sabato, luglio 22, 2006

In morte di un sac-à-merde



E' morto di vecchiaia l'uomo del terrore cambogiano, leader dei Khmer Rossi, secondo per crudeltà e violenza solo a Pol Pot di cui era il successore. L'ex comandante militare Ta Mok, 82 anni, detto "il macellaio" e imputato nel processo per il genocidio compiuto sotto il regime comunista dei Khmer di Pol Pot, si è spento stamani in ospedale nella capitale Phnom Penh.

Ta Mok, che aveva una sola gamba, era stato portato in ospedale con problemi respiratori e di ipertensione a fine giugno ed è entrato in coma una settimana fa.
"Ta Mok - ha spiegato il medico - è deceduto questa mattina. Era un uomo anziano ed è morto per cause naturali, essendo debole di salute e affetto da problemi respiratori".

"Il macellaio" era il più importante fra gli imputati nel processo - le cui udienze si apriranno nel 2007 - ai (pochi) leader sopravvissuti del regime maoista instaurato dai Khmer Rossi dell'allora leader Pol Pot (morto nel 1998), che ha seminato il terrore in Cambogia per quattro anni dal 1975 prima di essere rovesciato dalle truppe del vicino Vietnam nel 1979. Si calcola che nel genocidio perpetrato contro il suo stesso popolo il regime di Pol Pot abbia ucciso da 1,7 a due milioni di persone.

Fra gli altri imputati, l'unico in carcere resta ora il gerarca soprannominato 'Douch'. Altri, fra cui Ieng Sary e Kieu Samphan, sono a piede libero. Il tribunale misto che svolgerà il processo è patrocinato dall'Onu e voluto dal governo cambogiano ed è stato creato nel 2003 dopo quattro anni di laboriosi negoziati.

Peccato sia morto nel suo letto.

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