martedì, marzo 03, 2009

La grande Consob





Come si può dire che l'Italia non è un paese mafioso? Se neppure questi emeriti incapaci della Consob (e dico incapaci per non incorrere nelle ire della magistratura) sentono l'esigenza di costituirsi parte civile per quella che rappresenta una truffa ai danni degli azionisti? Qui non si parla solo di calcio, ma anche di soldi, tantissimi soldi. E cosi vogliono uscire dalla crisi? Ma per favore!

Fonte la Stampa.it
Lotito condanndato per aggiotaggio. Due anni al presidente della Lazio

ROMA - Due anni al presidente della Lazio Calcio Claudio lotito, 1 anno e 8 mesi all’imprenditore roberto Mezzaroma per aggiotaggio e ostacolo alla Consob. Sono le condanne decise dal Tribunale di Milano in relazione a un’operazione sui titoli della società calcistica Lazio del 2005. Per Lotito 65 mila euro di multa, 55 mila per Mezzaroma. Le pene sono più severe rispetto a quelle sollecitate dal pm Laura Pedìo il 18 novembre scorso. L’accusa aveva chiesto 20 mesi per il numero biancazzurro e 16 mesi per il coimputato. Prima della sentenza la difesa aveva insistito ancora con l’eccezione di competenza territoriale a vantaggio dell’autorità giudiziaria romana.

Si tratta del primo processo della storia giudiziaria italiana in cui con la contestazione del reato di ostacolo alla Consob, l’organo di vigilanza sulla Borsa non si costituisce parte civile. E la procura di Milano in sede di requisitoria aveva rilevato la mancata costituzione parte civile della Consob definendo «contraddittorio» il comportamento dell’organo di vigilanza «che aveva prospettato l’esistenza di un patto parasociale, ma poi non era andato fino in fondo». «I patti parasociali hanno delle conseguenze penali» aggiungeva il pm ricordando: «La magistratura è indipendente anche dagli organi di vigilanza». Pedìo aggiungeva:«Lo faccio a tutela del mercato e della trasparenza e anche dei piccoli azionisti il cui esposto ha reso possibile la celebrazione di questo processo. Le regole vanno rispettate da tutti, a cominciare dagli imprenditori che si presentano come salvifici».

Secondo l’accusa, Claudio Lotito avrebbe acquisito il pacchetto di azioni della Lazio attraverso l’interposizione fittizia di Roberto Mezzaroma, imprenditore e zio di sua moglie. Lotito avrebbe dovuto lanciare un’offerta pubblico di acquisto ma non lo fece perchè, sempre secondo il pm, avrebbe pagato le azioni il 93 per cento in più, cioè 0,71 centesimi di euro invece di 0,39. «In questa storia non ci sono santi, nè eroi ma imprenditori mossi esclusivamente da interessi economici» è la tesi del pm che ricordava che Capitalia aveva in quel momento assoluto bisogno di sbarazzarsi dei titoli della Lazio Calcio. La Lazio aveva gravitato nell’area della Cirio attraverso le società di Sergio Cragnotti e la rappresentante dell’accusa ha ricordato che il presidente della Banca di Roma all’epoca dei fatti Cesare Geronzi risulta indagato per il crac Cirio.

Nessun commento: