Clima/ Ue, comincia Cancun, ma mancano soldi promessi da Italia
Bruxelles, 29 nov. (Apcom) - La commissaria europea al Clima, Connie Hedegaard, aveva sperato e spera ancora di poter mettere sul tavolo della conferenza Onu sul clima di Cancun (Messico) tutti i 7,2 miliardi di euro promessi dai paesi Ue per il fondo 'fast start' per i paesi in via di sviluppo, destinato alla lotta al riscaldamento globale e all'adattamento alle sue conseguenze nel triennio 2010-2012; ma mancano ancora, ha detto oggi a Bruxelles durante una conferenza stampa alla vigilia della sua partenza, 200 milioni per avere la 'tranche' di quest'anno al completo (2,4 miliardi di euro). E sono i 200 milioni che aveva promesso l'Italia. Oggi Hedegaard ha, per così dire 'messo le mani avanti', dicendosi fiduciosa che comunque, nonostante i fondi ancora mancanti per il 2010, tutti i finanziamenti promessi dagli Stati membri saranno impegnati nell'arco del triennio. Significa, in sostanza, che l'Italia potrebbe dare in ritardo, nel 2011, i soldi che doveva nel 2010, ma che alla fine farà onore alla parola data. D'altra parte, fonti a lei vicine riferiscono che la commissaria si fida delle parole del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che il 17 novembre scorso, a margine di un Consiglio Ecofin a Bruxelles, aveva dato delle assicurazioni esplicite. "L'impegno è confermato, stiamo facendo dei calcoli, non è materia politica", aveva detto laconicamente il ministro, senza citare acluna cifra, in risposta a un cronista che chiedeva se fosse vero (come aveva denunciato pochi giorni prima Oxfam, l'Ong impegnata a favore dei paesi in via di sviluppo) che mancavano ancora all'appello i finanziamenti promessi dall'Italia. Il governo si era impegnato per 600 milioni di euro per il triennio (200 milioni all'anno), durante il Consiglio europeo dell'11 dicembre dell'anno scorso, a Bruxelles. Al vertice, i leader dei Ventisette avevano sottoscritto l'impegno a mettere sul tavolo per il fondo 'fast start', in totale, 7,2 miliardi di euro, e di portare quest'offerta a un altro vertice Onu sul clima, quello di Copenaghen, che si svolgeva negli stessi giorni. Durante il Consiglio europeo gli italiani, dopo una prima offerta più bassa, vistisi superati dalla Spagna (300 milioni per il triennio) avevano finito col mettere sul tavolo 600 milioni, il doppio di Madrid, mentre gli svedesi erano arrivati a 800 milioni, i britannici avevano rilanciato il piatto con 1,6 miliardi di euro (raddoppiando la loro offerta inziale) e francesi e tedeschi si erano attestati su 1,26 miliardi di euro.
Bruxelles, 29 nov. (Apcom) - La commissaria europea al Clima, Connie Hedegaard, aveva sperato e spera ancora di poter mettere sul tavolo della conferenza Onu sul clima di Cancun (Messico) tutti i 7,2 miliardi di euro promessi dai paesi Ue per il fondo 'fast start' per i paesi in via di sviluppo, destinato alla lotta al riscaldamento globale e all'adattamento alle sue conseguenze nel triennio 2010-2012; ma mancano ancora, ha detto oggi a Bruxelles durante una conferenza stampa alla vigilia della sua partenza, 200 milioni per avere la 'tranche' di quest'anno al completo (2,4 miliardi di euro). E sono i 200 milioni che aveva promesso l'Italia. Oggi Hedegaard ha, per così dire 'messo le mani avanti', dicendosi fiduciosa che comunque, nonostante i fondi ancora mancanti per il 2010, tutti i finanziamenti promessi dagli Stati membri saranno impegnati nell'arco del triennio. Significa, in sostanza, che l'Italia potrebbe dare in ritardo, nel 2011, i soldi che doveva nel 2010, ma che alla fine farà onore alla parola data. D'altra parte, fonti a lei vicine riferiscono che la commissaria si fida delle parole del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che il 17 novembre scorso, a margine di un Consiglio Ecofin a Bruxelles, aveva dato delle assicurazioni esplicite. "L'impegno è confermato, stiamo facendo dei calcoli, non è materia politica", aveva detto laconicamente il ministro, senza citare acluna cifra, in risposta a un cronista che chiedeva se fosse vero (come aveva denunciato pochi giorni prima Oxfam, l'Ong impegnata a favore dei paesi in via di sviluppo) che mancavano ancora all'appello i finanziamenti promessi dall'Italia. Il governo si era impegnato per 600 milioni di euro per il triennio (200 milioni all'anno), durante il Consiglio europeo dell'11 dicembre dell'anno scorso, a Bruxelles. Al vertice, i leader dei Ventisette avevano sottoscritto l'impegno a mettere sul tavolo per il fondo 'fast start', in totale, 7,2 miliardi di euro, e di portare quest'offerta a un altro vertice Onu sul clima, quello di Copenaghen, che si svolgeva negli stessi giorni. Durante il Consiglio europeo gli italiani, dopo una prima offerta più bassa, vistisi superati dalla Spagna (300 milioni per il triennio) avevano finito col mettere sul tavolo 600 milioni, il doppio di Madrid, mentre gli svedesi erano arrivati a 800 milioni, i britannici avevano rilanciato il piatto con 1,6 miliardi di euro (raddoppiando la loro offerta inziale) e francesi e tedeschi si erano attestati su 1,26 miliardi di euro.
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