da Repubblica.it
Dc, segretario contro presidente - "Fiori vuole spaccare il partito" -
ROMA - Sigla impegnativa, scarso seguito, gran voglia di litigare. Il presidente della nuova Democrazia cristiana Publio Fiori (ex An) è stato deferito al collegio dei probiviri perché ha convocato il Consiglio nazionale senza attendere la richiesta generale degli iscritti. Il segretario del partito Gianfranco Rotondi lo rimprovera di voler "sfasciare la Dc" coltivando un'eccessiva vicinanza a Casini e all'Udc. Da parte sua, Fiori accusa il segretario di essere legato a filo doppio con Berlusconi. Il consiglio nazionale del partito si riunirà la settimana prossima, ma l'esito della riunione sembra scontato: Rotondi può contare su 250 consiglieri nazionali e segretari provinciali, mentre Fiori su appena di 50 fedelissimi.
Gianfranco Rotondi non ha peli sulla lingua: "A Fiori e ai suoi mandanti sempre più chiari non riuscirà il maldestro tentativo di sfasciare un partito custode dell'identità democristiana ma, al tempo stesso, leale con Silvio Berlusconi. Purtroppo per Fiori, la nostra battaglia andrà avanti anche senza di lui".
Franco De Luca, responsabile nazionale degli Enti locali della Dc gli dà man forte: "Fiori prima di convocare la riunione ha passeggiato per un'ora in Transatlantico con Casini e Cesa. Si è trattato di un tentativo ingenuo e sprovveduto da parte di Casini di spaccare la Dc. I vecchi democristiani hanno nel sangue la tendenza a pugnalare l'amico in difficoltà e ad abbracciare il vincitore; ma non a caso noi siamo la nuova Dc".
Fiori replica: 'Non spetta a Rotondi decidere chi e' il presidente della Dc, ma al Consiglio nazionale che lo elegge ai sensi dell' art.79 dello statuto". "Se, come dice Rotondi - prosegue Fiori - i senatori, i deputati, i consiglieri nazionali, i segretari regionali e provinciali sono sulla sua linea politica, non capisco perché abbia paura di confrontarsi partecipando al prossimo Consiglio nazionale del 9 settembre. A questo punto anche per me il caso è chiuso".
- Mac Leod, ultimo membro iscritto (nel senso che pagava la quota) della Democrazia Cristiana. Ha deciso di abbandonare Gianfranco Rotondi al suo destino -
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