giovedì, agosto 28, 2008

Mattatoio sociale



da il barbieredellasera
Concorso Rai. Ma non per tutti

Il bando per le Morning News delle sedi regionali Rai prevede nuove assunzioni. I giornalisti devono essere professionisti ma laureati con 110, devono avere meno di 30 anni e aver fatto la scuola di giornalismo. Articolo 21 lancia un appello

Non intervengo a titolo personale, ma a nome e per conto di tanti giornalisti professionisti. In Rai e nelle testate di tutta italia ci sono centinaia di giornalisti precari. In Rai ci sono centinaia e centinaia di giornalisti professionisti le cui professionalità vengono utilizzate in contratti anomali: consulenti, programmisti registi, autori. Ragazze e ragazzi, colleghi iscritti all'albo dei professionisti non più giovanissimi. Certamente meno giovani di chi è nato dopo il primo gennaio 1978.

Molti non hanno fatto le scuole di giornalismo, perchè quando le potevano fare si contavano sulle dita di una mano. Molti di loro hanno fatto la gavetta classica, quella nelle redazioni, magari in cronaca locale. L'hanno fatta prendendo due lire (allora c'erano le lire). Alcuni di loro non sono nemmeno laureati, perchè all'epoca la professione non lo richiedeva e così, magari a 18 anni, hanno cominciato a fare questa professione. Alcuni di loro finiscono addirittura sotto la mannaia della normativa approvata ieri dal Parlamento che prevede che anche chi fosse stato utilizzato impropriamente per più di 36 mesi non abbia più il diritto di un contratto vero ma del rimborso di massimo sei mensilità. Una mannaiache colpisce chi ha già in corso una vertenza con l'azienda che, fino all'altro ieri, prevedeva l'assunzione a tempo indeterminato.

Leggiamo stupefatti che la Rai bandisce un concorso per le Morning News delle sedi regionali, in accordo con l'UsigRai. (http://www.usigrai.it/articolo.php?id=888) Se da una parte apprezziamo che finalmente l'accesso passi attraverso concorsi pubblici e trasparenti, riteniamo ancor più stupefacente che con un colpo di spugna, prima ancora di aver determinato le nuove possibilità di accesso alla professione, si sia deciso di procedere all'inserimento di clausole che tagliano le gambe a giornalisti professionisti perchè sono nati prima del 1978, perchè non hanno un titolo di laurea e perchè non hanno fatto una scuola di giornalismo.

La normativa ammazza precari risulta incostituzionale perchè riconosce diritti diversi a seconda dei tempi di una vertenza.

Non possiamo affermare che tale bando di concorso presenti gli stessi vizi, perchè non è possibile. Ma il principio è lo stesso. Con questo concorso la Rai stabilisce che vi sono giornalisti professionisti che, a quanto pare, sono più professionisti di altri.

Pensiamo che questo non sia corretto e pensiamo opportuno chiedere pareri legali per comprendere se vi siano margini per contestare i titoli soggettivi con cui è possibile accedere al concorso.

Chiediamo ai giornalisti professionisti non laureati, non assunti a contratto e che non sono diventati professionisti attraverso le scuole di giornalismo di sottoscrivere questo appello.

Chiediamo a loro di chiedere alla Rai le ragioni che l'ha portata a realizzare questo bando che stabilisce differenze tra iscritti al medesimo albo che al contrario, invece, stabilisce diritti e doveri identici. A tal proposito chiediamo alla Rai e al Sindacato dei Giornalisti Rai di bloccare il concorso o di ridisegnare il bando permettendo l'accesso a tutti i giornalisti professionisti iscritti all'albo. Chiediamo alla Federazione Nazionale della Stampa e all'UsigRai, che ha già fatto il rilievo all'azienda, di esprimersi sui rilievi che abbiamo fatto al concorso chiedendo se, sindacalmente, non si evidenzi una discriminante nei confronti di alcuni colleghi professionisti. Chiediamo a tutti i colleghi professionisti, gia assunti nelle testate italiane e anche ai giornalisti che rientrano nei parametri fissati dal bando, di sottoscrivere questo appello.

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