sabato, gennaio 26, 2008

Le fonti inesistenti



Questo, secondo me, è un brutto pezzo di giornalismo. Se un giornale pubblica la storia di un video su youtube, dovrebbe dire almeno con quali parole si può trovare il video sulla rete, altrimenti un sacco di gente si metterà a cercarlo cliccando parole come "fratellini, pedofilia, papà, ecc". Questo potrebbe mettere nei guai moltissime persone che, a torto o a ragione, quel video vorrebbe vederlo. Certamente già gira sui programmi peer to peer. Hai voglia a dire che no, non bisognerebbe guardare queste cose. Se un mezzo di comunicazione ne riporta l'esistenza è ovvio che la gente lo cercherà. Poi andatelo a spiegare alla Polizia Postale in caso di controllo perché avete cercato questi temi e/o accostamenti di parole. Non è un comportamento serio. L'articolo sembra scritto da qualcuno che ignora l'esistenza di internet. Eccolo:

da Repubblica.it
Su You tube il video choc dei quattro fratellini contesi


"Kramer contro Kramer" finisce su YouTube. Una separazione senza esclusioni di colpi, nei quartieri alti della capitale, a discapito di tre sorelline e un fratellino che si riprendono e denunciano di aver subito violenze sessuali. Il video finisce su Internet. La più grande ha 12 anni e il più piccolo 6. I quattro bambini davanti a una telecamera leggono alcuni fogli e raccontano di aver subito abusi da parte della madre e del suo fidanzato, poi accusano alcuni magistrati di non averli aiutati. In poche ore sul web è record di accessi.

Anche la procura acquisisce il filmato: le affermazioni dei quattro bambini non sembrano spontanee e a filmare potrebbe essere il padre con il quale vivono temporaneamente e che cerca rivalsa sulla ex compagna, madre dei bimbi, e una vendetta nei confronti dei magistrati che l'hanno già incriminato per maltrattamenti psicologici. Anche la madre è sotto processo per lo stesso reato. Ieri la donna ha presentato una denuncia: "Sono andata alla polizia postale per fare togliere il video. I miei bambini sono plagiati dal padre".

Il filmato è un pugno nello stomaco. I quatto fratellini, seduti nella loro cameretta, a casa, nel cuore di Roma, si tengono per mano. Subito dopo aver detto il proprio nome, la più grande annuncia "Questo è un caso di pedofilia..." e va avanti fino a presentare la sorella più piccola, che tiene in mano una decina di fogli: "Vi vogliamo mostrare i disegni di quando ero con mamma e il suo compagno mentre mi leccavano e questo non era piacevole". Dopo aver passato tutti i fogli davanti alla telecamera spiega il contenuto dei disegni: "Questa è mamma e il suo compagno (fa i nomi e i cognomi di entrambi, ndr) mentre fanno le cose schifose. Loro si filmano per poi vedersi sul computer".

La piccola ringrazia e torna a sedersi. Viene chiamato a parlare il maschietto, 9 anni: "Ci chiudevano sempre a chiave e noi piangevamo molto, c'era un uomo che filmava le cose schifose tra mamma e il suo compagno. Fanno delle cose molto brutte con delle maschere e a me fanno molto male. Questa storia va avanti da quando io andavo all'asilo.. Io sono stanco... Grazie". Così finisce la prima parte del video. Il secondo filmato è tutto contro i magistrati della procura e del tribunale dei minori di Roma "colpevoli" di aver "chiuso le orecchie e gli occhi". "Ci hanno ridotto come bambole.
L'unica cosa che vogliamo è rimanere qui (a casa del padre, ndr). Questa non è una denuncia ma un appello: abbiamo bisogno di aiuto".

Sugli abusi sessuali di cui parlano i quattro fratellini è già stata fatta chiarezza. Dopo quasi due anni di indagini la procura ha accertato che non erano veri. Gli stessi bambini avevano ammesso di averli inventati. Ma i magistrati avevano anche capito che dietro quelle bugie c'era una situazione familiare disastrosa. Uno dei minori aveva anche minacciato di buttarsi dalla finestra per le violenti liti tra i genitori. E in procura spiegano: "Sugli ex conviventi esistono tre procedimenti e un rinvio a giudizio per maltrattamenti psicologici nei confronti di minori. Il caso è da tempo all'attenzione del tribunale dei minori che il 28 febbraio deciderà sull'affidamento dei bambini chiesto dalla madre".

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