giovedì, novembre 25, 2010

Conso, ma ne vale la pena di fronte alla storia....

 

 essere l'unico a prendersi la responsabilità?

 

MAFIA: CONSO, NEL 1993 BISOGNAVA EVITARE ALTRE STRAGI 

 

Scritto da  Sara Dellabella
 

(AGENPARL) – Roma, 25 nov – Esplodono contemporaneamente due bombe, una a Roma e una a Milano. E’ il 1993, la mafia rivendica in perfetto stile brigatista i suoi attentati e minaccia centinaia di morti. E’ il preavviso dell’attentato allo stadio Olimpico, che poi fallirà. Siamo all’indomani di Capaci e di Via d’Amelio, ma anche dell’appello di Giovanni Paolo II che sulla valle dei Templi tuona “Convertitevi”. Non è un caso infatti che la bomba di Roma sia stata piazzata proprio a San Giovanni, sede del Vicariato.
Il 1993 è un anno importante per la mafia perché scadono i termini per molti affiliati sottoposti al carcere duro, così come disciplinato dall’art. 41bis. Sono per l’esattezza 140, ma il Ministro per la Giustizia non reitererà i provvedimenti. “Se ne può desumere che la trattativa – ricatto  abbia prodotto i suoi effetti tra il 29 luglio ed il 6 novembre 1993?” Chiede provocatoriamente proprio il Ministro dell’epoca, Giovanni Conso che lo scorso 11 novembre ha riferito alla commissione antimafia sul  mancato rinnovo dei provvedimenti applicativi del 41 bis per 140 detenuti nel carcere dell’Ucciardone nel 1993.
Conso declina ogni responsabilità su un’eventuale trattativa e spiega che rientrava nella facoltà del ministro prorogare o no il carcere duro, e nessun pm ne aveva fatto richiesta esplicita. Non si trattava neppure di un atto dovuto, altrimenti ci sarebbero stati gli estremi per una denuncia per omissione d’ufficio.  “Ho deciso di non reiterare il provvedimento non in un’ottica di pacificazione, ma di vedere di frenare altre stragi. Allora si è potuto constatare, anche in base a fatti avvenuti a monte o in contemporanea, come l’arresto di Riina che era il capo indiscusso ebbe un ruolo determinante nel cambiare la strategia della stessa mafia. Essendo il capo entrato in carcere, subentra questo vice, che aveva un’altra visione: era sempre mafioso, ma puntava sull’aspetto economico. Un cambiamento di strategia che allontanava dalle stragi. Lo stragismo veniva messo da parte”. 

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