domenica, maggio 10, 2009

Intervista a un povero vecchio




... che fu grande regista...

Salvatore Dama per Libero

«La prima volta che l'ho vista, mi sono incazzato. Poi un po' mi è passata. Adesso ne ho anche fatto incidere una copia». E così il nastro di Anno Zero, la puntata dell'altra sera su Veronica Lario, riposa nella videoteca di Franco Zeffirelli, accanto alle pellicole dei suoi capolavori. «La tengo per le serate no», confessa il più conosciuto e premiato regista italiano, «così la guardo e rido».


Ride per non piangere, Zeffirelli. Siede in poltrona, nel patio dal gusto liberty della sua villa sull'Appia antica. Beve acqua gelata e si tormenta le tempie stringendole tra le mani con un ritmo costante: «Chiamare la Guerritore come vestale di virtù? Sono scemi?», si indigna. Per le mani ha i bozzetti del Centro internazionale delle arti e dello spettacolo di Firenze. Dove il regista metterà a disposizione il suo archivio artistico. Molla tutto, però, quando si tratta di parlare del divorzio dell'anno. Conosce tutti i personaggi del dramma di Arcore. Parlarne lo intriga.

L'attrice Guerritore ha dato voce alle parole della signora Lario. Che male c'è?
«Ma lei è famosa per averne fatte di cotte e di crude. Non ha mai avuto problemi a esibire quelle chiappe che aveva (devo dire molto carine)».

Nessun titolo per dare giudizi morali?
«Ha avuto la spudoratezza di venire lì, con la sua faccia da attrice drammatica di un dramma scandinavo e ha declamato il testamento spirituale della signora Berlusconi. Adoprando parole che mi sono girate dentro. C'è Hedda Gabler di mezzo (dramma dello scrittore Henrik Ibsen, ndr) che lei ha conosciuto bene quando lavorava con Strehler».

Cos'è che non andava?
«Che intorno a questa donna pettinata, triste, dolorosa e alle sue parole grondanti amarezza, c'erano gli ingrandimenti delle bistecche della signora Berlusconi».

Bistecche?
«Le labbra carnose di Veronica. Su, andiamo: intorno alla presentazione del dolore della povera donna tradita ci voleva un'atmosfera più grave».

Errore di Santoro?
«Io ho vissuto con il meglio che il secolo scorso ha dato. Non posso trovarmi mischiato in un mondo di gente come questa. La televisione non è solo una vetrina. È una cattedra. E vi ritroviamo questa vecchia signora, un dì bella, della Guerritore. Poi c'è quel Travaglio...»

Marco Travaglio.
«Durante la Rivoluzione francese sarebbe stato il primo personaggio a essere ghigliottinato. Ha anche quello stile, la gestualità delle mani, parla forbito: è il cattivo del Settecento».

Veronica Lario ha le sue ragioni.
«La signora Berlusconi ha fatto una polemica di bassa lega. Mi aspettavo altro da lei».

Tipo?
«Cappello con cappuccio e via: all'Aquila col marito. Come una vera prima lady».

S'è sentita umiliata.
«Ma lasciamo perdere tutto questo troiaio. Chi se ne frega se Silvio c'ha provato con una ragazza. Tutti abbiamo debolezze. Non per questo si deve sfasciare una famiglia».

Anche se la ragazza è minorenne?
«Chiariamo: se io fossi il genitore di Noemi non avrei mai permesso che mandasse in giro la propria immagine a 15 anni. Così bellina e suscitatrice di desideri negli adulti, buttata sul mercato...».


Però?
«Gli italiani hanno altri problemi. Il momento è delicato e Berlusconi sta facendo cose positive. E avrei voluto vedere Veronica affianco a suo marito. Non contro».

Amarcord: la prima volta con Berlusconi?
«Primi anni Ottanta. Conobbi questo ometto molto simpatico che, da giovane imprenditore televisivo, voleva affacciarsi anche nel mondo della cultura».

Che fece?
«Comprò il teatro di via Manzoni e lo inaugurò con un grande spettacolo, la Maria Stuarda di Schiller. Ne ero il regista. Accanto c'era la compagnia di Enrico Maria Salerno con una commedia bella e forte, "Le cocu magnifique" di Crommelynck, dove c'era una donna».

Veronica Lario.
«Impressionante. Giovane, bella, forte, precisa, crudele. Una attrice di calibro. Una donna sensazionale. Con un seno così. Salerno aveva perso la testa per lei».

E Franco Zeffirelli?
«Quel tipo di donna non mi stuzzica. In effetti, neanche le altre. Magari preferisco un giovanotto: fatti miei».

Silvio, invece?
«Bellino e piccolino, gli piacevano tutte. A Veronica disse: ti voglio, ti voglio, ti prendo».

Quando iniziano i problemi?
«Quando ad Arcore entra in scena un chirurgo plastico. In pochi anni ha sterminato questa famiglia. Anche Silvio».

Spieghi meglio.
«Se vediamo il nostro primo ministro conciato male con quella parrucca tinta (o quello che è) lo dobbiamo a quel chirurgo. Ma Berlusconi lo perdono: il governo sta facendo delle cose straordinarie».

Ma trascura la famiglia.
«Veronica odia suo marito. Altrimenti non scriverebbe quelle cose lì».

Qual è il vizio di Berlusconi?
«È malato di giovanilismo. Questa voglia di gioventù lo porta a fare errori veniali. Come tingersi i capelli o - come dicono - a pensare di toccare il culo alle biondine. Ma, a 73 anni, al massimo si parla di un pizzicotto, qualche bacino, un regalino».

Assolto con formula piena?
«Più fanno per distruggerlo, più lo esaltano. Scommetto: Berlusconi arriverà all'82% di popolarità. Con questa presunta storia delle corna alla moglie, nel segreto dell'urna, gli uomini non lo abbandonano».

E le donne?
«Stanno con lui. Veronica è antipatica».

1 commento:

Anonimo ha detto...

un omosessuale dichiarato che spiega alla Lario come gestire il suo matrimonio?