martedì, marzo 03, 2009

Ma una pernacchia no?



Riassunto: Insomma questa tizia si mette con Frattini. Costui la molla e alla tizia, che pensava di aver fatto tombola, la cosa non va giù. Da allora appare dappertutto, concede interviste, parla della sua delusione. Io vorrei dire altro, ma poi arriva la querela, ergo mi contengo. Permettetemi però di dire una cosa: ma chi se ne frega?

Fonte: corriere.it
Lady Farnesina, la ex signora Frattini: «Franco mi ha molto delusa». Chantal Sciuto: «Non ho avuto alcuna spiegazione sulla fine della nostra storia ma la storia dell'sms è falsa»

Chantal Sciuto – medico dermatologo, direttrice del Villa Borghese Institute a Roma – l’ultima volta che ha incontrato Vanity Fair era vestita da amazzone e aveva accettato, dimostrando una certa autoironia, di posare con un frustino. Aveva appena fatto sapere, a mezzo comunicato stampa: «Sono la fidanzata del ministro degli Esteri Franco Frattini». Un personaggio non famoso che usava i media per annunciare, a sorpresa, la sua relazione con un politico di alto profilo: una mossa che, in Italia, non aveva precedenti. Sono passati nove mesi e molte cose sono cambiate. «La nostra storia d’amore è finita», racconta. «È stato bello, intenso, ma non ha funzionato».


LASCIATA - Il ministro Frattini l’ha lasciata. Dopo averle regalato un anello di fidanzamento, dopo averle presentato la sua famiglia e aver conosciuto i signori Sciuto, ha detto basta. Ma non lo ha fatto con un sms come vuole la leggenda che qualcuno ha messo in circolazione: «L’ultima bugia di tante che ho dovute sopportare», commenta Chantal. Che, malgrado la batosta, non intende certo andarsi a nascondere. E che ha scelto di mettere la parola fine alla storia così come ne aveva raccontato l’inizio: con un’intervista a Vanity Fair in edicola dal 4 marzo. Ora le diranno che il silenzio sarebbe stato più chic. «Forse per una donna dell’Ottocento, costretta a subire tacendo le sue emozioni. Ma i tempi sono cambiati. Non mi sono mai pentita di aver scelto fin dall’inizio la strada della chiarezza, con quel comunicato che neutralizzava i pettegolezzi. Allo stesso modo, oggi, preferisco parlare. Per tutelare la mia dignità di professionista e di donna». Essere stata la compagna di un ministro, anche se solo per qualche mese, l’avrà favorita. «Per nulla. Anzi, ha rallentato lo sviluppo di alcuni progetti. Per esempio: un volume da me curato doveva far parte di un’enciclopedia del benessere allegata all’Espresso; ebbene, la pubblicazione è stata posticipata per motivi di opportunità. Gli stessi che hanno causato la riduzione delle mie presenze in Tv. Da anni ho una collaborazione con Raiuno, ma in questo periodo mi sono limitata per scongiurare il rischio di sovraesposizione».

NON MI VERGOGNO A DIRE CHE SOFFRO - Nella prima intervista, aveva raccontato di aver condiviso con Frattini queste scelte di comunicazione. «È sempre stato così. A partire da quel comunicato. Chi mi dipinge come un’arrampicatrice è in malafede. Abbiamo fatto, insieme, scelte ragionate, sempre nel rispetto del suo ruolo istituzionale. Però il prezzo più pesante l’ho pagato io». Tra le critiche che le sono piovute addosso, molte venivano dalle donne. «Ti aspetteresti un po’ di solidarietà. O, almeno, il silenzio. Forse non sono riuscita a presentarmi per quello che sono: una che si è guadagnata il rispetto dei colleghi; una che, come tante, si è battuta e sacrificata per una passione professionale». È ancora innamorata? «Se dopo un mese non lo fossi più, vorrebbe dire che nulla di quel che c’è stato era vero». Crede nella possibilità di un ritorno di fiamma? «È imbarazzante risponderle. Credevo in questa storia, e ora mi sembra di vivere un brutto sogno. Non mi vergogno a dire che soffro. E se il dolore fortifica, allora sono diventata d’acciaio. Ma devo andare avanti, e lo sto facendo». Che spiegazione si è data del perché è finita la storia? «Ecco, questo è il dolore più grande. Io non ho una spiegazione. E nemmeno una vaga idea. Tutto è accaduto in modo fulmineo, sono rimasta basita. In questo, Franco mi ha molto delusa». Un bisticcio, un’avvisaglia di sopraggiunta noia, un tradimento? «Nulla di tutto questo. Se un uomo ti espone al giudizio pubblico, credo che almeno ti debba una spiegazione. Io non l’ho ricevuta. E non si fa così. Non c’è vittimismo nel mio ragionamento, solo l’idea che il rispetto, tra persone perbene, è il primo valore». Non c’è niente di vero nella storia dell’sms? «Nulla. Con Franco ci eravamo già lasciati quando quell’assurdità è uscita sui giornali. Al dispiacere si è aggiunta l’offesa di una cosa tanto bassa».

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