di Pietro le stecche pagate alla Cariplo per rifilarle tre immobili Edilnord invenduti (alla fine fu ritenuto concusso). E sulle magioni di Silvio c'è materia per una Treccani. La villa di Arcore soffiata a prezzi stracciati a un'orfana minorenne, per giunta assistita da Previti. Il falso in bilancio amnistiato per i terreni di Macherio. Gli abusi edilizi a Villa Certosa, sanati dal condono varato dal padrone di casa. Eppoi questa campagna ne ricorda un'altra, sferrata nel 1995-97 sempre dal ?Giornale?, allora diretto da un maggiorenne, Vittorio Feltri. Di Pietro minacciava di entrare in politica con un partito tutto suo, dopo aver respinto le offerte di destra e sinistra.

Il 23 dicembre '95 l'house organ sparò in prima pagina un'intervista al faccendiere craxiano latitante Maurizio Raggio: ? Dal Messico gravi accuse a Di Pietro. Raggio: Pacini Battaglia diede una valigetta con 5 miliardi a Lucibello per Di Pietro?. E così per due anni: corrotto, concussore, venduto. Nel '97, subissato di cause perse in partenza, Paolo risarcì l'ex pm con 400 milioni di lire. Feltri si scusò in prima pagina: ?Caro Tonino, ti stimavo e non ho cambiato idea?. In seconda e terza pagina un lungo autodafè (?Dissolto il grande mistero: non c'è il tesoro di Di Pietro?) informava i lettori che «Di Pietro è immacolato», la campagna del ?Giornale? era una «bufala», una «ciofeca». E la nota ? provvista? miliardaria? Mai esistita. Ma ormai l'immagine del simbolo di Mani Pulite era devastata. Infatti ora si replica.

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