Fonte Corriere
Ddl processo breve, ira della Finocchiaro. E Baldassarre: «Legge imbarazzante»
L'ex presidente della Consulta: «E' incostituzionale» L'opposizione insorge contro le norme volute dal Pdl
MILANO - Non piace all'opposizione il disegno di legge sul processo breve presentato dalla maggioranza al Senato. Ma non piace neppure ad Antonio Baldassarre, ex presidente della Corte costituzionale ed ex presidente Rai in quota centrodestra, secondo cui il provvedimento sarebbe «incostituzionale» e «imbarazzante». Baldassarre, dicendosi «desolato innanzitutto come cittadino», spiega che il provvedimento viola il principio di uguaglianza soprattutto perchè si applica a «reati gravissimi, come quelli di corruzione e concussione» mentre tra quelli esclusi ce ne sono alcuni «lievi». «Non è una cosa seria,visto che stiamo parlando di leggi e non di regali».
I DUBBI DELL'ANM - Dubbi analoghi sono stati avanzati dal presidente e dal segretario dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara e Giuseppe Cascini: «Gli unici processi che potranno essere portati a termine saranno quelli nei confronti dei recidivi e quelli relativi ai fatti indicati in un elenco di eccezioni (articolo 2, comma 5 del disegno di legge) che pone forti dubbi di costituzionalità». «È impensabile - hanno sottolineato i due - che il processo per una truffa di milioni di euro nei confronti dell'imputato incensurato si estingua, mentre debba proseguire il processo per una truffa da pochi euro, commessa da una persona già condannata, magari anni prima, per altro reato» (ASCOLTA l'intervista a Luca Palamara).
L'IRA DELLA FINOCCHIARO - Il testo prevede che la prescrizione scatti dopo due anni dalla richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero per i processi in corso in primo grado e per reati «inferiori nel massimo ai dieci anni di reclusione». Contenuti che hanno fatto andare su tutte le furie Anna Finocchiaro. Dopo le interviste di rito con i giornalisti, la capogruppo dei senatori Pd ha letteralmente lanciato il testo del disegno di legge contro lo stipite della porta della sala Maccari dove un attimo prima aveva espresso le prime «perplessità» sul provvedimento. «Il ddl - ha tuonato - non si applicherà per il furto aggravato. Così per il rom che ruba il processo rimarrà, mentre processi come Eternit, Thyssen, Cirio e Parmalat andranno al macero». «Si tratta - aveva detto davanti alle telecamere prima del gesto di stizza - di una sorta di salviamo tutti per salvare uno».
«RISCHIO DI NON COSTITUZIONALITÀ» - Per il leader del Pd, Pierluigi Bersani, la legge sul processo breve «rischia» di essere incostituzionale. «Il mio slogan - ha spiegato il segretario democratico - è "processo breve, purché ci sia". Norme per snellire i processi sono auspicabili, ma se si vuole usare delle norme titolate "processi brevi" per non fare i processi o per non fare qualche processo, allora essa diventa non accettabile per l'opinione pubblica. La maggioranza se ne convinca». L'avvertimento di Bersani è chiaro: se la maggioranza tenterà una forzatura in Parlamento sarà inevitabile uno «scontro». E anche la Presidente dell'Assemblea nazionale dei democratici, Rosy Bindi, fa sentire la sua voce. «Non siamo disponibili né ad una riforma tagliata sulle esigenze processuali di Berlusconi né ad una revisione dell'immunità parlamentare che trasformi le garanzie, peraltro già esistenti, in una sorta di impunità parlamentare». Chiediamo, ha aggiunto la Bindi, «chiarezza e verità» su quanto accade nelle carceri italiane, alla luce della morte di Stefano Cucchi e Giuseppe Saladino.
«PRONTI AL REFERENDUM» - Assai critico nei confronti del ddl è il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. «Il disegno di legge dice che dopo due anni il processo non si deve fare più e per questa ragione migliaia di processi dei maggiori scandali italiani andranno tutti dichiarati estinti - ha spiegato l'ex pm -. È la più grossa amnistia mascherata della storia e ancora una volta l'Italia dei valori, dal 5 dicembre si impegnerà a raccogliere le firme per un nuovo referendum perché anche questa volta questa legge è incostituzionale, immorale e contro gli interessi del Paese». A Di Pietro fa eco il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero: «Se passerà il ddl sul processo breve Rifondazione avvierà la raccolta di firme per il referendum abrogativo».
«IL TEMA ESISTE E VA RISOLTO» - La maggioranza si difende: «È evidente che ci saranno polemiche sui beneficiari di questa norma o meno, ma il tema esiste e va risolto» ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani. «Questa iniziativa - ha aggiunto - tende ad attuare il principio della ragionevole durata dei processi, sostenuto sia nella Convenzione europea dei diritti dell'Uomo e sia dalla nostra Carta costituzionale». Per Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, «o la politica, nel suo complesso, si riappropria della propria responsabilità di guidare il Paese verso traguardi di sviluppo economico e civile, oppure il rischio che si profila è quello di una grave alterazione degli equilibri democratici e di una sostanziale ingovernabilità». «Legge ad personam? No, è una legge che riguarda tutti» è la rassicurazione di Gaetano Pecorella, deputato Pdl nonché avvocato del premier.
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