venerdì, gennaio 22, 2010

Signorini mediatore????





Accipicchia lo scrive Repubblica. 


Coinvolti politici e vip. Sotto esame le trattative di Signorini. Secondo due testi, dietro al business c'era una cabina di regia

Fotoricatti, venti casi sospetti
una vittima pagò 300 mila euro

di DAVIDE CARLUCCI e EMILIO RANDACIO



MILANO - Venti casi sospetti. Fotografie talmente imbarazzanti da spingere le vittime dell'appostamento a sborsare fino a 300 mila euro per ritirarle dal mercato. Ci sono anche i nomi di due politici di primo piano, ma soprattutto di personaggi del jet set milanese e romano, tra le presunte vittime di agenzie fotografiche, su cui da pochi giorni il pm di Milano, Frank Di Maio, sta indagando. Uno scenario inquietante, con una costante. Nei rapporti con le agenzie, un ruolo centrale nelle mediazioni lo ha svolto Alfonso Signorini, il potente direttore del settimanale della Mondadori "Chi", tenuto in alta considerazione anche dal Cavaliere.

Lo hanno voluto mettere a verbale mercoledì pomeriggio, due dei fotografi ascoltati come indagati del reato di estorsione in questa vicenda. Signorini, secondo la loro ricostruzione alla procura, avrebbe potuto scegliere cosa pubblicare (come d'altronde prevede il suo ruolo di direttore), le foto da fare sparire rapidamente, ma anche decidere il destino di un'agenzia fotografica che non voleva sottostare ai suoi diktat. Ombre e sospetti, che descrivono una sorta di cabina di regia capace di orientare un intero settore dell'informazione. Al momento questa è un'ipotesi, non si può escludere che presto possa toccare anche a lui spiegare quali scelte editoriali lo spingessero a stroncare un servizio, a spingerne un altro o magari a contattare direttamente gli interessati del servizio sconveniente.

Coincidenza vuole, però, che lo stesso schema si sia concretizzato l'estate scorsa, quando nel mirino finì l'allora governatore del Lazio, Piero Marrazzo. I tre carabinieri, poi arrestati per estorsione, si erano rivolti al fotografo Max Scarfone, sentito proprio 48 ore fa dal pm Di Maio. E Scarfone, coincidenza vuole, bussò alla porta di Signorini per provare a piazzare il video imbarazzante che coinvolge Marrazzo.


Per capire meglio come funziona questo mercato, è utile scorrere un verbale di due anni fa di uno dei collaboratori di Corona, "Bicio" Pensa. Il "business delle redazioni", lo definisce Pensa al magistrato di Potenza John Woodcock. È il 6 giugno del 2008, e questa ricostruzione è ora entrata nel fascicolo milanese per competenza territoriale. Poche settimane prima, Corona, secondo il ricordo vivo di Pensa, per fare solo un esempio, mette le mani su scatti che coinvolgono Simona Ventura in compagnia di un uomo. "Insomma il fotografo ha fatto le foto - ricorda l'episodio Pensa - alcune sono state messe su "Chi" ma effettivamente quelle che erano un attimino scandalose sono sparite". Il sospetto avanzato dal paparazzo è che quelle immagini siano state girate direttamente alla showgirl. Secondo il testimone, è Signorini a trattare direttamente con i vip. Con che ruolo, ora, lo cercherà di scoprire Di Maio.

Questo lo schema già emerso al momento dell'arresto di Corona. Con la figura centrale del paparazzo milanese e la sua agenzia. Ora, l'indagine che si allarga anche alle altre società con nuovi dati concreti. L'incipit arrivato alla procura di Milano è stato del tutto casuale. In parte alcuni verbali di Potenza, ma anche intercettazioni di oltre un anno fa, emerse da un'inchiesta su un giro di coca nella Milano bene. Nelle mani del magistrato, da ieri, sono finiti anche i primi servizi imbarazzanti venduti a settimanali, ma mai pubblicati, come quelli che hanno riguardato il regista Leonardo Pieraccioni e il finanziere Stefano Ricucci. Nomi e cognomi degli autori e delle vittime della paparazzata. Un bel rompicapo su cui magistratura e carabinieri cercano di mettere ordine per capire cosa si nasconda effettivamente, oltre a un mix di potere e denaro.

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