venerdì, luglio 21, 2006

Piccoli schiavi

Per questo motivo non dò mai soldi ai ragazzini quando sono in Italia. Ovviamente, quando ti permetti di criticare questa gentaglia e cadi vittima della tua ira, i "pelosi" sono subito pronti a tacciarti di razzismo.

Bambini ridotti in schiavitù - Nove arresti tra Roma e Milano - Ognuno rendeva 200 euro al giorno: "Frustati, dormivano a terra"
Coinvolto nel traffico anche un avvocato civilista romano

L'arresto di uno dei trafficanti nel campo nomadi di via Tor Cervara
ROMA - Trafficavano in bambini: li compravano in Romania a mille euro e una volta raggiunta clandestinamente l'Italia, li costringevano a mendicare o a rubare. Al vertice dell'organizzazione dei baby mendicanti a Roma e Milano c'erano nove romeni, tutti arrestati. La direzione distrettuale antimafia della capitale li accusa di traffico di minori ridotti in schiavitù. Sei ordinanze sono state eseguite, otto uomini e una donna; per altre tre persone, che si trovano in Romania, sono state avviate le pratiche per l'estradizione. E' indagato anche un avvocato civilista di Roma e sono stati aperti fascicoli giudiziari per altre venti persone.

I bambini venivano frustati, costretti a dormire per terra, spesso erano legati. Molti di loro portano sulla pelle le tracce di bruciature di sigarette. Dovevano rendere non meno di 200 euro al giorno. C'è una conversazione telefonica tra una delle piccole vittime e un suo aguzzino che la polizia ha registrato nel febbraio scorso. "Posso tornare?", domanda il bambino. "Quanto hai fatto?". "200 euro". "No, devi rimanere".

La banda sfruttava non meno di un centinaio di bambini, un'industria ben rodata che riusciva a produrre utili cospicui. La magistratura ha calcolato che il provento per gli organizzatori del traffico di baby mendicanti era di centinaia di migliaia di euro.

Solo nel comune di Roma, secondo dati recenti dell'Eurispes, i piccoli sfruttati sarebbero 2500. Ridotti in schiavitù anche dai loro stessi genitori, interessati più ai 200 euro che possono fruttare, piuttosto che alla loro salute. Bambini costretti a stare sotto la pioggia o il sole cocente anche dodici ore al giorno

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